Dopo una lunga e spasmodica attesa abbiamo finalmente messo le mani su Little Nightmares 2, e oggi vogliamo raccontarvelo nella nostra recensione completamente spoiler-free
Dopo il gran successo di Little Nightmares, i ragazzi di Tarsier Studios ritornano col botto a distanza di 3 anni. Little Nightmares 2, per la gioia dei fan, è finalmente disponibile in multipiattaforma. Nonostante numerose chicche e novità, questa nuova terrificante avventura riprende a piene mani dal suo predecessore, facendo tesoro dell’esperienza pregressa e migliorandosi sensibilmente. Curiosi? Bene, senza perdere altro tempo tuffiamoci insieme in questa recensione di Little Nightmares 2!
Piccoli incubi e grandi responsabilità
Prima di addentrarci nei dettagli, una piccola premessa sia per chi conosce Little Nightmares, sia per chi non lo conosce, è debita. Little Nightmares è un franchising indie sviluppato dalla software house svedese Tarsier Studios e distribuito da Bandai Namco Entertainment. Il primo capitolo della serie, uscito nel 2017, è stato accolto in maniera decisamente positiva dalla critica; definito come “una boccata di aria fresca nel panorama dei videogiochi horror”, LN ha raccolto centinaia di migliaia di fan in poco tempo. Costruito da una storia semplice ma convincente, così come i puzzle che compongono il gioco, Little Nightmares si è guadagnato un posto di tutto rispetto sia nel panorama indie, che nel catalogo dell’orrore videoludico.
La struttura (molto semplice) del gioco è quella di un classico platform 2D nel quale bisogna risolvere puzzle e superare piccole sezioni stealth per progredire nell’avventura. Struttura ripresa in pieno in Little Nightmares 2, ma con alcune aggiunte e modifiche di cui parleremo più avanti. Ciò che fa davvero la differenza in LN, e che lo distingue dai classici platform, è la sua direzione artistica e narrativa. Macabro, sinistro e grottesco, fin dai primi minuti ci troviamo immersi in un contesto horror che prende a piene mani dalla tradizione del genere, ma che nulla ha da invidiare ai suoi predecessori. Saranno riusciti i ragazzi di Tarsier Studios a ripetere l’impresa in Little Nightmares 2?
Cosa cambia e cosa no – Recensione Little Nightmares 2: un meraviglioso incubo
Partiamo subito col precisare che Little Nightmares 2 è un’avventura completamente nuova, nonostante lo stile del gioco resti quasi invariato. In questo secondo capitolo troviamo un protagonista tutto nuovo, Mono, impegnato a sognare incubi ancora più terrificanti. Ad accompagnare Mono, dopo pochi minuti, incontriamo una vecchia conoscenza dei fan: Six. Six è il protagonista del primo gioco, stavolta però presentato senza il suo caratteristico impermeabile giallo. La prima grossa novità è proprio questa: mentre in precedenza Six era costretto a farsi strada nei suoi incubi da solo, stavolta si ritroverà a fare da spalla al coraggioso Mono.
Quest’ultimo ha alcune frecce al suo arco che il suo predecessore non aveva. Ad esempio, Mono è capace di utilizzare asce e oggetti contundenti sia come utensili per progredire, sia come armi per proteggere se stesso e il suo amico dai nemici. Oltre a ciò, durante il gioco troveremo alcuni oggetti come una torcia o un telecomando, che vanno direttamente a sostituire l’accendino di Six nelle meccaniche. Di conseguenza, rispetto al primo capitolo qui troveremo meno sezioni “al buio”, ma più sequenze runaway o puramente puzzle.
In aggiunta, come avrete intuito, sono stati introdotti dei piccoli combattimenti contro alcune delle mostruosità che incontreremo durante il percorso. La linearità del gioco rimane invece invariata, con uno sviluppo verticale delle mappe leggermente più profonda ma che non ci fa urlare alla novità. Piccolo bonus, infine, dei cappelli (oggetti puramente estetici) disseminati nel mondo di gioco, che una volta trovati possono essere equipaggiati dal menù di pausa per dare un nuovo look al nostro piccolo eroe.
Piccoli Brividi – Recensione Little Nightmares 2: un meraviglioso incubo
Mentre la struttura di Little Nightmares 2 non varia di troppo rispetto al primo, altrettanto non possiamo dire nella narrazione. Se la narrazione del primo gioco poteva risultare criptica e poco coerente durante il corso dell’avventura, qui ci ritroviamo davanti ad un piccolo capolavoro. Il paragone più adatto che ci viene in mente è quello con la serie Piccoli Brividi. Come in quei fumetti Little Nightmares 2 racconta una storia lineare, smossa da alcuni momenti “wtf”, con un twist finale alla M. Night Shyamalan da standing ovation. Inoltre qui, a differenza del primo capitolo, la narrazione è davvero coerente e ben contestualizzata.
Nel primo Little Nightmares ci troviamo a passare da ambienti decisamente diversi e poco connessi tra loro, rendendo l’avventura abbastanza frammentata (seppur bellissima) e inutilmente criptica. Qui invece, il team ha deciso di delineare la storia e gli ambienti in base alle paure che infestano inconsciamente gli incubi dei bambini da sempre. Durante il corso del gioco ci troviamo infatti ad essere inseguiti da una perfida maestra o dai bulli della scuola elementare.
E ancora, dalla scuola passiamo ad un tetro e inquietante ospedale, dove ci verrà data la caccia da un minacciosissimo dottore. E quale bambino nel mondo non ha paura di una severa maestra, dei bulli o di incappare sotto i ferri del dentista di turno? Infine un’inquietante città deserta, bagnata da una perenne pioggia, fa da transizione perfetta tra le varie sezioni.
Un esempio di estetica – Recensione Little Nightmares 2: un meraviglioso incubo
Se la narrazione è da 10, altrettanto (o quasi) possiamo dare al comparto artistico del gioco. Parlando della direzione artistica, Little Nightmares 2 si discosta in maniera sottile ma sostanziale dal suo predecessore. Come già detto, il mondo di gioco in questo secondo capitolo è molto più coerente e contestualizzato rispetto al passato. Ogni ambiente è perfettamente gestito e orchestrato sia nel level design, che nella scelta delle creature che affollano l’incubo. Se tecnicamente si è scelto di restare sulla stessa scia, la qualità delle animazioni e dei modelli, la ricchezza di dettagli e la gestione di luci ed effetti particellari è davvero degna di nota.
A far da contorno ad un comparto artistico meraviglioso troviamo un comparto audio d’eccellenza, composto prevalentemente da un sound design di altissimo livello. Le musiche, anch’esse di qualità comprendono sia temi già ascoltati nel primo gioco che musiche inedite composte per l’occasione. Dulcis in fundo, è chiaro come il team si sia sbizzarrito con richiami e riferimenti alla cultura horror (e non solo). Gradita ciliegina sulla torta infatti, troviamo chiarissimi riferimenti a “The Ring”, o ai più recenti “The Haunting of Hill House” e “The Last of Us”. Molto, molto bene.
Il pelo nell’uovo – Recensione Little Nightmares 2: un meraviglioso incubo
L’unico particolare negativo di cui (ahimè) dobbiamo parlare in sede di recensione, risiede nel comparto tecnico. Metto subito le mani avanti dicendo che tecnicamente, Little Nightmares 2 è quasi ineccepibile. Il gioco gira perfettamente su qualsiasi piattaforma, Mono risponde bene ai comandi e nelle numerose sezioni co-op l’IA del computer funziona sempre come dovrebbe funzionare. Unico neo dell’esperienza, riscontrato nella versione PC, un piccolo bug che ci ha obbligato 2 volte a riavviare il gioco dall’ultimo checkpoint. Ci teniamo a precisare che i checkpoint nel gioco sono davvero tanti e molto vicini tra di loro, quindi questi piccoli bug non influiscono troppo sul voto finale dell’esperienza di gioco.
Altro piccolissimo difetto, riscontrato anche nel primo capitolo, risiede nel posizionamento della telecamera, che ogni tanto fa incappare il giocatore in morti davvero ridicole e inaspettate. Per il resto, come già detto, Little Nightmares 2 è statuario. Il gioco è solidissimo, le interazioni funzionano perfettamente con qualsiasi oggetto e con qualsiasi nemico, e le varie sezioni runaway e stealth sono davvero ben gestite.
È ora di svegliarsi
Bene amici, siamo giunti al finale di questa recensione di Little Nightmares e, come sempre, è arrivato il momento di tirare le somme. Come avrete intuito nel corso di questa recensione, abbiamo adorato il gioco dal primo all’ultimo minuto, per un totale di circa 9 ore complessive. Il gioco è artisticamente ineccepibile, la storia è coinvolgente e piena di twist e colpi di scena, che non mancheranno di farvi accapponare la pelle. Le ambientazioni sono perfette, così come i mostri che infestano i livelli. Tecnicamente, nonostante il gioco non si discosti troppo dal predecessore, è gestito davvero benissimo ad eccezione dei piccoli difetti riguardanti bug e telecamera di cui vi abbiamo parlato.
Lasciando parlare le emozioni personali, era da un po’ che non mi innamoravo così tanto di un gioco. Pensare che un team indie ha fatto un lavoro così lodevole, soprattutto dal punto di vista artistico, è davvero pazzesco. I ragazzi di Tarsier Studios hanno tutte le ragioni di andare fieri del lavoro svolto, e noi di aver assistito ad un tale esercizio di stile. Little Nightmares 2 entra di diritto tra i migliori giochi indie mai prodotti, e deve essere obbligatoriamente giocato da qualsiasi amante del genere horror cinematografico, o videoludico che sia. Assolutamente consigliato.
Il gioco è disponibile dall’11 Febbraio 2021 per Nintendo Switch, PlayStation 4, Xbox One, PlayStation 5, Xbox Series X ed S, Android e Microsoft Windows. Come sempre vi salutiamo, e vi invitiamo a restare connessi su tuttoteK per ulteriori recensioni, guide, news e tanto altro dal mondo dei videogiochi. Ciao!
Punti a favore
- Artisticamente ineccepibile
- Narrazione perfettamente organizzata
- Tante novità, senza perdere però l'identità
- Chicche, riferimenti e collezionabili
- Gran comparto tecnico
Punti a sfavore
- Un piccolo bug potrebbe intralciare la progressione
- Telecamera un po' tricky
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