In questa recensione vi parleremo di Essays On Empathy, la raccolta di videogiochi brevi dello studio di sviluppo spagnolo Deconstructeam
Ci sono dei videogiochi che, proprio per come sono pensati, sono destinati a essere molto apprezzati da una parte del pubblico e, allo stesso tempo, mal digeriti da un altra. I giochi realizzati da Deconstructeam rientrano senza ombra di dubbio in questa categoria. Lo studio spagnolo ha infatti sviluppato negli anni una particolare filosofia di sviluppo, che applica nella costruzione dei suoi titoli.
Essays On Empathy, il titolo su cui ci concentriamo in questa recensione, è pensato proprio per fungere da manifesto per quella che è la linea di pensiero degli sviluppatori che compongono la squadra di Deconstructeam. Si tratta di una raccolta di dieci minigiochi, realizzati anche a distanza di anni l’uno dall’altro, tramite i quali il giocatore ha modo di esplorare il percorso che ha portato lo studio a raggiungere la posizione radicale sulla quale si attesta oggi.
La necessità di raccontare
Per quanto riguarda le intenzioni degli sviluppatori, non c’è bisogno di fare particolari ipotesi: tutti i giochi della collezione sono accompagnati da un lungo video di presentazione, dove viene spiegato il percorso che è stato fatto durante la sua realizzazione, e da una galleria di immagini. Anche se non si tratta di elementi prettamente videoludici, questi fanno parte di parte di Essays On Empathy e, al fine di fornire una recensione completa del prodotto, è necessario tenerne di conto.
Non possiamo quindi esimerci dal segnalare che questi contenuti, per quanto ricchi di informazioni, lasciano molto a desiderare dal punto di vista della realizzazione. I video sono realizzati in modo amatoriale e, per risultare efficaci, avrebbero avuto bisogno di essere filmati e montati in maniera professionale. Anche la loro lunghezza è poi eccessiva: comprendiamo la necessità di svelare i dettagli del processo artistico che si cela dietro al prodotto finito, ma non è accettabile che le presentazioni abbiano una durata superiore a quella del gioco.
Come abbiamo detto, la collezione che compone questo titolo è composta da dieci giochi. Nove di questi sono stati pubblicati in precedenza, mentre De Tres Al Cuarto fa il suo debutto sul mercato con questa pubblicazione. Dopo averli provati tutti, è facile constatare come l’elemento che più interessa gli sviluppatori è quello narrativo. Tutti i titoli si concentrano proprio su questo aspetto e utilizzano diverse idee di gameplay per creare intorno alla vicenda una struttura adatta ad amplificarne il potenziale.
Esperienza minimale – Recensione Essays On Empathy
La grande attenzione riposta nello sviluppo degli aspetti narrativi corrisponde in tutti i giochi a un minore interesse nella costruzione del gameplay. Come si accennava nel precedente paragrafo, questo è sempre funzionale al tipo di vicenda che si vuole raccontare, oltre che al tipo di risposta che si desidera suscitare nel giocatore, che finisce per assomigliare più a uno spettatore. Di fatto, oltre che per scandire i tempi della narrazione, la giocabilità è utilizzata più che altro per facilitare il coinvolgimento nella vicenda.
Questa limitazione alla giocabilità finisce però per avere l’effetto inverso: la mancanza di coinvolgimento diretto negli eventi tende a renderli poco interessanti. Allo stesso modo, la sensazione di non avere alcun potere decisionale, di essere appunto spettatori, porta l’utente a prendere le distanze dalla storia narrata.
Detto questo, va riconosciuto che lo stile di gioco dei minigiochi è sufficientemente vario e, pur restando sempre molto semplice, è capace in alcuni casi di intrattenere. Per quanto riguarda questo aspetto, la differenza è determinata in primo luogo dall’esperienza degli sviluppatori: i giochi più vecchi, come Underground Hangovers, risultano meno equilibrati, mentre i più recenti, come Behind Every Great One, risultano più coinvolgenti.
Pixel art – Recensione Essays On Empathy
In questa recensione non abbiamo ancora parlato di un aspetto essenziale di Essays On Empathy: la sua estetica. Nonostante siano presenti delle differenze, tutti i giochi del titolo si caratterizzano per l’utilizzo della pixel art. Questo stile grafico funziona quindi come base per l’idea di design di Deconstructeam che, come nel caso del gameplay, sceglie di puntare su di una idea minimale.
Differentemente da quanto detto per la giocabilità, la scelta di uno stile semplice nella costruzione degli ambienti risulta efficace, in quanto in linea con l’idea di videogioco degli sviluppatori. Grazie a esso, hanno infatti la possibilità di mettere alcuni elementi estetici, come per esempio il colore, al servizio della narrazione. Un ruolo importante lo ha poi anche la musica, che viene utilizzata per definire l’umore dei giochi.
Conclusioni
Arrivati al termine della recensione, siamo chiamati a esprimere un parere su Essays On Empathy, ma non si tratta di un compito facile: si tratta di un videogioco dotato di caratteristiche univoche. In ogni caso, alla luce di quanto abbiamo detto nei precedenti punti, riteniamo che il titolo si possa considera un prodotto riuscito solamente a metà.
L’idea di gioco proposta da Deconstructeam è senza dubbio affascinante, ma più efficace in teoria che in partica. In questo senso, la necessità di inserire lunghi video di presentazione evidenzia come i titoli non siano capaci di intrattenere senza la presenza di una stampella. Questi filmati sono poi realizzati in maniera approssimativa e, essendo privi di struttura, finiscono per risultare noiosi.
La maggior parte dei giochi, per quanto ben curati dal punto di vista della narrazione, risentono della presenza di un gameplay limitato. In un videogioco è questa la caratteristica che garantisce la longevità e, di conseguenza, Essays On Empathy finisce per annoiare già dopo qualche ora di gioco.
Il gioco è stato rilasciato il 18 Maggio scorso ed è disponibile in esclusiva per PC. Continuate a seguirci su tuttoteK se siete interessati a leggere recensioni, approfondimenti e anteprime dei migliori videogiochi del presente e del passato. Se siete interessati ad acquistare un titolo, vi suggeriamo di dare un’occhiata al vasto catalogo di Instant Gaming.
Punti a favore
- Idea univoca e affascinante
- Estetica ben curata
Punti a sfavore
- Presenza eccessiva di contenuti non ludici
- Gameplay scarno
- Alcuni aspetti sono realizzati in modo amatoriale
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