Devil May Cry 5 Special Edition è uno dei titoli di lancio di PS5 e Xbox Series X/S e cercherà di mostrare tutta la potenza della next gen, in questa recensione scopriremo tutti i dettagli
Bisognerebbe sempre evitare di giudicare gli altri, e piuttosto tentare di mettersi nei loro panni: tuttavia chi scrive fa davvero fatica ad immaginare che qualcuno, ad oggi, non abbia ancora giocato a Devil May Cry 5 (lo recensimmo a suo tempo, come ricorderete). In questa sede di recensione comunque (e paradossalmente) non è detto che questo sia per forza un male. Perché Capcom ha scelto proprio Devil May Cry 5 Special Edition come titolo di lancio per la sua next gen: qualcosa vorrà pur dire.
Mezzo mondo l’ha già sviscerato per bene (così come avrà sviscerato i demoni presenti), e a lui mancherà il “fattore sorpresa”. Tutti i nuovi arrivati, invece, potranno godersi qualcosa di ancora nuovo, intonso, immacolato, e al massimo delle proprie possibilità. Chi beneficerà maggiormente dell’arrivo della Special Edition su PlayStation 5 e Xbox Series X? I vecchi fan? I nuovi arrivati? Gli uni e gli altri indifferentemente? Proviamo a ragionare sulle novità proposte, e a trarre alcune conclusioni. Abbiamo recensito il titolo sulla console next gen targata Sony.
Il comparto tecnico è un capitolo a parte
Tanto alla fin fine il discorso si riduce sempre e banalmente a questo: al comparto tecnico. Soprattutto al lancio della next gen, le considerazioni si rincorrono uguali a se stesse: “come si vede titolo X su PlayStation 5? Come gira? E, ma quanti frame ha? E i pixel?” Per carità, non stiamo dicendo che la curiosità non abbia ragion d’essere. Semplicemente, ogni tanto, bisognerebbe concentrarsi maggiormente sulla qualità complessiva della produzione, della quale il comparto tecnico è solo uno dei tanti aspetti. E neppure quello fondamentale, forse.
Ma veniamo alla potenza dura e pura. Finalmente Devil May Cry 5 Special Edition su PlayStation 5 si comporta come avrebbe dovuto fare sin dall’inizio: sappiamo infatti che nei primi giorni del lancio ha mostrato non pochi problemi nella gestione del 4K. Tutti i malfunzionamenti sono stati corretti, lato software, da una patch resa disponibile proprio qualche giorno fa. Dunque attualmente il titolo di Capcom offre almeno quattro personalizzazioni grafiche e tecniche, a seconda delle priorità dell’acquirente. La scelta di base ruota attorno al ray tracing, tecnologia che permette di sfruttare appieno le superfici luminose, i riflessi e in parte l’illuminazione ambientale in determinate condizioni. Il ray tracing arricchisce gli scenari dal punto di vista visivo, impreziosendoli. Ma consuma risorse, e tante.
Ora, con il ray tracing attivo Devil May Cry 5 Special Edition vi permette di giocare in due modalità: la prima in 4K con 30 fps, la seconda in 1080p e 60 fps; dunque dovrete sacrificare o la risoluzione o la fluidità. Il nostro consiglio è sì quello di provare questa mistica esperienza del ray tracing… per poi disattivarlo. Andiamo, non è Devil May Cry 5 che ha bisogno di una tecnologia del genere, soprattutto considerando che necessita di compromessi notevoli in una produzione incentrata sulla frenesia assoluta.
Disattivato il ray tracing, dunque, sbloccherete altre due personalizzazioni: la prima con il 4K e i 60 fps (quella che abbiamo scelto noi della redazione) e la seconda a 1080 p con 120 fps. Sì, 120 fps. Chiaramente no, non vengono raggiunti quasi mai: a seconda di ambienti e situazioni, si arriva ai 100 fps. Comunque Devil May Cry 5 Special Edition mostra già in queste prime settimane le potenzialità della next gen, dal punto di vista dei numeri puri.
Le nuove modalità – Recensione Devil May Cry 5 Special Edition
Non crediate che le novità di Devil May Cry 5 Special Edition siano già terminate: il comparto tecnico rinnovato e potenziato è solo la base della versione di nuova generazione. Ovviamente c’era bisogno di nuovi contenuti ad hoc, per attirare almeno i vecchi giocatori. Ecco allora modalità di gioco mai viste prima, dall’interesse tutto sommato altalenante: bene però che ci siano. La prima è la Turbo Mode, e come avrete forse intuito ha qualcosa a che vedere con la velocità. Con molta velocità. Si tratta di una feature che permette di rivivere l’intera avventura velocizzando il tutto del 120%. Nemici più veloci, combo da concatenare con meno della metà dei riflessi prima necessari, protagonisti a loro volta frenetici fino allo spasimo: avrete non pochi problemi nella fase di adattamento.
Subito dopo, però, subentrerà la goduria, connaturata all’alta velocità. E non è tutto: come è facile capire, anche questa modalità di gioco serve a sottolineare le possibilità della versione potenziata di Devil May Cry: “la next gen rende tutto non solo più performante, ma anche più veloce! Se vogliamo raddoppiamo tutto quanto, guardate!” La ciliegina sulla torta, però, arriva con la Dark Knight Mode, che trasforma il gioco in un musou. Non tutti i capitoli di Devil May Cry 5 Special Edition erano affollati di nemici: a volte ce n’erano pochi, ma collocati strategicamente oppure in grado di richiedere determinati stratagemmi per essere eliminati. La Dark Knight Mode ignora tutto questo e moltiplica la presenza di nemici a schermo: la moltiplica per tante volte. Immaginate di dover affrontare dieci demoni e di ritrovarvi alle prese con un centinaio degli stessi.
È chiaro che in questo caso qualcosa funziona, e qualcosa invece no. D’accordo il senso di appagamento, d’accordo il fatto che PlayStation 5 riesca a gestire tutta questa mole di nemici con tranquillità: ma Devil May Cry 5 Special Edition è un action, non un musou. Ed ecco che il sistema per agganciare i personaggi, beh, cessa di funzionare come dovrebbe; o che la telecamera inizia ad essere preda dell’alcolismo e dei singhiozzi; che determinate sessioni dei livelli diventano altamente frustranti perché non erano pensate per ospitare tutti quei maledetti nemici in quel punto. Comunque, non è obbligatorio giocare con la Dark Night Mode: la scelta, come sempre, è soltanto vostra.
E alla fine arriva Vergil – Recensione Devil May Cry 5 Special Edition
Aggiungi un posto a tavola, che c’è un amico in più. Più di un amico, il fratello di Dante: è Vergil, quarto e presumibilmente ultimo personaggio giocabile che vedremo (e vedrete) in questo capitolo di Devil May Cry. Ma cerchiamo di capire qualcosa di più circa la sua introduzione. Al momento del suo lancio sul mercato, avvenuto nella primavera del 2019, Devil May Cry 5 permetteva di giocare nei panni di Dante, Nero e V, quest’ultima nuova arrivata nel cast dei protagonisti. Il suo stile di gioco, in verità, era altamente innovativo, perché poteva evocare i tre demoni aiutanti: “variatio”, dicevano i latini.
Un altro bel maschione letale non poteva di certo far male: ecco allora arrivare Vergil con il suo armamentario, armato di tutto punto, katana, spadone, spallacci, forme alternative. Il personaggio si muove a schermo con una velocità sorprendete, può teletrasportarsi per agganciare e colpire i nemici, svanire nell’ombra non appena la situazione si fa troppo rischiosa; una goduria per la spettacolarità da sempre connaturata al franchise, e anche per il combat system tutto particolare. Vergil, inutile negarlo, rappresenta un po’ la “modalità facile” di Devil May Cry 5 Special Edition: è davvero forte. Così forte e versatile che a ben vedere il bilanciamento non sembra sia stato preso in considerazione dagli sviluppatori, al momento di implementare il mezzo demone. E questo aspetto non è di certo un valore positivo.
Narrativamente parlando – se avete giocato a Devil May Cry 5 – avrete già intuito che, introducendo Vergil, si pongono dei problemi legati alla trama. Capcom ha scelto di ignorare tutto ciò, relegando Vergil ad una linea narrativa secondaria. O per essere più precisi: potrete giocare con lui sin da subito, e sempre. Però verranno saltate le scene di intermezzo con gli altri personaggi, e determinate interazioni con cose, oggetti ed ambienti. E quindi ennesimo consiglio: se non avete mai completato Devil May Cry 5, prima dovreste farlo nella modalità di gioco standard, cioè con Dante, Nero e V. Poi dovreste pensare ad una nuova “run” (cioè partita completa) con Vergil. Altrimenti, viva gli spoiler.
Commento finale
Tra tanti alti e qualche basso, Devil May Cry 5 Special Edition si conferma l’esperienza definitiva del quinto capitolo del franchise. Capcom è andata sul sicuro, pensando ad un titolo perfetto sia per i vecchi giocatori (che hanno cioè già completato a suo tempo Devil May Cry 5) che per i nuovi arrivati. Entrambi hanno dei motivi validi per un secondo (o primo) round in compagnia di Dante, Nero, V e Vergil: ora le modalità di gioco inedite, ora il semplice comparto grafico e tecnico potenziato dalla next gen di PlayStation 5, ora un personaggio giocabile (Vergil) che sarà altrimenti disponibile a pagamento altrove solo dal mese di dicembre 2020 inoltrato. Devil May Cry 5 Special Edition, ne siamo sicuri, è la versione definitiva: non ci saranno altre edizioni.
Da adesso in poi si guarda a Devil May Cry 6. Ma intanto, non potete perdervi una perla unica nel suo genere. Una perla oscura, maligna, demoniaca: e perciò tremendamente affascinante.
Punti a favore
- L'esperienza definitiva
- Nuovo personaggio, nuove modalità
- Tantissime opzioni grafiche
Punti a sfavore
- La "vera" next gen deve ancora arrivare
- Diversi problemi con la Dark Knight Mode
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