Cat Quest II è finalmente arrivato nelle nostre mani nella sua versione Nintendo Switch, scoprite con la nostra recensione perché dovete assolutamente comprarlo (spoiler: per i cani e i gatti)
Cat Quest è stato ai tempi una piacevole sorpresa. Un titolo che non si prendeva sul serio, anzi, che voleva proporre un’esperienza facile da digerire per i neofiti e semplicemente rilassante per i veterani degli action-rpg in visuale isometrica, riuscendoci alla grande. Con un gameplay semplice, lineare, ma mai davvero noioso, un profondo senso di autoironia e forte humor e un mondo vasto e coloratissimo, si era fatto spazio nel cuore di una ristretta nicchia di videogiocatori. Per questo, i ragazzi di The Gentlebros, ci hanno riprovato con Cat Quest II.
Pubblicato da PQube Games (che hanno pensato anche a Songbird Symphony) e arrivato zampettante il 24 settembre su PC e esattamente un mese dopo su console (PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch), Cat Quest II vuole essere un diretto seguito del primo capitolo, riprendendone il mondo di gioco, ma spostandosi in avanti nel tempo di molti anni e introducendo, oltre al già noto regno di Felingard, il confinante regno di Lupus. Ebbene sì. Date il benvenuto ai cani.
Paese che vai, peloso che trovi
Come abbiamo già preannunciato, Cat Quest II getta le sue basi di trama in un futuro molto distante dagli eventi del primo capitolo. La storia narra di due Re, un gatto e un cane, che vengono risvegliati da una strana creatura luminosa per salvare il regno di Felingard e di Lupus dall’eterna guerra che vessa i due continenti, portando infine la pace e la prosperità che i nostri amici pelosi meritano davvero.
A differenza del primo capitolo, che manteneva il livello della sceneggiatura su una base qualitativa piuttosto mediocre, innalzandosi con le battute sui gatti e un’ironia praticamente incessante, la storia di Cat Quest II si sviluppa e va molto più a fondo, coinvolgendo la “lore” del mondo di gioco, anche attraverso alcune missioni secondarie piuttosto profonde, e dando ampio spazio a un terzo capitolo già praticamente annunciato. Non vi spoileriamo ovviamente nulla, visto e considerato che comunque il tutto si mantiene sul semplice e che, comunque, vorremmo che vi godeste il titolo così com’è. E sì, ci sono sempre e comunque le battute sui gatti, ma stavolta anche sui cani.
Preparatevi dunque a percorrere una strada lunga circa una quindicina di ore che vi porterà alla battaglia finale contro Lioner e Wolfen, i due supercattivi del gioco, inizialmente imbattibili, da sciogliere a suon di coccole alla fine di tutte le missioni principali e secondarie che vi riempiranno di soldi ed esperienza.
La mania delle battute idiote è contagiosa – Recensione Cat Quest II
Se nel primo capitolo il continente di Felingard ci aveva abbastanza soddisfatti in termini di dimensioni e quantità di quest secondarie e dungeon, beh, in Cat Quest II avrete ben due mappe da esplorare piuttosto liberamente e con almeno il doppio dei contenuti. Si contano all’incirca 70 sotterranei da esplorare e completare, più di 100 pezzi di equipaggiamento fra armi, armature e bastoni magici, 12 magie arcane da trovare ed equipaggiare liberamente, oltre 50 missioni secondarie e tanti, tanti gatti e cani carini da guardare. Nessuna magia argatto, però. Ok, scusate.
Cat Quest II, a livello base, si comporta come un normalissimo action-rpg in visuale isometrica. Avremo quindi un tasto per attaccare, uno per schivare, uno per interagire con l’ambiente e i dorsali per utilizzare le quattro magie equipaggiabili per ciascun re. Come dite? Manca un tasto?
Sì, quest’ultimo è utilizzato in Cat Quest II per sfruttare la principale miglioria del titolo, ossia il poter switchare fra un re e l’altro, fra cane e gatto. Potremo utilizzare entrambi i re alternandoli e modificandoli come più ci aggrada. Se non approfondita bene, questa meccanica può dare l’impressione di avere semplicemente due vite. Alla morte di un re, si prende il controllo dell’altro e si cerca di portare a termine lo scontro per poi resuscitare il caduto.
Se invece si perde qualche ora di tempo alla personalizzazione dei due animali, si possono creare due build molto ben distinte e funzionali ad un proseguire più snello nei combattimenti. Ovviamente, la cosa più intelligente da fare è creare un guerriero che utilizza le armi da mischia e uno che usa i bastoni magici, in modo da poter bersagliare il più correttamente e velocemente possibili i nemici deboli a uno o l’altro.
Cooperativa miaontastica – Recensione Cat Quest II
Il fatto di poter utilizzare due personaggi, però, raggiunge il massimo splendore quando si ha un amico accanto con cui poter giocare in cooperativa locale. Seppur sia vero che l’IA del compagno non sia affatto male, anzi, avere affianco a sé una persona in carne e ossa con cui affrontare l’avventura rimane la soluzione più divertente in questi casi.
Nel corso del gioco vi imbatterete in una quantità smodata di equipaggiamenti diversi. Le classi, come abbiamo detto, sono tre (armi da mischia, bastoni magici e armature) e, una volta trovato un doppione, questo andrà a migliorare il livello e le statistiche di quello presente nell’inventario. Sono gli equipaggiamenti la parte più importante per la personalizzazione del gioco e vi consentiranno di creare build piuttosto forti, specialmente nell’endgame. E vi assicuriamo che vi serviranno.
La difficoltà di Cat Quest II non è assolutamente elevata per quel che riguarda la semplice trama principale, che potrete portare a termine raggiungendo il livello 70 circa (e sarete pure troppo forti). Le cose però cambiano nell’endgame, con i dungeon e le missioni opzionali, pieni di mostri impressionantemente forti e che vi recheranno danni piuttosto ingenti, nonostante le armature in vostro possesso.
Per questo motivo è importante anche utilizzare Kit Cat e Hot Doggo (no, non stiamo scherzando), rispettivamente il fabbro per le armature e per le armi, che vi permetteranno, in cambio di denaro, di migliorare ulteriormente il vostro equipaggiamento. Le magie sbloccabili sono aumentate rispetto al primo capitolo e come abbiamo già detto sono dodici, tutte diverse tra loro e piuttosto utili. Anch’esse saranno migliorabili attraverso il denaro, ma stavolta utilizzando l’officina dei maghi. Potrete selezionarne quattro per re al massimo, quindi valutare bene quali magie affidare all’IA (o al vostro compagno, se siete fortunati) starà alla base degli scontri più impegnativi.
Pronti a graffiare e mordere – Recensione Cat Quest II
Il gioco vi permetterà, fin dall’inizio, di muovervi piuttosto liberamente, salvo qualche limitazione di trama, C’è da dire, però, che è una libertà piuttosto fittizia, considerando che vi accorgerete subito di essere nella zona sbagliata al momento sbagliato. Perché magari sarete al livello 10 e i mostri che vi si parano davanti saranno al 90. Così, per intuito, capirete di dover tornare indietro.
Esteticamente parlando nulla da eccepire. Certamente il titolo si fonda su standard da Indie Game, con una grafica curata seppur semplice. La mappa, sviluppata in 2D, è carinissima da vedere, piena di dettagli e piuttosto varia nelle ambientazioni, così come i dungeon, anche se a lungo andare questi ultimi andranno a ripetersi non in struttura, ma in resa grafica. La nostra prova è avvenuta su Nintendo Switch e non abbiamo riscontrato cali di frame rate o problemi tecnici di alcun tipo né in modalità portatile, né con la console inserita nel dock. Peccato solo che i modelli dei vari abitanti e dei nemici siano ripetuti fin troppo, ma questo rispecchia quanto il budget dei ragazzi di The Gentlebros sia effettivamente limitato.
Quel che saprà stupirvi e divertirvi, però, non è solo quel di cui abbiamo parlato finora. Cat Quest II è un concentrato di amore e dedizione verso il più puro e semplice spirito videoludico. Un ammasso di carinerie e cuccioli di cani e gatti, battute e allusioni sagaci e mai banali, un tripudio di leggerezza e semplicità per un titolo che non punta a nient’altro che a far sorridere. E ci riesce, dall’inizio alla fine, senza mai snaturarsi né annoiare.
Tiriamo la pallina… Ehm, le somme
Cat Quest II è il degno seguito di un primo capitolo tanto ispirato quanto semplice. Mantenendosi sulla stessa linea, ne sviluppa meccaniche e sceneggiatura, approfondendole entrambe e innalzandosi di un gradino. Consigliato agli appassionati di action-rpg, per staccare un po’ la testa dalla frenesia di numeri, statistiche e tattiche. Consigliato anche, però, ai novizi e ai più piccoli, per poter entrare in un mondo piuttosto vasto e complesso nel modo più semplice possibile. Consigliato a tutti, insomma, anche perché suvvia ragazzi, ci sono anche i cani stavolta e potevate chiamarlo Pet Quest, che occasione sprecata.
Rimanete sintonizzati su tuttoteK per tutte le novità dal mondo videoludico e non solo.
Punti a favore
- Semplice e immediato
- Colorato e gradevole graficamente
- Gameplay appagante e vario
- Ironico e divertente
- Ci sono i pelosi
Punti a sfavore
- Forse un po' troppo semplice lungo la storia principale
- Storia ancora migliorabile
- Modelli riutilizzati a iosa
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