Recenti ricerche hanno individuato per la prima volta la presenza di microplastiche all’interno di organi e tessuti umani. Quanto possono essere pericolose?
Granelli microscopici di plastica possono essere trovati praticamente in ogni angolo dell’ambiente terrestre. Per la prima volta, gli scienziati hanno dimostrato che microplastiche e nanoplastiche possono essere trovate anche negli organi e nei tessuti degli esseri umani. Gli scienziati dell’Arizona State University hanno scoperto la presenza di almeno una forma di plastica in tutti i 47 campioni prelevati da polmoni, fegato, milza e reni di persone decedute che avevano donato il proprio corpo alla scienza. Il bisfenolo A (BPA), un precursore di materie plastiche utilizzate per contenitori e imballaggi per alimenti, è stato trovato nel 100% dei campioni studiati. Il team ha anche trovato tipi di plastica comunemente utilizzati nei prodotti di consumo, come il policarbonato (PC), il polietilene tereftalato (PET) e il polietilene (PE), in molti dei campioni. I ricercatori hanno presentato i loro risultati il 17 agosto all’American Chemical Society (ACS) Fall 2020 Virtual Meeting & Expo, in cui hanno spiegato che le tecniche di imaging della spettroscopia μ-Raman sono state utilizzate per raggiungere queste conclusioni.
Microplastiche, qualche info
Le microplastiche sono definite come frammenti di plastica di diametro inferiore a 5 mm, mentre le nanoplastiche sono ancora più piccole con diametri inferiori a 0,001 mm. Già nel 2018, gli scienziati avevano rivelato che le feci umane erano piene di microplastiche, indicando che i materiali sono pervasivi nell’intestino umano. I ricercatori hanno anche suggerito che fosse abbastanza inevitabile che le particelle più piccole fossero in grado di entrare nel flusso sanguigno, nel sistema linfatico e forse nel fegato. Tuttavia, questa nuova ricerca è la prima nella quale gli scienziati hanno esaminato direttamente microplastiche e nanoplastiche negli organi e nei tessuti umani.
Il dott. Charles Rolsky, ricercatore di microplastiche acquatiche presso lo Stato dell’Arizona e che ha presentato la ricerca, ha dichiarato:
Questi materiali ormai contaminano l’ambiente praticamente in ogni luogo del globo. In pochi decenni siamo passati dal vedere la plastica da un meraviglioso vantaggio a una grave minaccia. Ci sono prove che la plastica si sta facendo strada nei nostri corpi, ma pochissimi studi l’hanno cercata lì. A questo punto non sappiamo se questa plastica sia solo un semplice fastidio o se rappresenti un pericolo per la salute umana.
Effetti sulla salute da chiarire
Tutti i donatori avevano fornito ai ricercatori una storia dettagliata del loro stile di vita, delle diete e del lavoro, quindi il team afferma di essere riuscito a ottenere informazioni su come questi materiali si siano integrati profondamente nei loro corpi. L’idea di materiali industriali non biodegradabili in agguato nel nostro fegato potrebbe sembrare piuttosto terrificante, ma i ricercatori si sono affrettati a sottolineare che le implicazioni sulla salute vanno chiarite meglio.
Il dott. Varun Kelkar, ricercatore e collaboratore del progetto ha dichiarato:
Non vogliamo essere degli allarmisti, ma è preoccupante che questi materiali non biodegradabili che sono presenti ovunque, possano entrare e accumularsi nei tessuti umani, e non conosciamo i possibili effetti sulla salute. Una volta che avremo un’idea migliore di cosa c’è nei tessuti, potremo condurre studi epidemiologici per valutare i risultati sulla salute umana. In questo modo, potremo iniziare a comprendere i potenziali rischi per la salute, se ce ne sono.
Microplastiche, nessun buono auspicio
In generale, gli effetti delle microplastiche sulla salute degli animali non sono ampiamente condivisi. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha affermato che “non ci sono prove per indicare un problema per la salute umana” riguardo alle microplastiche nell’acqua potabile, sebbene abbiano aggiunto che ciò si basa su una quantità limitata di informazioni attualmente disponibili. D’altra parte, alcune ricerche hanno suggerito il contrario. Molte di queste preoccupazioni si concentrano sul bisfenolo A (BPA). La Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti afferma che il BPA è considerato sicuro agli attuali livelli che si possono trovare negli alimenti. Sebbene si noti che vi è una certa preoccupazione per i potenziali effetti del BPA sul cervello, sul comportamento e sulla ghiandola prostatica nei feti, nei neonati e bambini piccoli. Indipendentemente dal suo effetto sulla salute, la scoperta di microplastiche e nanoplastiche negli organi umani dimostra certamente quanto siano diventati pervasivi questi materiali in meno di un secolo. Non perdete i prossimi articoli della nostra rubrica scientifica.
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