La nostra memoria riesce a ricordare meglio alcune parole rispetto ad altre: una nuova ricerca cerca di svelare il perchƩ
A tutti noi è capitato di sentire una parola e ricordarcela subito mentre altre proprio non ci entrano in testa. Ma perché succede questo? Usando una combinazione di tecniche neurologiche e statistiche un gruppo di ricercatori ha provando a rispondere a questo quesito.
La memoria: una rete complicata
Su come immagazziniamo i ricordi non si sa ancora davvero molto. Le reti neurali del cervello sono complicate e sulle modificazioni dei neuroni e della struttura cerebrale nella memoria sono continue. Le malattie come l’Alzheimer o la demenza poi modificano radicalmente la capacitĆ di memorizzare le informazioni, rendendo il quadro ancora più complesso e interessante da studiare. Migliaia di parole vengono ogni giorno sentite ma solo una piccola percentuale di queste sarĆ memorizzata e po trasformata in frasi dette. In un recente studio su pazienti con epilessia e volontari sani, i ricercatori del National Institutes of Health hanno scoperto che i nostri cervelli possono imparare alcune parole meglio di altre e, combinando varie metodologie di test, hanno deciso di capire perchĆ©.
Parole più facili di altre
Alcune parole comuni, come “maiale”, “carro armato” e “porta” vengono ricordate molto più spesso di altre, tra cui “gatto”, “strada” e “scala”. Combinando test di memoria, studi sulle onde cerebrali e sondaggi su moltissime parole un gruppo di ricercatori ha scoperto che il nostro cervello riesce ad associare meglio alcune parole ad altre e memorizzarle, cosƬ come ricorda meglio alcuni eventi rispetto ad altri. Grazie a 2.623 volontari sani selezionati attraverso il servizio di crowdsourcing Amazon Mechanical Turk, i ricercatori hanno effettuato una serie di test di memoria usando coppie di parole. Ad esempio hanno associato “mano” a “mela”, “scala” a “porta” e cosƬ via. Hanno poi chiesto sia quali parole dell’elenco sia quali associazioni risultavano meglio memorizzate. Indipendentemente dall’accoppiamento alcune parole sono memorizzate di più di altre: “Carro armato”, “bambola” e “stagno”, per fare alcuni esempi, erano memorizzate meglio rispetto a “strada”, “divano” e “nuvola”. La cosa particolare ĆØ che molte altre parole di uso raro venivano ricordate meglio dall’elenco rispetto a quelle di uso comune ed anche gli accoppiamenti venivano abbinati meglio rispetto ad abbinamenti più classici e di uso comune.
La ricerca sulla memoria
Per risolvere questo problema, i ricercatori hanno scritto un nuovo programma di machine learning che ha cercato di definire e prevedere le regole della memoria. Il sistema ha analizzato le caratteristiche di migliaia di parole prese da libri notizie e Wikipedia. Inizialmente i ricercatori hanno cercato di collegare caratteristiche semplici, come la frequenza con cui certe parole apparivano con i risultati di memorizzazione. QuesteĀ caratteristiche semplici però non potevano spiegare i risultati. Ad esempio, le parole più facili da ricordare non apparivano semplicemente più spesso nelle frasi rispetto a quelle meno facili da ricordare. Allo stesso modo, non sono riusciti a trovare un legame tra parole concrete o astratte: ad esempio parole “falena” non era più facili da ricordare di “idea”. Invece le regole semantiche e di struttura della parola sono riuscite a spiegare di più i risultati di memorizzazione. Questo risultato si ĆØ dimostrato particolarmente vero per una serie di test effettuati su pazienti con epilessia. Le persone hanno memorizzato meglio parole con struttura simile anche se con significati molto diversi. Successivamente anche le scansioni elettriche del cervello hanno confermato questa cosa: le parole facili da ricordare attivavano i lobi temporali della memoria di più di parole di uso comune ma meno memorizzate.
Le applicazioni
I risultati della ricerca, sostengono i ricercatori, sono molteplici. Possono aiutare i pazienti con deficit o problemi di memoria a trovare soluzioni per ricordare parole, frasi od oggetti facilitando cosƬ la loro vita. L’Alzheimer e altro patologie neurodegenerative distruggono i ricordi e spesso portano a gravi situazioni dolorose anche per i familiari. Trovare sistemi e parole che ritardino questo processo può essere quindi molto utile. Inoltre la ricerca ĆØ utile anche per settori come il marketing e la comunicazione. La struttura delle parole usate può rilevare caratteristiche importanti per far sƬ che certi concetti o comunicazioni siano meglio ricordate. Insomma, grazie a questa ricerca, siamo in grado di “entrare” nella memoria delle persone e capire meglio quali sono i modi per rimanerci di più dentro.
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