Un’applicazione che usa l’intelligenza artificiale può aiutare a sconfiggere l’emicrania, è questo il risultato di una nuova ricerca
Una persona su sette soffre di emicrania e una su cento di mal di testa cronico. Questa condizione può distruggere la vita sociale di una persona e interferire con la sua capacità di far parte della forza lavoro. I farmaci tradizionali per l’emicrania aiutano alcune persone, ma hanno frequenti effetti collaterali. Ora è stata sviluppata un’app che può aiutare a curare l’emicrania, senza l’uso di farmaci.
Lo stress innesca l’emicrania
Il professor Erling Andreas Tronvik dell’Ospedale di St. Olav, è stato fondamentale per lo sviluppo dell’applicazione. Nei suoi studi ha infatti osservato come lo stress possa scatenare attacchi di emicrania. Non solo lo stress negativo, ma anche quello positivo, come anche pianificare una festa o vacanza. Infatti la disregolazione del sistema nervoso autonomo dovuta allo stress può scatenare attacchi di emicrania. Quando viene attivato, questo si riflette nella frequenza cardiaca, nella tensione muscolare e nella temperatura corporea. Questi cambiamenti sono tutti collegati con l’emicrania.
L’intelligenza artificiale a servizio della cura
L’app, che è in fase di sviluppo presso l’Oslo Science Park, riceve i dati sui processi fisici di una persona da due sensori corporei. L’app contiene anche un diario del mal di testa in cui l’utente registra l’uso dei farmaci, la durata, la forza e la posizione delle emicranie. La componente di intelligenza artificiale confronta le informazioni sui segnali del corpo con questo diario e fornisce al paziente un feedback per ottimizzare l’utilizzo dell’applicazione stessa. In questo modo il sistema riesce ad adattarsi al singolo utente. I ricercatori hanno così aggiunto un elemento di gioco in modo che l’utente guadagni un punteggio tra 0 e 100 per il training del sistema di machine learning. L’obiettivo è che l’app sia in grado di prevedere gli attacchi di emicrania, la loro durata e intensità.
Dieci minuti al giorno
Per attivare l’app, l’utente esegue una sessione di allenamento di dieci minuti ogni giorno. Un sensore viene posizionato sul muscolo trapezio nel collo per misurare la tensione muscolare e un altro viene messo su un dito per misurare la frequenza cardiaca e la temperatura. I sensori inviano i dati in modalità wireless allo smartphone dell’utente, che li visualizza sullo schermo. Un’alta frequenza cardiaca, una maggior tensione muscolare e una bassa temperatura delle dita sono reazioni tipiche che possono scatenare l’emicrania. Durante l’allenamento con l’app, gli utenti ricevono una presentazione visiva e personalizzata dei segnali fisiologici sul proprio telefono. Quando l’utente fa qualcosa che provoca un cambiamento favorevole nei segnali fisiologici, percepisce il feedback immediato come positivo, aumentando le possibilità di fare di nuovo la stessa cosa. Così può imparare a regolare i segnali corporei di cui non è solitamente consapevole. Questo dà agli utenti un senso di padronanza. Se l’allenamento con l’app nel tempo porta a una riduzione dei problemi di emicrania, questa sarà ovviamente la più grande ricompensa. L’obiettivo è che la persona abbia effetti immediati e gradualmente più duraturi la possano aiutare a prevenire nuovi attacchi.
La sperimentazione: utile per i giovani
È attualmente in corso un nuovo studio che sta testando l’app-terapia presso l’Ospedale St. Olav e l’Ospedale universitario di Oslo, Ullevål. Trenta bambini e adolescenti stanno ricevendo dati sui loro processi fisici sull’app e un gruppo di controllo di 10 partecipanti riceve dei dati falsi. I dati indicano che i giovani partecipanti stanno diventando migliori nel riconoscere i segnali del loro corpo. I risultati dello studio saranno pronti entro l’estate. I ricercatori sperano quindi di poter iniziare al più presto studi più ampi.
Non solo emicrania: interessante anche per altri disturbi
Anker Stubberud, ha conseguito il dottorato di ricerca gettando le basi per lo sviluppo di questa applicazione per l’emicrania. Il ricercatore è entusiasta dello studio che sta per concludersi. Stubberud ha affermato:
Lo studio può darci un indizio su come un’app può sostituire un terapista. Se l’app dimostra di funzionare come speriamo, pensiamo che un buon passo successivo sarebbe quello di provarlo su altri disturbi che sono collegati alla regolazione del sistema nervoso autonomo, come l’ansia e la depressione.
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