L’ayahuasca è un particolare infuso psichedelico, a base di svariate piante amazzoniche, in grado di indurre un potente effetto allucinogeno, oltre che purgante. Il suo uso originale è legato a pratiche sciamaniche e magiche dei suoi luoghi di origine, ma negli ultimi anni è diventata famosa in tutto il mondo. Anche la comunità scientifica sta dedicando diversi studi per comprenderne meglio gli effetti sul cervello umano
Come per tutti gli psichedelici, l’ayahuasca produce effetti piuttosto diversi, che possono variare dalle classiche “allucinazioni da trip” alla “morte dell’ego”. Nella maggior parte dei casi questa esperienza può durare dalle 4 alle 8 ore. Ma un nuovo studio sul Journal of Psychopharmacology rivela che la bevanda continua a modificare gli schemi cerebrali anche dopo che gli effetti acuti si sono ridotti. L’ayahuasca è una potente miscela allucinogena, prodotta facendo bollire la vite amazzonica Banisteriopsis caapi con altre piante della giungla. La bevanda dal sapore disgustoso contiene la molecola psicoattiva N, N-dimetiltriptamina (DMT), che provoca alterazioni estreme nella coscienza. Una ricerca pubblicata nel 2017 ha rivelato che anche dopo che gli effetti acuti dell’ayahuasca si esauriscono, si possono individuare cambiamenti nel cervello. Recenti ricerche inoltre hanno dimostrato che questa bevanda potrebbe avere il potenziale per curare disturbi emotivi e psicologici come la depressione. Tuttavia gli scienziati stanno ancora cercando di capire come l’ayahuasca possa portare questi cambiamenti positivi.
Ayahuasca: qualche info sugli effetti
Per approfondire l’argomento i ricercatori si sono concentrati sul cosiddetto “effetto afterglow”. Con esso le persone hanno sperimentato miglioramenti prolungati dell’umore e della flessibilità cognitiva, della durata di diversi giorni. In seguito gli autori di tale studio hanno utilizzato la risonanza magnetica funzionale (fMRI) per osservare i modelli di connettività cerebrale, in un gruppo di persone che aveva bevuto ayahuasca per la prima volta nella vita. I ricercatori hanno scansionato il cervello dei partecipanti un giorno prima di ingerire la sostanza e poi un giorno dopo. Hanno cercato di individuare eventuali cambiamenti residui, dovuti agli effetti acuti della miscela. I risultati hanno mostrato un importante aumento della connettività in aree della rete di salienza del cervello 24 ore dopo averla bevuta. Tale rete permette di orientarsi tra gli stimoli esterni e interni, concentrando la propria attenzione nel modo corretto. È interessante notare come la forza di questo effetto sia legata alle alterazioni della somestesia, la capacità di percepire le sensazioni corporee, durante la stessa sessione di ayahuasca.
I primi risultati
I dati ottenuti suggeriscono che chi la beve possa sperimentare cambiamenti a lungo termine nelle proprie sensazioni fisiche. Saranno comunque necessarie ulteriori ricerche per determinarne l’estensione. Le scansioni hanno anche mostrato una ridotta connettività all’interno della rete per la “modalità predefinita” del cervello (DMN). La DMN di solito è associata al mantenimento di un senso di sé. Ad essa è stata correlata una diminuzione della volontà durante la fase acuta dell’esperienza, che gli autori dello studio definiscono come “la capacità del soggetto di interagire intenzionalmente con il proprio sé”. Infine, un giorno dopo aver bevuto l’ayahuasca è stato osservato un aumento della comunicazione tra la rete di salienza e la DMN. Tutto sommato, questi risultati suggeriscono che un giorno dopo aver bevuto l’ayahuasca, i cambiamenti nelle connessioni potrebbero continuare a influenzare i livelli di somestesia e volontà degli utenti, il che potrebbe aiutare a spiegare come la sostanza genera l’effetto afterglow. Aspettiamo insieme ulteriori novità , vi auguro una buona lettura dei nostri altri articoli scientifici.
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