Vite Infinite. Memorie ad accesso casuale di un videogamer: questo è il titolo del libro con cui Diego K. Pierini riesce a farci provare nostalgia dei vecchi Atari ma allo stesso tempo ci rende entusiasti dei videogames dei giorni nostri
Scrivere un libro non è per nulla facile (fidatevi!), ma diciamoci la verità Diego Pierini ci ha giocato un (bellissimo) brutto scherzo. Attira noi giocatori con un titolo che è un sogno fin dai tempi del primissimo Super Mario Bros. (Vite infinite); dopodiché si è permesso di toccare un tasto dolente per noi videogiocatori: il retro-gaming. Parliamo di un libro che inizia con giochi che ahimé non ho mai provato a causa della mia (non poi così tanto) giovane età , per continuare poi con i più conosciuti PAC-MAN e Space invaders. Ma ce ne sono tantissimi fidatevi, ed ad ogni nome il vostro cuore farà sempre un battito in più del dovuto.
Vite Infinite: i videogiochi visti da un bambino
Non parliamo dei bambini della presente generazioni, assolutamente no! Parliamo di quei bambini degli anni 70’/80′Â che si sono ritrovati catapultati in mondi estremamente pixellati. Erano dinanzi uno schermo che sembrava alieno, e Diego era uno di questi. Ci racconta, appunto, le sue esperienze e come il suo “videogiocare” venisse visto non molto bene (almeno inizialmente) da chi lo circondava. Parliamo di anni completamente diversi da oggi dove i videogame erano qualcosa di sconosciuto.
Vite Infinite è un diario atipico di un bambino cresciuto con una tecnologia che non permetteva molto. Questo ci rende partecipi della soddisfazioni di chiunque, a quei tempi, riuscisse a far partire un gioco installato su un floppy disk dopo che lo schermo del PC fosse completamente diventato nero (OMG!). Si perché non potevi mai sapere cosa c’era all’interno di un Floppy-Disk, che tra l’altro circolavano lungo una sottile linea che divideva il lecito dall’illegale. Ma tanto se non youtube, chi mai se ne è fregato del copyright?
(Purtroppo) si cresce
Cosi come me che sono cresciuto col NES per finire alla Switch, c’è chi invece è semplicemente passato da un Commodore, su cui un personaggio era formato da 3 pixel colorati diversamente, alla PS4 Pro 4K e tanti cavoli. Un salto enorme che in mezzo ha visto espandersi il mondo videoludico con aziende come Sony e Microsoft. Nel libro, nonostante l’attaccamento al old style ed ai vecchi PC, non viene vista in modo negativo l’evoluzione che ha effettuato il mondo videoludico (al contrario di come fanno molti affezionati del passato). Al contrario, si riesce a sottolineare le potenzialità  delle nuove generazioni e dei nuovi modi di giochi, storcendo il naso solo in alcune situazioni, che personalmente fanno storcere anche il mio di naso.
In conclusione, non c’è un modo perfetto per spiegarvi cos’è questo libro. Vite Infinite: memorie ad accesso casuale di un videogamer deve essere letto. Chiunque sia amante dei videogiochi, chiunque abbia vissuto gli anni dei floppy, chiunque è saltato almeno una volta sulla testa di browser quando ancora gli si vedevano i pixel intorno, è obbligato a leggere questo libro. Sono sicuro che lo amerete e vi divertirete a leggerlo
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