Opera d’esordio di Kenji Ichima e Tsunehiro Date, Time Paradox Ghostwriter è stato un manga diverso da quello che viene solitamente pubblicato su Shonen Jump. Ma il pubblico ha frainteso il suo messaggio e ha portato la storia alla chiusura
Quando Time Paradox Ghostwriter è arrivato tra le pagine di Weekly Shonen Jump, a maggio, il primo impatto fu molto forte. Infatti, si differenziava in modo chiaro dalle altre opere pubblicate di solito sulla famosa rivista.
Ben lontano dall’essere un battle shonen, anche indiretto (come può esserlo Food Wars), il manga affrontava problemi quotidiani, con toni introspettivi più propri del seinen. Il sempre intrigante elemento dei paradossi temporali, e un disegno molto maturo, completavano un quadro molto promettente.
Tuttavia, il manga del duo quasi esordiente Kenji Ichima e Tsunehiro Date, si è concluso questa settimana, dopo solo quattordici capitoli. Cosa è accaduto?
Time Paradox Ghostwriter bersaglio delle polemiche del web
Teppei Sasaki, il protagonista dell’opera, una notte riceve una copia di Weekly Shonen Jump da dieci anni nel futuro. In essa, esordisce il manga perfetto, White Knight, da parte di un autore sconosciuto. La rivista sparisce il giorno dopo, perciò Sasaki si convince che si sia trattato di un sogno, e, dopo aver riprodotto l’opera sulla base della propria memoria, la presenta con successo a Shueisha.
In seguito, emerge che White Knight è reale, e l’autrice Itsuki Aino, una giovane reclusa, ci sta già lavorando da tempo. Sasaki si ritrova in una situazione senza uscita, nella quale continuare White Knight sembra essere l’unica opzione che rende onore al manga e al pubblico.
Nel corso di tutta l’opera, i sentimenti combattuti di Sasaki vengono sottolineati continuamente. Non solo si sente un ladro, ma non è nemmeno all’altezza di continuare a disegnare un tale manga senza aiuti. Non è per niente felice nonostante il suo sogno di diventare mangaka si sia avverato, e prosegue per puro spirito di dovere.
Nonostante tutto questo, molti lettori hanno visto in Time Paradox Ghostwriter una glorificazione del plagiarismo. La situazione si è ulteriormente aggravata quando è emerso che la vittima era una giovane donna, e il ladro un uomo. Gli attacchi serrati via web all’autore Ichima lo hanno portato a dover chiudere i suoi profili social ai commenti.
Quindi, un manga che già partiva svantaggiato con il pubblico di Shonen Jump a causa della propria peculiarità, ha probabilmente ricevuto il colpo di grazia da questa bufera mediatica.
Cosa ci lascia il finale
Nel corso di un manga, molti personaggi negativi possono rivelarsi sotto una luce diversa, quando emergono nuove informazioni, o quando loro stessi cambiano, raggiungendo una nuova consapevolezza. Situazioni che appaiono in un modo ma sono in realtà in un altro sono la norma in una narrazione ricca di colpi di scena. Non serve neanche dire che raccontare un comportamento non equivalga a sdoganarlo, nonostante tutto il genere shonen sia piagato da una polemica di decenni sulla presunta glorificazione della violenza.
Senza che Time Paradox Ghostwriter abbia avuto lo spazio necessario a raccontare tutta la sua storia, non sapremo mai quale sarebbe stata la catarsi tra Sasaki e Aino. Nel finale che ci viene proposto, Sasaki crea una propria opera solo ed esclusivamente per lei, col risultato di salvarla dal peso che ella pensava di portare da sola – ma anche Sasaki; quello di dover creare un manga che piacesse a tutti, impresa che si rivela impossibile. Una considerazione che risulta ironica alla luce di quanto accaduto.
Quello che colpisce è come gli autori siano riusciti a concludere l’opera in modo piuttosto naturale e convincente, a dispetto del colpo d’ascia di Shueisha. Paragonato a quanto sono stati forzati i finali di altre vittime recenti come Guardian of the Witch o Bone Collection, Time Paradox Ghostwriter riesce ad atterrare in modo aggraziato. La dimostrazione finale del talento di questo nuovo duo, che a questo punto speriamo torni presto con un nuovo titolo.
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