Ci siamo, Venezia 77 è finalmente iniziata! Il primo Festival al mondo in presenza post pandemia è (fieramente) italiano. La serata d’apertura ha visto succedersi volti celebri di Hollywood e nostrani, oltre che ad un doveroso e commovente tributo al Maestro Morricone. Ma il vero ospite stasera e per i prossimi dieci giorni è il cinema, dunque iniziamo: ecco la nostra recensione di Lacci
TITOLO ORIGINALE: Lacci. GENERE: drammatico. NAZIONE: Italia. REGIA: Daniele Luchetti. CAST: Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Linda Caridi, Laura Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini. DURATA: 100 min. DISTRIBUTORE: 01 Distribution. PRESENTATO: 2/09/2020.
Basato sull’omonimo romanzo di Domenico Starnone, Lacci, dà il via alla 77° Mostra Internazionale di arte cinematografica di Venezia, il primo post emergenza sanitaria in presenza. Durante la serata d’apertura è stato anche assegnato il Leone d’oro alla carriera a Tilda Swinton ed è stato omaggiato il Maestro Ennio Morricone riproducendo una delle sue composizioni più celebri: Deborah’s Theme da C’era una volta in America.
La trama | Recensione Lacci
Vanda e Aldo sono una coppia da 12 anni, hanno due figli e una vita normale, finchè un giorno Aldo non confessa alla moglie di averla tradita. Da quel momento tutto cambierà nelle vite dei 4 personaggi principali. Aldo si è innamorato di Linda e vive con lei una storia d’amore spensierata, ma 30 anni dopo Vanda e Aldo stanno ancora insieme. Che cosa può essere successo in tutti gli anni di incomprensioni e sofferenze nelle loro vite e in quelle dei loro figli?
Letterario, a tratti teatrale | Recensione Lacci
Ciò che si nota subito in Lacci è la struttura temporale, il film, così come il romanzo, non segue l’ordine di eventi cronologico ma fa salti temporali fra gli anni ’80 e oggi. Il montaggio è ottimo, soprattutto perchè in un film drammatico la caoticità temporale potrebbe rischiare di confondere lo spettatore, invece aggiunge pathos e rende la messa in scena complessiva molto più teatrale del previsto, l’alternanza passato/presente va di pari passo con l’alternanza narrativa affidata a Vanda e Aldo. Entrambi i protagonisti hanno il loro momento, per questo qualcuno potrebbe azzardare il paragone con Marriage Story, ma non fatevi ingannare, siamo di fronte a due opere molto diverse.
La regia è buona, ricorda molto lo stile usato dal regista per Mio Fratello è figlio unico, primi piani e scene senza sonoro. La musica scelta è molto orecchiabile, ma utilizzata per richiamare lo spettatore all’attenzione, come a preannunciare un momento clou del film.
Cast eccezionale per un film poco brillante | Recensione Lacci
Ciò che fa di Lacci un film sicuramente godibile è il cast, di un livello eccellente, prima fra tutti Alba Rohrwacher che si è trovata ad interpretare un personaggio che deve contemporaneamente essere materno e grottesco, amorevole, ma anche irrazionale. Il dolore trasfigura il suo personaggio rendendolo privo di emozioni positive e lei riesce a passare da un’emozione all’altra con una maestria assoluta. Anche Linda Caridi e Laura Morante riescono a incanalare al meglio le emozioni dei propri personaggi, ma Alba è sicuramente una spanna sopra.
Per il ruolo di Aldo invece, chi spicca, nonostante il minor tempo in scena è sicuramente Silvio Orlando, che conosceva già molto bene il romanzo avendolo portato personalmente a teatro.
Lacci però non brilla, quella che doveva essere la prima gemma italiana, non riesce a convincere. Il film è estremamente fedele al libro, forse fin troppo, la parte dell’adattamento è estremamente carente, il ritmo nonostante sia veloce non basta a far funzionare la pellicola. Un dramma, quotidiano, con un potenziale incredibile, che però, complice anche un finale poco convincente, lascia un po’ di amaro in bocca.
Poco approfondimento psicologico
Il reale problema di Lacci è che i personaggi, tranne quello di Vanda, risultano bidimensionali. Non vengono approfonditi, non vengono raccontati e nemmeno mostrati nelle loro debolezze. In particolare i due figli “adulti” vengono mostrati come il prodotto avariato di un matrimonio altrettanto infelice, ma senza comprendere come le loro vite abbiano preso la piega che viene mostrata. Non basta il cinismo o il realismo a raccontare una storia tanto drammatica, serve un fulcro che porti lo spettatore ad uscire dalla sala e ripensare al film per giorni, esattamente come per Marriage Story.
Lacci è comunque un film che merita di essere visto e che dividerà il pubblico fra chi lo amerà e chi lo odierà, noi per il momento rimaniamo neutrali.
Venezia 77
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Punti a favore
- Cast eccellente
- Colonna sonora
- Montaggio
- Costumi
Punti a sfavore
- Adattamento
- Ritmo incalzante ma poco avvincente
- Finale
- Personaggi poco approfonditi
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