Insieme a René Goscinny creò le avventure di Asterix e Obelix, con umorismo senza età nè confini. Albert Uderzo è stato colto da un infarto nel sonno, a 92 anni, e già da qualche anno aveva scelto i suoi eredi intellettuali
Il fumettista Albert Uderzo è morto questa notte in Francia, nella sua casa, a causa di un attacco di cuore mentre dormiva. I suoi familiari riferiscono che si sentiva stanco da alcune settimane, e che la sua morte non è correlata in alcun modo al coronavirus. Uderzo, insieme al collega René Goscinny, è la matita e la mente dietro ad Asterix, uno dei fumetti francesi più famosi in assoluto.
I due iniziarono a collaborare negli anni cinquanta a serie minori, dove scoprirono la loro alchimia e di essere accomunati dal senso dell’umorismo. Esordirono come coppia con Oumpah-Pah, con protagonista un giovane e polemico indiano d’america. Il 29 ottobre del 1059 esordisce infine Asterix, con Uderzo ai disegni e Goscinny alla sceneggiatura. Nella Francia del dopoguerra, Asterix e il villaggio gallico che si oppone alla conquista di Roma diventano subito un simbolo di resistenza, con la loro tenacia ed irriverenza.
Goscinny ideò Asterix come antieroe, non bello e non prestante, ma molto astuto; fu di Uderzo invece l’idea di affiancarlo ad Obelix, il bonario compagno dalla forza sovraumana. Quando Goscinny muore prematuramente, nel 1977, Uderzo, pur sconvolto, prende in mano l’opera e la continua fino ai giorni nostri. Asterix diventa un fumetto tradotto in tutto il mondo, in ben centodieci lingue diverse.
L’eredità di Asterix che ci lascia Albert Uderzo
Asterix è un fumetto unico nel suo genere: è in grado, infatti, di raggiungere il pubblico più disparato, dai bambini agli adulti. Ciò è possibile grazie all’umorismo intelligente che permea tutta l’opera, e ai riferimenti culturali e politici. Asterix è uno dei migliori esempi di fumetto educativo, perchè esso è un continuo di pillole di storia e cultura dei popoli europei, sia di ieri che di oggi, grazie alla mescolanza tra passato e presente dell’ambientazione. Gli stereotipi con cui le popolazioni vengono rappresentate sono simpatici, satirici e mai offensivi.
Astuzia, tenacia, ma soprattutto amicizia e fratellanza tra popoli sono i valori che permeano le pagine di Asterix. L’oppressore viene ridicolizzato, e vengono messi in luce i mille vizi, rappresentati da altrettanti antagonisti, degli uomini di potere. Nonostante questo e la presenza di tante, tante botte, il fumetto non è mai violento in nessun senso. La chiusura di rito di ogni storia, con il banchetto al chiaro di luna a cui tutti partecipano con gioia, è il vero volto di Asterix.
Uderzo nel 2011 esprime il desiderio di vedere Asterix continuare a vivere negli anni futuri. Designa così due “eredi”, Jean-Yves Ferri, alla sceneggiatura, e Didier Conrad, per i disegni. Grazie a questa scelta, sia i lettori affezionati che le generazioni future potranno continuare a sorridere con le avventure dei galli. E anche riflettere: con Asterix e la figlia di Vergingitorige, ultimo volume supervisionato da Uderzo, sembra che gli autori vogliano raccontarci, a loro modo, di Greta Thunberg.
Ciao, Uderzo, e grazie per tutto quello che ci hai regalato.
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