Bentornati all’appuntamento dedicato agli anime, in particolare quelli del catalogo VVVVID, e al loro raffronto con i manga: oggi vi presentiamo Jammin’ Apollon, di Yuki Kodama
Nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta, tutti noi abbiamo vissuto esperienze che rimarranno impresse nella nostra mente. Storie senza tempo che ci hanno formati, forgiando il carattere e il corpo, permettendoci di avviarci verso le responsabilità della vita con molta più consapevolezza di quanta ne avessimo negli anni della crescita.
Sono proprio queste le storie che più ci attraggono, in un libro come in un film, perché rispettano una parte del nostro vissuto marchiata indelebilmente sulla nostra pelle, permettendoci di rivivere il passato come solo la nostalgia può fare.
Jammin’ Apollon, lett. “Apollo sul pendio”, scritto e illustrato da Yuki Kodama, è un inno all’adolescenza, ai primi amori e agli eventi della vita che ci cambiano inevitabilmente. Una poesia malinconica rivolta al tempo che fu, vista con gli occhi dell’amicizia, quella con la “A” maiuscola.
Il manga, serializzato dal 2007 al 2012, fu in seguito raccolto in nove volumi più un albo Bonus Track, che mostra i personaggi principali dopo la conclusione dell’opera. L’edizione italiana del manga è opera della Panini Comics, che ha pubblicato la storia dal 2013 al 2014.
Dall’opera ne è tratta una serie televisiva anime sottotitolata Kids on the Slope. Prodotta da MAPPA in collaborazione con Tezuka Productions, e diretta da Shin’ichirō Watanabe, la serie venne trasmessa nel 2012 su Fuji TV.
L’anime è disponibile alla visione sulla piattaforma streaming VVVVID.
Trama | Jammin’ Apollon di Yuki Kodama
Inizio dell’estate del 1966. Per via della situazione lavorativa del padre, lo studente Kaoru Nishimi è costretto a trasferirsi da Yokosuka a Kyūshū, per vivere da alcuni parenti. Kaoru, sino a quel momento studente modello piuttosto riservato, cambia radicalmente dopo l’incontro con il “ragazzaccio” Sentaro Kawabuchi, con il quale stringe una forte amicizia; sarà proprio questa a cambiarlo piano piano. Sotto l’influenza di Sentaro, Kaoru scopre il proprio amore per la musica jazz e i valori dell’amicizia vera. Ed unendo le due cose, scopre quanto può essere divertente suonare insieme ad un amico.
La musica Jazz | Jammin’ Apollon di Yuki Kodama
Il manga usa la musica per raccontare una storia, e lo strumento musicale come mezzo attraverso il quale filtrare le emozioni dei loro protagonisti e permettere al lettore di toccarle con mano. La sofferenza, la gioia e la passione dei protagonisti vanno a condire un prodotto che si presenta ben fatto fin dalle basi.
A volte la vita è come il Jazz: prende una direzione inaspettata
Nel presentare i protagonisti della storia, perfettamente incasellati dentro gli stereotipi del genere, il manga prende la giusta direzione unendo all’introspezione psicologica, l’amore per la musica; in particolare per la musica Jazz. Al di là delle preoccupazioni giornaliere, di un passato che torna preponderante a bussare alla propria porta, la musica sembra essere l’unico elemento di unione e pace, proiettando i personaggi della storia dentro scene senza tempo.
Ed è così che i due amici finiranno per usare la musica come mezzo per esprimere se stessi, permettendo al loro rapporto di crescere e alle loro paure di allontanarsi.
In questo senso, quindi, la vita è come il Jazz: pieno di improvvisazioni, di avvenimenti inaspettati ai quali, nonostante tutto, siamo costretti ad andare dietro.
Il valore dell’amicizia | Jammin’ Apollon di Yuki Kodama
L’attenzione si concentra su pochi personaggi essenziali, i quali però sono tratteggiati in modo esemplare.
Oltre ai due protagonisti, spiccano Ritsuko Mukae, amica d’infanzia di Sentaro e figlia del proprietario del negozio di dischi in cui i due ragazzi si trovano per suonare; Junichi Katsuragi, studente universitario e idolo di Sentaro; Infine, la bella Yurika Fukahori, ragazza di buona famiglia.
Nonostante l’azione si concentri principalmente su Kaoru e Sentaro, agli altri personaggi è lasciato spazio sufficiente per farsi conoscere. Le loro vicende, infatti, per quanto marginali, influenzano l’andamento della storia, dedicando agli spettatori scene di forte impatto emotivo e di grande drammaticità.
Nei rapporti umani, specialmente quando si parla di adolescenti, niente è più intenso di un primo amore, della prima vera amicizia, della propria passione più grande. E sono proprio questi sentimenti che muovono i protagonisti della storia, in grado di proporci uno sviluppo personale molto simile alla realtà, a permetterci di vedere riflessa la nostra esperienza personale.
Nonostante il contesto socio culturale abbia un ruolo fondamentale per la formazione dei due ragazzi, l’amicizia rimano comunque il perno della storia (di certo idealizzata e per nulla virile, ma comunque convincente). I due giovani, dalle personalità opposte e alle prese con amori non ricambiati, combattono ogni giorno con il frastagliato mondo dell’adolescenza; riportandoci agli anni adolescenziali, quando ogni piccola cosa sembrava enorme e fondamentale e ogni amore unico e irripetibile.
Conclusioni
Quando ci si pone la domanda: è meglio il manga o l’anime? di solito è molto semplice rispondere. La maggior parte delle volte, il cartaceo ci porta dentro mondi inesplorati, molto di più di quanto potrà mai fare l’anime.
In questo caso, invece, la situazione di ribalta.
La collaborazione tra il regista Shinichirō Watanabe e la compositrice Yōko Kanno innalza la qualità di questo lavoro decisamente sopra alla media, facendone un’opera emotivamente coinvolgente e visivamente notevole.
Le musiche e le colonne sonore sono il vero punto forte dell’intera storia, rese altrettanto reali da un’animazione strepitosa. Infatti, a ricevere gli elogi maggiori da parte della critica, sono state le performance musicali; assolutamente in grado di sincronizzare i movimenti dei personaggi con la musica.
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