Scopriamo con questo nuovo speciale perché Il Signore degli Anelli è una trasposizione quasi impeccabile, con un film che rende giustizia al libro
Avevo circa nove anni quando entrai in sala per vedere La Compagnia dell’Anello. Iniziai a guardarlo senza sapere cosa aspettarmi, prima di restare travolto dalla magia del mondo tolkeniano, con un film che amai sin dal primo istante. Ma non sono qui per parlarvi di me, quindi, dopo gli speciali delle settimane scorse, in cui analizzavo i problemi derivati dal passaggio de Lo Hobbit dal libro al film, eccoci con questo nuovo appuntamento dedicato al Signore degli Anelli. Questo, è senza dubbio uno degli adattamenti più riusciti di sempre, col non semplice compito di adattare le 1200 pagine scritte da Tolkien in tre film, che si riveleranno un enorme successo. Continuate a leggere per scoprire cosa Jackson ha cambiato, andando ad analizzare gli elementi chiave che hanno decretato il successo del film.
Dal libro al film: l’importanza di Tolkien e la bravura di Jackson nel realizzare il Signore degli Anelli
La Miramax Films, nel 1995, iniziò a progettare lo sviluppo di un adattamento dal vivo de il Signore degli Anelli. Il progetto prevedeva due film, ma, visti i costi eccessivi, subentrò la New Line Cinema, che estese la portata del progetto con un terzo film. Jackson, da appassionato, mise in campo tutte le sue conoscenze, e per la trilogia vennero utilizzati effetti speciali innovativi di alto livello. Dalla computer grafica, arrivando poi all’ utilizzo di modellini e diorama. Jackson però non si limitò a copiare l’opera originale, ma mise in campo la sua visione, apportando dei cambiamenti e riuscendo a miscelare con successo l’high fantasy epico del romanzo con la spettacolarità dei blockbuster hollywoodiani. Questo partendo da un’opera tanto importante quanto complessa da adattare.
Ambientato alla fine della Terza Era della Terra di Mezzo, il Signore degli Anelli fu scritto da Tolkien tra il 1937 e il 1949, con la seguente pubblicazione in tre volumi. L’opera ebbe un importante eco, con svariati riconoscimenti sia da parte dei lettori che della critica, portando alla formazione di varie società tolkieniane sparse per il mondo. Ma lo sviluppo della storia non fu semplice, con Tolkien che dopo lo Hobbit iniziò a pensare ad un seguito contraddistinto sempre dagli stessi toni, anche per accontentare l’editore. In seguito, con la seconda guerra mondiale in mezzo, i tempi si allungarono, e il romanzo cambiò sotto molti aspetti.
L’opera infatti nasce dalle passioni dello stesso Tolkien, amante della mitologia norrena, germanica e finlandese. A questo, si aggiunse anche la passione verso la filologia e la religione, che saranno poi alla base del romanzo. Infatti i temi ricorrenti sono soprattutto il bene contro il male, il concetto del libero arbitrio, della morte e della resurrezione. Proprio per il fatto che tutto questo deriva da passioni radicate in Tolkien, era sicuramente quasi impossibile fare meglio di Jackson, che ha trattato il materiale originale con rispetto pur non rinunciando a farsi carico di alcuni cambiamenti, che potrete leggere nel prossimo paragrafo.
Il Signore degli Anelli: le principali differenze tra libro e film
Adattare un libro importante come il Signore degli Anelli, è certamente un’operazione tanto complessa quanto ricca di opportunità. Opportunità che Jackson ha sfruttato al massimo, riuscendo a proporre una trilogia di indiscutibile qualità. Nel farlo, però, ha dovuto comunque operare dei tagli, che ora andremo ad analizzare. In questo caso, considerando il risultato finale, sicuramente possiamo dire che il regista ha fatto le giuste scelte, soprattutto per la mole di contenuti proposti.
- La prima esclusione importante nel passaggio dal libro al film è Tom Bombadil. Questa altro non è che una creatura che aiuta Frodo e i suoi compagni all’inizio del viaggio. Una figura apprezzata dai lettori, che però Jackson ha deciso di tagliare per paura di non riuscire ad inserirla nel modo giusto. Questo perché comunque ai fini della trama il problema poteva essere aggirato. Una scelta che se da una parte può far storcere il naso, dall’altra è più che comprensibile, con la necessità di portare su schermo un racconto ricco di dettagli ed eventi.
- Un’altra importante esclusione è quella di Glorfindel, principe elfico che nel libro scorta frodo a Gran Burrone dopo che quest’ultimo è stato pugnalato. Nel film, questo avviene con l’intervento di Arwen, che si occupa degli inseguitori grazie all’incantesimo nel fiume. Nel libro, questo viene fatto da Elrond e Gandalf.
- Faramir nel film sembra non desiderare l’anello, mentre nel libro ne è vittima come il fratello Boromir.
- Nel film Frodo è un giovane Hobbit, mentre nel libro è adulto
- Nel libro è Gandalf ad insistere per passare da Moria, con Aragorn che invece non è convinto.
- Un’altra differenza riguarda la volontà di Gandalf di consultarsi con Saruman. Un incontro che nel libro avviene in modo diverso, con Radagast che va da Gandalf per dirgli di far visita a Saruman.
- Nel libro Bilbo si offre per portare l’anello a Mordor.
- Nella battaglia del Fosso di Helm, gli elfi sono presenti solo nel film, mentre nel libro non ci sono.
- Importante anche il taglio fatto sul finale del libro, che vedeva la Contea sotto il controllo delle forze di Saruman, con la seguente battaglia di Lungacque degli hobbit per liberare la loro terra.
Il Signore degli Anelli: Libro e film non sono uguali, ed è giusto che sia così
Come avrete capito leggendo l’articolo, lo spirito de il Signore degli Anelli è rimasto intatto, pur mutando sotto alcuni aspetti. Questo dal mio punto di vista è l’esempio perfetto di come dovrebbe essere fatto un adattamento, con cambi funzionali al passaggio ad un media diverso, ma con gli elementi chiave ben saldi all’interno del racconto. Perché Jackson non si è limitato a fare un copia incolla (che qui sarebbe stato impossibile), ma ha modificato alcuni aspetti mescolando con successo intrattenimento ed epica, in un’amalgama perfetta che ci ha regalato una delle migliori trilogie di sempre. Un adattamento che nel passaggio al grande schermo viene supportato da una colonna sonora sublime, effetti speciali innovativi e una direzione artistica quasi inattaccabile. Tutto questo riproponendo un racconto che ha segnato un intero genere, per un matrimonio perfetto.
Ovviamente non a tutti sono andati a genio le modifiche apportate, ma resta il fatto che il cinema è contraddistinto da elementi cardine che non si possono piegare all’idea di realizzare una mera copia dell’opera originale. Perché se con Lo Hobbit (come scritto nel precedente speciale), si era spezzata la magia, con le atmosfere del libro annacquate dalla volontà di spettacolarizzare il racconto a fini commerciali, col Signore degli Anelli ci troviamo invece di fronte al giusto equilibrio tra fedeltà ed intrattenimento.
Considerazioni finali
Dopo altri tentativi mal riusciti, è incredibile vedere come questo adattamento sia ancora un punto di riferimento. Un film che non sente il passare degli anni, e anzi, si conferma come una delle migliori trilogie di sempre. Forse non si raggiunge l’importanza rappresentata dalla controparte cartacea per diversi motivi, ma il film de il Signore degli Anelli sono sicuro che continuerà a far parlare di sé, dimostrando come sia possibile portare sul grande schermo anche un’opera complessa come quella di Tolkien. Un viaggio tanto unico quanto emozionante, che difficilmente avrà rivali nel suo genere.
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Niccolò Ramelli
21 Maggio 2020 alle 16:42Sono Niccolò e ho 31 ani, io come te sono stato rapito dalla bellezza del primo film che mi ha appassionato a tal punto da leggere tutto ciò che Tolkien ha scritto nella sua vita. Non ne sono un esperto ma un appassionato. In merito al taglio che P. Jackson ha fatto del film devo dire che non è tutta farina del suo sacco infatti, se non l’hai visto, esiste un cartone animato del 1978 che è esattamente ricalcato dal film e che arriva fino alla battaglia del Fosso di Helm. Il cartone avrebbe dovuto avere un seguito che non venne mai fatto con mio grande rammarico, poichè nel film il taglio del terzo capitolo non è riuscito con lo stesso successo, paragonabile a quanto accaduto con lo Hobbit. Come grande fan ho apprezzato la trasposizione cinematografica soprattutto per i costumi, la fotografia e l’atmosfera che riesce a creare e do il merito di aver affrontato con coraggio una materia ardita come quella della colossale saga de “Il Signore degli Anelli”, sebbene sia rimasto stupito in negativo da alcune scene della extended edition, che da appassionato ho percepito come violenza per i miei occhi.
Mattia Manneschi
22 Maggio 2020 alle 9:51Ciao Niccolò, sono Mattia, autore dell’articolo. Intanto grazie per essere intervenuto dicendo la tua. Credo che il Signore degli Anelli riesca a mettere d’accordo quasi tutti riguardo la qualità della trilogia di Jackson, anche se come dicevi forse l’extended edition mostra anche passaggi che si potevano lasciare da parte. Per quanto riguarda il film d’animazione, non l’ho citato pur avendolo visto perché volevo concentrarmi sulla trilogia di Jackson, che già per conto suo offre molti spunti. Già con quest’ultima, infatti, ho dovuto lasciare alcuni aspetti da parte per non caricare eccessivamente l’articolo, ma hai fatto bene a parlare del film d’animazione, che ora è passato in secondo piano per l’enorme successo dei film.