Oggi, per il nostro speciale dedicato ai migliori registi del decennio, andremo a parlare dei fratelli Safdie, dietro la regia di grandi film come Good Time e Diamanti Grezzi
Lo speciale della nostra rubrica “registica” sara oggi dedicato ai fratelli Safdie, autori tra i più chiacchierati del momento e anche grandi esclusi degli Oscar 2020. Grandi esclusi poichè i Safdie sono anche le menti dietro al formidabile film che è Diamanti Grezzi (2019), distribuito internazionalmente da Netflix. Va poi evidenziato anche il loro altro ottimo film, Good Time (2017), che gli ha permesso di ottenere una certa popolarità e di conseguenza anche un maggiore budget per il sopra citato Uncut Gems (titolo originale di Diamanti Grezzi). Senza dimenticare, sempre per quest’ultimo film, la possibilità di lavorare sotto la produzione di un assoluto maestro come Martin Scorsese.
Ovviamente, prima ancora di Good Time, abbiamo una serie di cortometraggi e film indipendenti. Una gavetta che però non è distaccata dai loro successi ma anzi è completamente connessa, come dimostra il film Heaven Knows What (2014). Andiamo quindi a scoprire il personalissimo stile del duo e quindi cosa caratterizza principalmente le loro opere.
Fratelli Safdie: stile
Partiamo dicendo che i “Safdie brothers” hanno uno stile nevrotico, iper-realista, semi-documentaristico ma al tempo stesso surreale. Questo ovviamente porta diverse conseguenze e una miriade di sensazioni per lo spettatore. Per quanto riguarda lo stile nevrotico, è evidente dai movimenti di macchina veloci e dall’utilizzo frequente di camera a mano. Oltretutto le riprese sono claustrofiche, per lo più schiacciate sul volto dell’attore, la cui recitazione diventa ovviamente fattore fondamentale per la riuscita dell’opera. Non a caso Robert Pattinson (Constantine Nikas in Good Time) e Adam Sandler (Howard Ratner in Uncut Gems) hanno dato vita a delle prove attoriali da veri fenomeni (aiutati certamente anche da ottime sceneggiature ma ciò non toglie la difficoltà del loro compito).
La ricerca della frenesia
Dinamismo e rappresentazione realistica si connettono poi in un montaggio frenetico, in cui inquadrature, voci e suoni si susseguono senza un attimo di scampo. Vi sono diversi momenti in cui le sequenze diventano volutamente confuse, ansiogene e lo spettatore è letteralmente travolto; appena si può assimilare qualcosa ecco che succede qualcos’altro. Come specificheremo meglio dopo, ciò non è altro che la rappresentazione di un mondo avido, dove alla fine, in tutto questo vociare, vi è solo un elemento che conta realmente: il denaro
Lo stile iper-realista si nota poi nella forte volontà di mettere in scena ambientazioni sporche e dinamiche. Lo si può vedere dalla fotografia granulare e dalle inquadratura sporche, con continui cambiamenti di messa a fuoco. Non mancano poi ottimi piano-sequenza che ci immergono completamente nella vicenda, come la fantastica sequenza del ritorno di Kevin Garnett (quello vero!), col tanto discusso opale nero, presso la gioielleria di Howard. Infine, come ultimo tocco finale al personale stile di Josh e Benny Safdie, vi è un pizzico di surrealismo, presente nelle musiche elettroniche e nei neon allucinati delle scene notturne.
Sguardo in avanti ma con rispetto del passato
Detto questo, è facile capire perchè Scorsese ha scelto di finanziare il loro ultimo film. Questi registi non solo hanno qualcosa da dire ma possiedono anche uno stile per certi versi affine al grande maestro newyorkese. Anche senza avere una cultura cinefila estremamente ampia, sono evidenti i rimandi e in generale un grande rispetto verso il cinema della New Hollywood. Diversi critici hanno dichiarato che non vedevano una New York così avida, sporca e amorale dai tempi di Taxy Driver (1976). Se il paragone è certamente iperbolico, al tempo stesso non si può dire che i modelli di riferimento per i Safdie siano altri.
Insomma, lo stile del duo sembra proprio un mix tra nuovo e vecchio, come se un Martin Scorsese e un Nicolas Winding Refn si fossero fusi insieme, dando vita a questo allettante ibrido. D’altronde il cinema autoriale, da diversi anni, sembra proprio muovere in questa direzione, fatta di rimandi, citazioni ma anche necessaria originalità .
Fratelli Safdie: tematiche
Il personale stile del duo, sopra descritto, va poi a sostenere ottime sceneggiature, basate su temi esistenziali e quindi anche universali. Tra questi troviamo prima di tutto l’autodistruzione. I personaggi interpretati ottimamente da Pattinson e Sandler sono emblemi di questa innata tensione verso scelte scellerate e obbiettavemente stupide. Questa spirale negativa, presente non a caso in diversi film della New Hollywood, è però causata sempre dalla volontà di migliorare la vita di sè e dei propri cari. Per questo non riusciamo ad esprimere un giudizio negativo nei confronti di questi personaggi, nonostante le loro scelte azzardate, a volte totalmente amorali. Anzi, i loro difetti uniti a questa umanità /passionalità di fondo ce li rendono estremamente empatici. D’altronde chi può odiare il volto instupidito, sognante e al tempo stesso furbo di Adam Sandler in Uncut Gems?
L’importanza del contesto
Alla base delle azioni dei personaggi e quindi anche causa dei loro aspetti negativi, vi è poi il contesto. Quest’ultimo è crudele, avido, frenetico e non concede alcun spazione alla ponderazione e all’indecisione. Questo spiega, assieme al carattere impulsivo dei nostri protagonisti, anche le diverse scelte stupide ed insensate. Si agisce d’istinto, in una costante altalena tra successo e insuccesso, in un equilibrismo tra ricchezza e fallimento. Nel dipingere questa bruttezza di fondo non manca una certa implicita morale, tipica di diversi capolavori ambientati in contesti parzialmente o totalmente illegali. Una morale che, seppur abbastanza prevedibile, ci fa riflettere e non è mai urlata.
L’uomo visto come diamante grezzo
Da notare infine la presenza di oggetti “chiave” che spingono i soggetti a compiere le azioni messe in scena. Si pensi alla bottiglia di acido in Good Time e all’opale tanto agognato dal gioielliere di Adam Sandler. In particolare quest’ultimo assume anche una forte valenza metaforica all’interno della storia presentata da Diamanti Grezzi. L’opale, con i suoi mille colori nascosti all’interno, può infatti rappresentare la fondamentale bontà d’animo del protagonista. Un’umanità che però regredisce di fronte allo snervante e sfiancante contesto esterno che plasma l’uomo e lo rende appunto non più diamante puro ma “grezzo”.
Fratelli Safdie: conclusione
Speriamo che questo speciale abbia ben riassunto le caratteristiche di questa coppia, dotata di uno stile personale, ben riconoscibile e che mischia “vecchio” e “nuovo”. Ci sembra anche giusto darvi un consiglio; i film dei Safdie tendono ad iniziare in maniera dinamica ed iper-confusionaria. Non fatevi spaventare da questi incipit e vedrete che col procedere della narrazione la storia principale andrà a delinearsi per bene, ed anche voi vi troverete a pensare a mille come il protagonista. Sarete infatti letteralmente immersi da un connubio psicadelico di immagini e suoni. Questa “cascata” che vi travolgerà non sarà fine a se stessa ma al servizio di un cinema che può essere al tempo stesso dinamico, ansiogeno, divertente, emozionante e brutale. Proprio come i mille colori nascosti all’interno del diamante grezzo di Uncut Gems.
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