Questa settimana, protagonista del nostro classico appuntamento con i registi del decennio è Edgar Wright, autore di film come Baby Driver o L’alba dei morti dementi
Edgar Wright è un regista magari non famosissimo ma che nel tempo si è saputo costruire una buonissima reputazione fondata su solidi ed apprezzati film. Dalla sit-com Spaced (1999-2001) fino al recente Baby Driver (2017, nominato a 3 premi Oscar) tutte le sue opere sono state lodate da critica e pubblico. Ciò che rende Wright un regista di successo è un mix fantastico tra sapiente uso dei mezzi cinematografici e grande cultura cinefila, senza dimenticare la sua passione per il rock. Questi elementi hanno portato il regista a dirigere film in grado di essere piacevoli per tutti, con uno stile moderno e dinamico. Andiamo quindi a scoprire il modo di fare cinema e la poetica di questo scoppiettante autore.
Edgar Wright: stile
Un primo punto che ben raffigura il Wright-regista è la lettura in chiave originale dei generi, soprattutto in versione parodica. Emblematico di questa caratteristica è la “trilogia del cornetto“, un’ipotetica serie di tre film non collegati in via ordinaria ma che condividono una serie di elementi come appunto il famoso gelato Algida o gli esilaranti “salti della staccionata”. Ognuna di queste opere va a rileggere in maniera ironica il genere rispettivamente zombie-horror, action-poliziesco e la fantascienza. Oltretutto, la rilettura avviene con una mescolanza di toni dal demenziale al drammatico fino al mistero e tutto ciò con una naturalezza disarmante.
Wright o Tarantino?
Se vogliamo potremmo definire Edgar Wright uno pseudo-erede del grande Quentin Tarantino. Non mancano infatti le assonanze come la passione per il cinema di genere e in particolare il B-movie. Pensiamo ad esempio all’utilizzo comune ai due registi delle scene splatter, tipica di un certo tipo di film. A queste assonanze si aggiungono altri dettagli più tecnici come l’utilizzo dei c.d. “crash zooms“, ovvero ingrandimenti improvvisi che vanno praticamente a sbattere contro l’oggetto della nostra attenzione. Infine va ricordata la grande cultura cinematografica che gli accomuna e che ovviamente si riversa nelle riletture dei generi presenti nelle loro opere.
Montaggio e regia dinimici
Altro elemento fondamentale è la presenza di montaggi frenetici con jump-cut per le scene di vita quotidiana. Ciò esalta la ripetitività/monotonia dei nostri protagonisti che immancabilmente viene interrotta da qualche incredibile evento. Il montaggio e la regia dinamica sono però anche presenti nelle scene d’azione, sempre esasperate senza però mai perdere quel minimo di credibilità. Ad esaltare il nostro divertimento ci pensa poi la storia dei nostri protagonisti (da uomini comuni a eroi) e la musica…
Cinema rock ‘n roll
Non potremmo infatti parlare di questo regista senza citare la sua grande passione per il rock inglese che va ad arricchire praticamente tutte le sue opere. Diverse sono le sequenze appositamente montate seguendo il ritmo della canzone che stiamo ascoltando ed ecco perchè nell’introduzione parlavamo di uno “scoppiettante autore“. Il montaggio frenetico, i crash zooms, le panoramiche a schiaffo, la musica rock montata con un grande senso del ritmo ne fatto a tutti gli effetti un regista iper-moderno, dinamico e capace di intrattenere chiunque dal cinefilo più incallito fino allo spettatore più distratto.
Edgar Wright: tematiche
Il paragone con Tarantino ritorna ovviamente anche nella “poetica” di Wright. Le citazioni nerd tra film, videogiochi e musica si accavallano tra loro senza però mai rendere il suo cinema puro citazionismo. Questi riferimenti, infatti, non vengono trattati alla stregua di meri “regali” per gli appassionati ma diventano pretesti per giocare con la rilettura originale e ironica del genere. Citazioni che permettono anche di gustare le sue opere più e più volte, dato che passiamo dal riferimento esplicito fino all’analogia sussurata. Potremmo dire che l’esordio internazionale con l’Alba dei morti dementi (2004) rappresenta, già da solo, la volontà di divertire il pubblico in maniera originale prendendo però spunto dal passato.
Rivisitare il genere innalzandolo
Prima parlavamo anche di mescolanza di generi e soprattutto di toni. Una grande dote del cineasta inglese è proprio la capacità di passare da momenti puramente demenziali o irrealistici ad altri molto più drammatici con una grazia assoluta. Pensiamo al cigno di Hot Fuzz (2007) oppure alla fissazione per il “cornetto” o ancora alle sequenze fumettose di Scott Pilgrim vs The World (2010). Tutti elementi completamente irreali o demenziali eppure in qualche modo Wright ci accoglie nel suo mondo e ci fa divertire assieme a lui. Lo stesso si può dire per il finale di Baby Driver che, seppur per alcuni costituisca un “difetto” del film, non fa altro se non ricordare l’autore che abbiamo davanti. Riassumento potremmo dire che una delle più grandi doti del regista è quella di rivisitare o parodiare il genere senza però mai abbassarsi di livello, anzi andando addirittura ad innalzarlo in maniera originale.
British humour
Non possiamo parlare di Edgar Wright senza richiamare l’affiata collaborazione con il duo di attori formato da Nick Frost e Simon Pegg. Una coppia capace di dare un sapore unico alla “trilogia del cornetto” e in grado allo stesso tempo di divertire e farci affezionare. In particolare Pegg ha anche contribuito alla sceneggiatura di tutti i tre film, assieme allo stesso Wright. Una comicità spesso demenziale ma dal sapore raffinato tipico del british humour. Pensiamo ai comportamente stupidamente infatili o indifferenti di fronte a situazioni drammatiche oppure all’utilizzo di certe “frasi ad effetto“. Soprattutto quest’ultimo elemento ricorre spesso nei film del regista inglese per evidenziare certe citazioni oppure anche per richiamare elementi importanti per la storia.
Edgar Wright: conclusione
Eccoci giunti alla fine di questo speciale dedicato a un regista fondamentale per il cinema moderno. In grado di coniare le esperienze del passato, la cultura pop e lo stile post-contemporaneo Edgar Wright è capace di un cinema irresistibile e ad alto tasso di intrattenimento, senza far mai venire meno le sue caratteristiche autoriali. Attualmente sta lavorando all’atteso Last Night in Soho, un horror psicologico con protagonista Anya Taylor-Joy. Sarà curioso vedere la mano di Wright su un genere apparentemente lontano da ciò che ha fatto finora. La pellicola dovrebbe uscire nel 2021 e noi non vediamo l’ora di scoprire cosa ci riserverà. Vi diamo quindi appuntamento alla prossima settimana per un altro speciale dedicato ai registi che più hanno segnato la settima arte nell’ultimo decennio.
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