Per questo inizio di 2021 vi presentiamo la retro-recensione di La Storia Infinita, film del 1984 tratto dall’omonimo libro di cinque anni prima: fantasy per antonomasia, non senza pecche, entrato di diritto nell’immaginario collettivo
TITOLO ORIGINALE: Die unendliche Geschichte. GENERE: Fantasy. NAZIONE: Germania Occintale. REGIA: Wolfgang Petersen. CAST: Barret Oliver, Noah Hathaway, Tami Stronach, Deep Roy, Gerald McRaney, Sydney Bromley, Patricia Hayes, Moses Gunn, Thomas Hill, Tilo Prückner. DURATA: 101 minuti. DISTRIBUTORE IN ITALIANO: Medusa Film. USCITA: 1984.
La Storia Infinita, film fantasy del 1984, diretto da Wolfgang Petersen e ispirato all’omonimo romanzo dello scrittore tedesco Michael Ende. Se è vero che l’autore del libro lo ha duramente definito come “una sozzura a livello umano, un tradimento a quello artistico”, non si può dubitare che, pur nella semplificazione che inevitabilmente aleggia sulla trasposizione cinematografica di un testo originario tanto pregno di significati, il film di cui parliamo in questa retro-recensione è rimasto negli annali come un cult fantasy, davvero eterno.
La Storia Infinita raggiunse le sale cinematografiche di tutto il mondo nel 1984 e venne presentato come la produzione cinematografica tedesca più costosa della storia. In effetti la sua realizzazione è costata ben 25 milioni di dollari dell’epoca, ma d’altro canto ha portato, anche dal punto di vista tecnico, a uno dei migliori film dell’epoca, che ha ben retto l’inevitabile invecchiamento.
La trama | Retro-recensione La Storia Infinita
Protagonista della storia è un bambino di 10 anni di nome Bastian (Barret Oliver), che a causa della recente morte della madre, vive un momento di profonda tristezza e chiusura in se stesso. Il malessere di Bastian non coinvolge solo la sfera domestica, rendendo difficile e quasi inesistente la comunicazione con il padre, ma anche l’ ambito scolastico, portandolo ad estraniarsi dai compagni che spesso lo bullizzano. Una mattina, per fuggire dalle persecuzioni di tra suoi compagni, trova riparo nell’antica libreria del signor Carlo Corrado Coriandoli (Thomas Hill), intento nella lettura di un grosso volume intitolato “La storia infinita”. Bastian, amante della lettura, rimane attratto dal volume e, approfittando di un momento di distrazione del Signor Coriandoli, se ne appropria scappando velocemente verso scuola. Il giovane ragazzo, piuttosto che seguire le lezioni, si rifugia nella soffitta dell’edificio per iniziare a leggere il romanzo. Ma il libro ha un potere misterioso, e Bastian si trova subito profondamente coinvolto dalla storia che sta leggendo.
Il libro parla di un regno, Fantàsia, minacciato dall’espansione di una forza misteriosa, il Nulla, impersonificata dal terrificante e famelico lupo Gmork, che causa la sparizione di regioni sempre più estese dell’impero. Sovrana del regno è una giovanissima Imperatrice (Tami Stronach), in fin di vita a causa di un male sconosciuto che progredisce velocemente togliendole le forze. Sicché anche Fantàsia sembra condannata alla distruzione. L’unica soluzione è l’intervento di un essere umano, il valoroso giovane Atreyu (Noah Hathaway), a cui è stato affidato il compito di salvare l’imperatrice che per guarire ha bisogno di un nuovo nome, che deve essere scelto da un umano.
Da questo momento in poi la vita di Bastian cambierà radicalmente: il ragazzo, inizialmente incredulo, realizza di poter influenzare attivamente il proseguio della storia. Capisce cos che l’unico a poter salvare veramente il regno dal male è solo lui, nonostante le sue debolezze e le insicurezze. L’impresa straordinaria ed emozionante che vivrà Bastian non solo muterà le sorti di Fantàsia ma comporterà un cambiamento radicale nella vita reale del giovane e coraggioso ragazzo.
Le allegorie | Retro-recensione La Storia Infinita
Il film, come d’altronde il libro che lo ha preceduto, ha avuto uno straordinario successo sin dall’uscita, sia tra i bambini che tra gli adulti. Dietro le vicende dei suoi protagonisti, però, si celano numerose allegorie e significati nascosti, che danno vita a un affascinante simbolismo che tutti in qualche modo percepiamo. Sono numerosi, infatti, i richiami alla mitologia, che attiva il nostro inconscio evocando concetti molto più profondi di quanto apparentemente non sembri attraverso una prima lettura del libro o una prima visione della pellicola. In molti hanno visto nelle vicende del protagonista Atreyu l’allegoria del prescelto che deve affrontare svariate prove prima di giungere alla “rivelazione”, altri addirittura considerano Atreyu come un messia che lotta per sconfiggere il peccato sotto forma del Nulla.
Certo è che, per la sua trama così complessa e affascinante, la storia si presta a svariate interpretazioni, con la possibilità di attribuirvi più di un riferimento nascosto, sia pur vero o frutto dell’immaginazione. Un’ipotesi particolarmente accreditata è ad esempio che i personaggi del primo film, così come vengono rappresentati, traggano spunto da personaggi della mitologia tedesca, vista l’innegabile analogia di alcuni protagonisti con divinità norrene. L’analogia più palese è quella tra il lupo Gmork e il mitologico lupo Fenrir, l’uccisore di Odino. A sua volta potrebbe individuarsi un parallelo tra Atreyu e il dio Tyr, la divinità della guerra e della giustizia che secondo la mitologia scandinavo-germanica era un cacciatore di lupi e, infine, uccide Gmork per il bene del suo regno di Fantàsia, proprio come la divinità che, nel mito, dona un braccio alla bestia perché venga imprigionata una volta per tutte. Ed ancora il dio Ullr, divinità invernale che potrebbe avere ispirato l’episodio della prova dello specchio, l’incontro con Morla, tartaruga gigante che, nella mitologia, porta sulla schiena la Terra, fino alla stessa imperatrice bambina, che potrebbe invece essere derivata da Freya, divinità scandinavo-germanica della bellezza e dell’amore.
Un significato profondo | Retro-recensione La Storia Infinita
Naturalmente, per quanto suggestive, si tratta di supposizioni. Ma l’interpretazione soprastante costituisce una delle tante chiavi di lettura che negli anni sono state date al capolavoro cinematografico, del quale non si dubita della moltitudine dei significati. Tutto ciò contribuisce a rendere il film, così come il libro a cui quest’ultimo si ispira, una pietra miliare della cultura popolare, degno di essere ricordato per la sua bellezza e per le grandissime emozioni che ha saputo suscitare nei decenni. Questo perché, fondamentalmente, narra una storia che riguarda ogni bambino che diventa adulto, che deve fare i conti, spesso, con la perdita della fantasia che, a ben vedere, non può però perdersi.
La volontà del nulla di prendere il potere su Fantàsia, in verità, è irrealizzabile. Perché il mezzo con cui il nulla conquista è far sparire ciò che esiste. Ma se qualcosa esiste, non può essere nulla. Il modo in cui rendere immune il regno dal potere del nulla è, quindi, dargli una identità: attraverso un nome, il nome della principessa datole dalla voce di un bambino. Ed è la fantasia a poter fare di ciò che non è, ciò che è. Come è stato spiegato dallo stesso Michael Ende, il significato di La storia infinita non è circoscritto a una banale storia di evasione dalla realtà, bensì un invito a risvegliare le forze creative più personali e costruire una nuova Fantàsia, un nuovo universo di valori.
Conclusioni
Già solo per i numerosi livelli di significato, sempre attuali, La Storia Infinita trattata in questa retro-recensione mantiene, ad oggi, lo status di cult senza tempo. Lo stesso però si può dire avendo riguardo agli aspetti prettamente tecnici della pellicola, nella quale è stato sfruttato a dovere l’elevato budget utilizzando effetti pratici che sono invecchiati benissimo. Se dunque è innegabile che il film mostri di essere un frutto della sua epoca, si può altrettanto affermare che la storia narrata è, davvero, infinita.
Punti a favore
- La colonna sonora indimenticabile
- Gli effetti speciali avanguardistici
- Il messaggio di fondo
Punti a sfavore
- La semplificazione, pur inevitabile
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