Ormai lo avete capito, questo mese è dedicato a Tarantino e al suo genio incontrastato. La retro-recensione di oggi è dedicata a Bastardi senza gloria, il film più brutale della filmografia del regista ma anche quello che tratta l’argomento storicamente più delicato: la seconda guerra mondiale con tutto ciò che ne consegue. Scopriamo insieme i dettagliÂ
TITOLO ORIGINALE: Unglorious Basterds. GENERE: azione. NAZIONE: Stati Uniti. REGIA: Quentin Tarantino. CAST: Christoph Waltz, Brad Pitt, Michael Fassbender, Diane Kruger. DURATA: 153 min. DISTRIBUTORE: Universal Pictures. USCITA CINEMA: 2009.
Il film venne presentato in concorso al Festival di Cannes 2009, in una versione non definitiva, ma nonostante questo Christoph Waltz si aggiudicò il Premio d’interpretazione maschile. Premiazione che trovò in accordo anche l’Academy visto che agli Oscar 2010 Waltz fu premiato come miglior attore non protagonista, per altro unica statuetta vinta a fronte delle otto nomination ricevute dal film.Â
Trama e trailer | Retro-recensione Bastardi senza gloria
Il film mette le proprie radici a partire dal 1941 durante l’inizio dell’occupazione tedesca in Francia. Qui conosciamo il colonnello Hans Landa, soprannominato il “cacciatore di ebrei” e Shoshanna, una ragazza ebrea che riesce a fuggire alla furia di Landa durante una retata in una casa delle campagne francesi. L’azione si proietta in avanti di tre anni, nel 1944, quando il tenente americano Aldo Rein costituisce un gruppo non propriamente canonico di “cacciatori”: i Bastardi, il cui unico obiettivo è catturare e uccidere quanti più nazisti possibile. Per riuscirci arruola una variegata schiera di uomini di cui fa parte anche un ex soldato tedesco, famoso per essersi ammutinato e aver ucciso molti connazionali facenti parte le SS, alcuni soldati tedeschi e l’Orso Ebreo, interpretato da Eli Roth, che con la propria mazza da baseball insegna ai tedeschi cosa significa fare un home run in America.Â
La consapevole maturità di Quentin Tarantino | Retro-recensione Bastardi senza gloria
Con Bastardi senza gloria Tarantino raggiunge quella perfezione che ha sempre cercato e mai realmente trovato. Nasce come prima pellicola di una trilogia di film “storici” riscritti in chiave Tarantiniana insieme a Django Unchained e The hateful eight, ma riesce da sola a trasmettere pienamente lo stile e la visione cinematografia del regista.Â
Il fiore all’occhiello è come sempre la sceneggiatura che si districa anche su più lingue oltre all’inglese (ragion per cui vederlo in originale è praticamente necessario) come: italiano, francese e tedesco. Colui che in assoluto fa da padrone alla scena è Christoph Waltz con lo spietato colonnello Landa, il quale è perfettamente creato per instaurare col pubblico una sorta di malata complicità iniziando proprio dai primi minuti di film durante l’iconica conversazione con Monsieur LaPadite.
https://www.youtube.com/watch?v=Hf0xB5SWZ24
Proprio tramite la sceneggiatura Tarantino riesce a gestire le due linee narrative principali fino a farle convergere nel finale comune. E sarà proprio nel finale che il regista userà il protagonista Aldo Rein per dichiarare che questo “potrebbe essere il suo capolavoro”. Affiancato dal direttore della fotografia Robert Richardson con il quale aveva lavorato per i due capitoli di Kill Bill e che dopo questo film sceglierà come compagno di viaggio per tutte le sue pellicole, riesce a ricreare immagini suggestive e terrificanti allo stesso tempo. L’uso della luce è studiato al millimetro, tutto è creato per trasmettere un’emozione che contrasti con ciò che sta effettivamente accadendo in scena. I colori predominanti sono quelli della bandiera nazista, come a voler simboleggiare che ciò che ha distrutto verrà a sua volta fagocitato dal suo stesso odio.Â
Sapienza descrittiva | Retro-recensione Bastardi senza gloria
La bellezza di questo film può essere riassunta nel profondo senso di soddisfazione che rilascia pur essendo di una brutalità inaudita. La riscrittura del corso della storia regala allo spettatore la pace della giustizia che nella realtà non si avverò. La classica suddivisione in capitoli permette di seguire senza intoppi le linee della trama, anche con i famosi flashback attraverso i quali racconta il passato dei componenti dei Bastardi con lo stile pulp che da sempre lo contraddistingue, in particolare nella presentazione di uno dei Bastardi: Hugo Stigliz. Dopo anni di sperimentazioni, sempre egregiamente riuscite, Bastardi senza gloria è l’apice della cinematografia maniacalmente curata di Quentin Tarantino che riesce a strutturare un film al limite del comico con una base narrativa totalmente drammatica, basti pensare alla scena nel pub sotterraneo nella quale il climax della tensione arriva con il semplice gesto di una mano di Fassbender.Â
Da vari frammenti al quadro completoÂ
Come sempre ama fare Tarantino dopo aver creato il reticolo sul quale si struttura il film, andando verso la conclusione i puntini iniziano ad unirsi e formare il disegno finale. La capacità di parlare in diverse lingue di Landa sarà infatti fondamentale per lo svolgimento della trama fino al suo compimento finale, così come l’essere rimasta in vita di Shoshanna sarà altrettanto fondamentale all’intero film. Insomma Tarantino dopo anni di prove con i generi più svariati arriva al culmine della propria carriera con quello che lui stesso definisce il suo capolavoro e noi non possiamo che dargli ragione.Â
Voi cosa ne pensate? Avete preferito altri film rispetto a questo? Fatecelo sapere nei commenti!Â
Punti a favore
- Sceneggiatura
- Fotografia
- Cast, in particolare Christoph Waltz nella sua performance migliore
- Musiche
Punti a sfavore
- Molte citazioni a film passati difficili da cogliere
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