Ecco la nostra recensione di Yesterday, ultima trovata di Danny Boyle che immagina un mondo in cui tutti si sono dimenticati i Beatles tranne un cantante squattrinato: riuscirà a ripetere la Beatlemania?
TITOLO ORIGINALE: Yesterday. GENERE: commedia romantica, musical. NAZIONE: Regno Unito. REGIA: Danny Boyle. CAST: Himesh Patel, Lily James, Kate McKinnon, Ana de Armas, Ed Sheeran, Lamorne Morris, Joel Fry, Camille Chen, Meera Syal, Alexander Arnold, Robert Carlyle. DURATA: 116 minuti. DISTRIBUTORE: Universal Pictures. USCITA: 26/09/2019.
Jack Malik (Himesh Patel) è un musicista di scarso successo. In lui crede solo Ellie (Lily James), manager e amica innamorata. Un show deserto dopo l’altro, Kack decide di appendere la chitarra al chiodo e di dedicarsi a un lavoro più stabile. Ma proprio quella sera uno strano blackout spegne i lampioni delle strade e Jack, che tornava a casa in bicicletta viene investito da un autobus e perde coscienza. Al suo risveglio tutto sembra essere tornato alla normalità, tranne un piccolo dettaglio: il mondo ha dimenticato chi sono i Beatles e le loro canzoni. Sarà Jack a cantarle, appropriandosi di un successo senza precedenti.
La famosa canzone del titolo, già nel trailer, viene cantata con spensieratezza da un Jack che ancora non si è reso conto che le canzoni dei Beatles sono sconosciute a tutti e che lascia a bocca aperta i suoi ascoltatori. È “una delle canzoni più belle mai scritte“, a ragione, dice guardando stupito i suoi amici. Il fatto è proprio questo. La genialità dei quattro di Liverpool è qualcosa di talmente endemico da far parte, in qualche modo, della vita di tutti.
Non c’è forse persona al mondo che non li abbia mai ascoltati e che non si sia fermato a riconoscere il talento sconfinato nella semplicità delle musiche e delle parole. La pellicola vuole in qualche modo ricordarcelo e impedirci di dare per scontato qualcosa che nella musica è andato ormai perso lasciando spazio, purtroppo, alla venerazione del profitto. Visto in quest’ottica, come proveremo a fare in questa recensione, Yesterday è un film azzeccato, che non si limita a mungere le canzoni di maggior successo di una band per ingraziarsi il pubblico.
Yesterday: chiedi chi erano i Beatles | Recensione
Qualche anno fa gli Stadio si chiedevano cosa sarebbe successo a chiedere chi fossero i Beatles a una ragazzina di 15 anni. Forse non avrebbe saputo rispondere, se non vagamente. Forse un’adolescente nel tempo di MTV (oggi rimpiazzato da Youtube) avrebbe sentito cose diverse. Senza sapere, probabilmente, che ascoltare la discografia dei Beatles le avrebbe permesso di ascoltare “il passo di mille pensieri” nella sua mente. Da quando i Beatles hanno smesso di suonare i tempi sono cambiati e i cantanti si sono succeduti, ma loro, più di chiunque altro hanno dato forma a quei sentimenti che la musica dovrebbe rappresentare.
Sotto questa prospettiva il film di Danny Boyle è un omaggio ai più grandi musicisti di sempre. Semplicemente, dice che se anche tutti li dimenticassero, se anche i gusti musicali cambiassero (come inevitabilmente accade) comunque noi staremo lì a emozionarci di fronte alle parole di Yesterday, Let it Be, o Hey Jude (rectius: dude, no grazie). Il regista, noto per progetti altalenanti ma sempre interessanti, tra i quali annoveriamo Trainspotting e 28 Giorni dopo in una deserta Londra, riesce a regalarci questa sensazione magica in più di un’occasione, e ci lascia intuire che quello che si sprigiona dalla musica dei Fab Four non è solo arte, ma puro amore. Il che, probabilmente, è quanto di più bello possa dare un film del genere, pur con i suoi crismi criticabili e le inopportune semplificazioni.
Yesterday: successo o valore? | Recensione
Chiaramente non siamo di fronte a un film eccellente. Yesterday sembra un fazzoletto in un tiro alla fune, tra due forse opposte. Da una parte c’è il reale, sentito amore nei confronti di geni musicali senza paragoni. Dall’altro c’è la voglia di ritagliarsi uno spazio nelle sale cinematografiche e nei botteghini. Così di musica ce n’è in abbondanza, ma anche di storielle già viste e non molto intrattenenti.
La prima è quella di riscatto di un artista con poco successo e, quindi, molti dubbi sulla correttezza della sua strada. Che, con il bizzarro evento di amnesia globale, porta a un successivo dilemma morale, ossia se utilizzare o no il lavoro di qualcun altro. Jack lo fa, diventa la più grande rockstar del mondo, si pente e completa il suo percorso di redenzione e consapevolezza esattamente come ci aspetteremo. Frattanto c’è la banale storia sentimentale con Ellie, sua unica fan prima del successo e da sempre innamorata di lui, ma della quale (ovviamente) si rende conto di provare sentimenti solo quando è troppo tardi.
La premessa originale e fantasiosa scade così in una commedia romantica piuttosto convenzionale e noiosa. In effetti il film, dopo l’incipit, sembra affossarsi pian piano in trovate facilmente prevedibili, sottotrame (quella dei misteriosi individui del “sottomarino giallo”) mal sviluppate e, soprattutto, in un banalissimo e neanche velatamente celato sottotesto di critica all’industria musicale votata al successo e ai soldi, lo stesso che abbiamo già visto e sentito in mille occasioni e che qui di fresco offre solo una interpretazione da “stronza” di una Kate McKinnon effettivamente divertente.
Yesterday: un pronto profitto | Recensione
Così come divertente è stato il ruolo del cantautore Ed Sheeran nei panni di se stesso. O meglio, la sua è una versione alternativa in cui fa prima da mentore e poi quasi da rivale al protagonista. Un’aggiunta importante che da un lato fa vedere il cambiamento dell’industria musicale e, dall’altro, servirà a dare maggiore risonanza a un film che passa in secondo piano rispetto alla attuale programmazione. In particolare tra le nuovissime generazioni che, chissà, non conoscono a dovere quel patrimonio dell’umanità che sono i Beatles.
Anche se naturalmente la migliore pubblicità sono le canzoni stesse. Pagate 10 milioni di dollari in diritti, ben spesi se si pensa che un solo ritornello può tenere attaccati allo schermo in contemplazione. D’altro canto le canzoni dei Beatles costano, e ne abbiamo anche un esempio nostrano in Non ci resta che piangere. Qui per far cantare a Massimo Troisi qualche nota di Yesterday (utilizzata dal comico per fare colpo una giovanissima Amanda Sandrelli) la produzione spese 70 milioni di lire dell’epoca. Ma è così, e dopo i Queen e Elton John, non potevano farsi aspettare i Beatles.
Non un biopic, ma un omaggio
Il film parte con il bel vantaggio di avere le canzoni dei Fab Four. Inutile nascondere però, in questa recensione di Yesterday, che il resto della storia ha alti e bassi con i quali non si riesce ad essere sempre indulgenti. Nonostante qualche esagerato ricorso agli schemi classici della commedia romantica, resta un film assolutamente godibile e consigliato, se non altro per l’incredibile cameo di Robert Carlyle e per l’esilarante frecciatina agli Oasis. Danny Boyle in questa occasione forse non era particolarmente ispirato, ma sicuramente ha trasmesso la sua passione e il suo amore per la musica.
Punti a favore
- Una carrellata di canzoni uniche
- Gli attori sono bravi, soprattutto i comprimari
- Qualche guizzo ironico e geniale
Punti a sfavore
- La storia d'amore scontata
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