Unorthodox è la nuova miniserie targata Netflix, che racconta la fuga di una giovane donna dalla sua comunità chassidica di New York per arrivare a Berlino, dove spera di poter ricominciare una nuova vita. Ecco quindi la nostra recensione di Unorthodox, un viaggo per ritrovarsi
TITOLO ORIGINALE: Unorthodox. GENERE: drammatico. NAZIONE: Stati Uniti e Germania. REGIA: Maria Schrader. CAST: Shira Haas, Jeff Willbusch, Amit Ravah, Langston Uibel, Tamar Amit-Joseph, Alex Reid, Ronit Asheri, Yousef “Joe” Sweid. DURATA: 4 puntate da 53-55 minuti. DISTRIBUTORE: Netflix. USCITA: 26 marzo 2020.
Ispirato al libro autobiografico di Deborah Feldman “Unorthodox: the Scandalous Rejection of my Hasidic Root”, Unorthodox è una miniserie drammatica Netflix composta da 4 episodi. La storia racconta la fuga di una giovane donna dal quartiere di Williamsburg, a Brooklyn, dove vive in una comunità ebraica ultraortodossa chassidica, per ritrovare se stessa, in quanto la vita all’interno di un gruppo religioso così ristretto e rigido le è insopportabile.
Dio si aspettava troppo da me | Recensione Unorthodox
Esther Shapiro, chiamata anche Esty (Shira Haas) ha diciannove anni e vive a Williamsburg, quartiere nella zona di Brooklyn, in una comunità di ebrei chassidici. Il chassidismo è un movimento di massa ebraico basato sul rinnovamento spirituale dell’ebraismo ortodosso; chi segue questa dottrina è spesso molto ligio alle regole scritte nel Talmud, e per questo gli ebrei chassidici vengono spesso definiti “ultraortodossi”. Esty è sposata da un anno con Yanki Shapiro (Amit Ravah); il loro è un matrimonio combinato e infelice in quanto Esty non riesce a rimanere incinta, una disgrazia per una donna che vive in una comunità in cui le famiglie sono molto numerose.
Esther decide quindi di lasciare quella vita e scappare a Berlino, dove vive la madre Leah (Alex Reid), anche lei fuggita da Williamsburg; le due non hanno mai avuto un rapporto in quanto Leah se ne è andata quando Esty aveva tre anni, e a causa delle rigide regole chassidiche le era impossibile vedere spesso la bambina. Una volta a Berlino, la giovane cerca di ricostruire una nuova vita e decide di fare un’audizione per entrare nel conservatorio della città, spinta dal suo amore per la musica che l’ha spinta a studiare in segreto il piano per molti anni (alle donne è vietato suonare strumenti musicali). In questa avventura non sarà da sola, ma sarà aiutata da un gruppo di studenti del conservatorio con cui diventerà amica; intanto, Yanki decide di andare a Berlino con il cugino Moishe (Jeff Willbusch) per ritrovare Esty e riportarla a casa.
https://www.youtube.com/watch?v=-zVhRId0BTw
Un mondo da scoprire | Recensione Unorthodox
Unorthodox ci proietta nel mondo del chassidismo, una dimensione che non tutti conoscono e di cui sicuramente un “gentile” (non ebreo) non sa molto a riguardo. Punto vincente della serie è senza dubbio la scelta della lingua Yiddish, lingua utilizzata in queste comunità per la vita di tutti i giorni, ma non solo; Unorthodox è la prima serie Netflix ad utilizzare questa lingua, scelta che si è rivelata estremamente vincente.
Sicuramente quattro episodi non sono molti per conoscere a fondo una cultura così ricca di caratteristiche a noi sconosciute, ma la quantità di informazioni fornite -anche se non così tante- durante la serie risulta essere abbastanza equilibrata per il numero di episodi e si incastra perfettamente nello svolgimento della storia, lasciando allo spettatore anche il piacere di intuire, ad esempio, perché Esty prende lezioni di pianoforte in segreto; le informazioni non sono buttate nella trama in modo crudo.
E riguardo al libro?
Come già detto, Unorthodox è ispirata dall’autobiografia di Deborah Feldman, donna che, proprio come la protagonista, ha lasciato la sua comunità per vivere una nuova vita. Per chi avesse visto la serie e volesse recuperare anche il libro, c’è però una precisazione da fare: i due prodotti non sono in linea, la serie si ispira solo ad una parte del racconto. Se quindi cercate la stessa storia ma in versione letteraria, potreste avere delle delusioni.
Il fenomeno Shira Haas | Recensione Unorthodox
Esther Shapiro è interpretata dall’attrice israeliana Shira Haas, giovane ventiquattrenne che ha potuto consacrare la sua carriera proprio grazie ad Unorthodox. Shira Haas ha interpretato in modo magistrale il ruolo della protagonista, che ha reso ancora più vincente grazie alla sua bravura: l’attrice è riuscita a rendere giustizia ad ogni stato emotivo di Esty, portando lo spettatore ad immedesimarsi nella sofferenza della giovane e a rendendo queste 4 puntate di Unorthodox un veloce binge watching. Il fatto poi che la Haas, come la gran parte del cast della serie, sia di religione ebraica rende sicuramente la sua performance molto più accurata.
Un viaggio che vi consigliamo di intraprendere
Unorthodox è una serie vincente, è un dato di fatto! Partendo dalla tematica innovativa fino alla scelta di un cast giovane e talentuoso, in solo quattro puntate questa serie vi permetterà di scoprire una dimensione che probabilmente non conoscevate o di cui non vi eravate mai interessati, il tutto con uno sviluppo della storia coinvolgente e in lingua Yiddish. Questa serie è assolutamente unica nel suo genere per moltissimi fattori, e nonostante qualche imperfezione il profotto finale è senza dubbio una piccola perla nell’immenso catalogo che Netflix ci propone quotidianamente.
Se avete quindi voglia di passare quattro ore piacevoli durante questa quarantena, vi consigliamo assolutamente di iniziare Unorthodox e seguire l’incredibile viaggio di Esther Shapiro alla ricerca di una nuova vita, di un’esistenza che la renda davvero felice.
Se invece avete voglia di brividi, ci spostiamo nel mondo dell’horror e vi consigliamo il film Hereditary, di cui potete leggere la nostra recensione.
Punti a favore
- Un cast vincente
- Unica nel suo genere
Punti a sfavore
- Poche informazioni sulla cultura chassidica
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