Recensione di The Irishman. Scorsese riesce a prendere il meglio della sua cinematografia e a confezionare un film magistrale. Tra un cast d’eccezione e un intreccio non banale, il risultato è una lezione di cinema per le nuove generazioni
TITOLO ORIGINALE: The Irishman GENERE: Drammatico NAZIONE: Stati Uniti. REGIA: Martin Scorsese CAST: Robert De Niro, Al Pacino, Joe Pesci, Harvey Keitel, Ray Romano, Bobby Cannavale DURATA: 209 min. DISTRIBUTORE: Netflix. USCITA CINEMA: 04/11/2019. USCITA STREAMING: 27/11/2019.
The Irishman è l’ultimo lavoro di Martin Scorsese. Il regista torna ai temi a lui cari (l’ambiente mafioso e i gangster) per provare a riscrivere la storia del genere. Il film, ancora prima della sua uscita si presentava come un unicum nel mondo cinematografico. Il film più lungo di Scorsese fino ad ora (più di tre ore) arriva alla visione del pubblico con una grande responsabilità: la critica lo ha definito da tempo come il migliore Scorsese degli ultimi anni. A suo favore si sono anche sprecate molte parole (qua potete trovare la sintesi della stampa americana in merito) e le prime impressioni sono state positive (potete leggere il nostro servizio). Il lungometraggio segna inoltre la volontà di Netflix di puntare un’altra volta all’Oscar dopo Roma di Cuaron. Questo film è atteso da anni. Ultimamente sta anche facendo parlare di sé per la modalità di fruizione: disponibile sulla piattaforma online del 27 Novembre, verrà presentato nelle sale italiane dal 4 al 6 di Novembre. Questa decisione arriva dopo un Ottobre travagliato che solo alla fine ha visto la conferma della possibilità di vedere la pellicola anche sul grande schermo. Con questo film si rinnova una volta di più il connubio artistico tra Scorsese e De Niro.
La trama | Recensione The Irishman
Netflix sulla pagina dedicata al film in questione usa poche parole ma ad effetto:
Martin Scorsese firma un’epica saga sulla criminalità organizzata negli USA del dopoguerra, vista dagli occhi di un sicario.
Andando più a fondo in ciò che è possibile svelare di The Irishman senza cadere nel rischio di spoiler, il film racconta la storia del criminale realmente esistito Frank Sheeran (interpetato Robert De Niro) detto “The Irishman”, veterano della seconda guerra mondiale, invischiato con il mafioso Russell Bufalino ( con il volto di Joe Pesci). Attraverso gli occhi di Frank, nel corso dei decenni, viene raccontata la sua vita e la sua carriera mafiosa, tra cui uno dei più grandi misteri che ha ossessionato l’opinione pubblica statunitense, la scomparsa nel luglio 1975 del leggendario sindacalista Jimmy Hoffa (Al Pacino), amico dello stesso Sheeran.
Lungo il film si dipanano molte sottotrame e vicende correlate che servono ad approfondire la figura del protagonista. La sceneggiatura su un saggio scritto da Charles Brandt. Il titolo originale del testo è I Heard You Paint Houses, ma in Italia il libro viene pubblicato con il titolo L’irlandese. Ho ucciso Jimmy Hoffa.
Il trailer | Recensione The Irishman
Per gustare in anteprima qualche immagine ecco il trailer ufficiale distribuito da Netflix.
Una saga magistrale per appassionati di genere | Recensione The Irishman
Con The Irishman ci troviamo di fronte ad un gioiello che ha molto da insegnare ad ogni aspirante regista. Dopo Silence Scorsese torna alla regia con un film atteso da anni. Dopo una parentesi religiosa sceglie di tornare sui temi a lui cari (ganster, malavita) mettendo a frutto l’esperienza maturata in tanti anni di cinema. Per farlo ha anche a disposizione un cast di attori eccezionali e con cui ha già lavorato altre volte. Date queste premesse il risultato non delude le aspettative. The Irishman è sicuramente uno dei candidati più attendibili per gli Oscar 2020. Analizziamo ora gli elementi principali di questa lunga pellicola.
Il mestiere della vita: tra imbianchini e veterani di guerra
In 3 ore abbondanti i personaggi sanno strappare più di una risata, per chi sa cogliere i dettagli. Il film gioca molto sull’ironia legata ad alcuni clichè frequenti nei film sui gangster. Partendo da questi clichè il film intesse graficamente una riflessione sul lavoro del protagonista Frank Sheeran. Il film infatti si apre con una frase iconica, la stessa che da il titolo al libro base per la sceneggiatura
Ho sentito che dipingi le case.
La frase compare anche in sovraimpressione nelle prime scene. E’ ciò che dice Hoffa a Sheeran quando lo contatta come guardaspalle. La frase è una chiara allusione al sangue che lasciano le vittime di Sheeran. Anche la vita di Sheeran viene raccontata con le caratteristiche che contraddistinguono il mestiere di imbianchino: sempre in prima linea a sporcarsi le mani, ma alla fine uscirne puliti. La sua vicenda di vita procede lineare senza grandi scosse. Il personaggio viene descritto nella linea dei grandi gangster di Scorsese: fascinoso e senza grandi tarli morali. In fondo, oltre a riconoscersi come “imbianchino” il personaggio di De Niro riconosce che in fondo il lavoro è un po’ come essere soldato: fai quello che ti dicono e ricevi riconoscimento.
De Niro con The Irishman poi trova un personaggio particolarmente congeniale a lui e riesce a regalare molte sfumature che in un personaggio del genere rischiano spesso di passare in secondo piano. In sinetsi Sheeran oscilla sempre tra la fedeltà al suo lavoro (e al suo mentore Angelo Bruno, interpretato da Keitel) che alla fine avrà la meglio, e l’incapacità di esprimere a fondo i suoi affetti più cari, primo tra tutti lo stesso Jimmy Hoffa per cui dimostrerà di provare un autentico legame di amicizia. Alla fine però questo legame sarà sacrificato a favore della fedeltà al suo lavoro. Emblema di questa oscillazione in The Irishman è il rapporto con la figlia Peggy: testimone già da piccola dei modi di fare del padre, svilupperà con lui un rapporto difficile che la porterà alla fine a recidere ogni contatto.
Il linguaggio autobiografico | Recensione The Irishman
Per raccontare questa vicenda di vita Scorsese usa il linguaggio dell’autobiografia. Già sperimentata in The Wolf of Wall Street e sfruttata anche in alcuni passaggi di Silence, diventa in The Irishman il mezzo narrativo principale: Lo Sheeran anziano che racconta di sè stesso è il filo conduttore che tesse la trama dall’inizio alla fine. In tal senso sono interessanti i dati biografici sui personaggi che di volta in volta compaiono. Con scritte bianche su fermi immagini, questi dati riescono a rendere interessanti i personaggi secondari e anche in sala riescono a strappare più di una risata. A mio parere una vera chicca del film.
La fotografia è mirabile e funge davvero come una piccola lezione di cinematografia. Un dettaglio spicca su tutti: il piano sequenza che apre il film e che viene ripreso nell’ultima scena. Anche le sequenze degli omicidi di Sheeran sono mirabili in quanto a pulizia grafica e uso della camera. Ciò serve ad esaltare un gruppo di attori dal talento già noto che qui offrono una volta di più un mirabile esempio di cosa sono capaci di fare. Nessuno eccelle particolarmente ma ognuno fare il suo lavoro in maniera egregia. Personalmente ho apprezzato molto Al Pacino nei panni di Jimmy Hoffa: personaggio complesso e variegato, Al Pacino lo rappresenta adeguatamente nelle molte sfumature che lo caratterizzano.
Un intreccio mirabile | Recensione The Irishman
Altra nota positiva è l’intreccio della trama. Chiaro da comprendere ma tutt’altro che semplice nel ricco panorama di personaggi che mette in scena. Una frase del film, destinata ad entrare nella memoria dello spettatore lo illustra bene:
Tre persone possono mantenere un segreto quando due sono morte.
Il film The Irishman è un insieme di rapporti a tre che di volta in volta si formano e si disfano di volta in volta senza essere mai monotoni. Un’unica nota dolente a proposito del film è la durata. Con 3 ore e mezzo di durata e un ritmo molto lineare rischia di risultare pesante. Sicuramente gli appassionati del genere apprezzeranno il prodotto. Il grande pubblico invece faticherà a fruire di un film come The Irishman dalla durata così impegnativa. Personalmente posso assicurare che, nonostante la fatica, sono 200 minuti ben spesi. Poter vedere The Irishman in streaming avrà sicuramente un’influenza positiva su questa grande mole di tempo, dando la possibilità di dilazionarla nel tempo. Raccomando anche la visione in lingua originale per apprezzare al meglio anche le scene in cui gli attori parlano in italiano, quando il loro personaggi ricordano gli anni di guerra in Italia. Un tratto tipico di Scorsese che anche qui ritorna.
Una lezione di Scorsese
In conclusione The Irishman è una grande opera che sa insegnare tanto sul cinema di genere e su come girare un film di qualità Un cast eccezionale che da prova delle sue qualità migliori. Martin Scorsese è come il vino: invecchiando sta solo migliorando. Speriamo che con il tempo non perda lo smalto. Di difficile fruizione per i non esperti di genere e per la durata impegnativa. Ma vi assicuro ne vale la pena.
The Irishman: un gioiello che nella quantità nasconde davvero tanta qualità.
Punti a favore
- Un grande cast che da il meglio di sè.
- Fotografia esemplare.
- Un'autobiografia lineare e mai banale
Punti a sfavore
- La lunga durata rende il film di difficile fruizione
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