Vi proponiamo la recensione della quarta stagione di Station 19, spin-off di Grey’s Anatomy, presto disponibile su Disney Plus insieme a tutte le altre stagioni
TITOLO ORIGINALE: Station 19. GENERE: Drammatico. NAZIONE: Stati Uniti. IDEATORE: Stacy McKee. CAST: Jaina Lee Ortiz, Jason Winston George, Grey Damon, Barrett Doss, Jay Hayden, Okieriete Onaodowan, Danielle Savre, Boris Kodjoe, Stefania Spampinato. DURATA: 45 minuti circa ad episodio. DISTRIBUTORE: Disney Plus. USCITA SULLA PIATTAFORMA: 16/07/2021.
Iniziamo la recensione della quarta stagione di Station 19 con una doverosa premessa: è sempre difficile per uno spin-off creare un’identità propria che differisca dalla serie madre da cui nasce. Soprattutto, poi, quando la serie in questione è la decana Grey’s Anatomy, giunta ormai alla 17esima stagione. Non possiamo dire pienamente che Station 19 ci sia riuscito, però questa ultima stagione, complice la tematica attuale della pandemia, ha portato maggior coesione e sviluppo della storia dei pompieri di Seattle.Â
Trama e Trailer | Recensione Station 19
La trama di Station 19 ruota attorno alla Caserma 19 dei pompieri di Seattle, alla quale è stato assegnato Ben Warren. La serie racconta le emergenze che la squadra si trova quotidianamente ad affrontare, affiancandovi le vite private dei vigili del fuoco protagonisti. Solitamente, ogni episodio porta in scena più di un intervento effettuato da Andy, Jack e i loro colleghi, che spesso si interfacciano con la polizia, in particolar modo con l’agente Ryan Tanner, e con il Grey Sloan Memorial Hospital. In questa quarta stagione è stato inserito l’elemento del COVID, che ha influenzato non poco anche l’uscita reale, ritardata di due mesi rispetto al previsto.
Non diversamente da Grey’s Anatomy, dalla quale è nata, Station 19 si trova a dover fare i conti con delle storyline troncate nel finale della scorsa stagione e che devono essere riprese e riadattate alla nuova situazione sanitaria caratterizzata dalla pandemia globale, trasposta anche nella finzione così come per altri show, soprattutto medical drama.
La nuova vita in emergenza | Recensione Station 19
Muovendosi fra flashback e sequenze ambientate nel presente, gli episodi portano gli spettatori a scoprire cosa sia accaduto tra il finale della stagione precedente e la “nuova normalità ” fatta di mascherine, distanziamento sociale e sintomi e problematiche finora sconosciute. Il COVID naturalmente ha influenzato le vite di tutti, ma nel tipo di lavoro svolto dai protagonisti della caserma dei vigili del fuoco moltiplica i pericoli e costringe tutti a maggiori accortezze.
Già dalla scorsa stagione Krista Vernoff è diventata showrunner, così creando un universo unico e coeso anche con la madre Grey’s Anatomy, in cui sempre più spesso trovano spazio momenti crossover: non solo attraverso il grande evento della premiere e del midseason finale, ma anche con brevi incursioni dei personaggi una serie nell’altra e viceversa, come una grande famiglia. E proprio la famiglia è il tema centrale di questa quarta stagione di Station 19.
In particolare Andy (Jaina Lee Ortiz) deve affrontare le conseguenze della morte del padre, la scoperta che la madre è ancora viva e i postumi della confessione di Sullivan (Boris Kodjoe) sulla sua dipendenza dagli antidolorifici sul loro neonato (forse prematuro) matrimonio. La storia di Sullivan avrà ripercussioni anche sugli altri membri della squadra, a cominciare da Ben Warren (Jason George) e il suo progetto dell’ambulanza di primo soccorso, mentre il capitano Maya Bishop (Danielle Savre) deve affrontare la consapevolezza degli abusi psicologici subiti dal padre e il neonato rapporto con Carina.
Coesione narrativa | Recensioni Station 19
Quello che Station 19 dimostra, nel suo afflato sentimentalista, è il saper gestire meglio l’equilibrio narrativo fra passato e presente, giustificando le svariate e spesso intricate storyline, legandole in modo coeso alla pandemia e pensando nuove esperienze per i vari personaggi, senza intaccare troppo la trama che evidentemente era stata pensata in precedenza.
Il mix di azione, romance e drama, che ha caratterizzato lo show anche fino a questa stagione, tentando di portare i personaggi verso una (almeno apparente) stabilità emotiva. L’attualità viene trattata sempre con tatto e mostrandone gli aspetti quotidiani: chi si preoccupa, chi cerca di vivere la situazione senza troppo stress, chi la prende forse troppo alla leggera, chi non rispetta le regole, chi le rispetta fin troppo alla lettera, e così via.
Conclusioni
Chiudiamo la recensione della quarta stagione di Station 19 rilevando che, come le sorelle Grey’s Anatomy e 9-1-1, la serie ha affrontato con tatto la nuova normalità dovuta al COVID, sviluppando al contempo le storyline che erano state avviate nelle precedenti stagioni. Â
Punti a favore
- I nuovi episodi danno il giusto spazio a tutti i protagonisti
- I casi affrontati negli episodi sono sempre accattivanti
Punti a sfavore
- L'identità della serie non riesce a distaccarsi da Grey's Anatomy
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