L’esordio alla regia di lungometraggi per Regina King arriva a Venezia 77. L’adattamento della piĆØce teatrale di Kemp Powers, resoconto immaginario di un dialogo a quattro voci fra i personaggi cardine della cultura afroamericana: Malcom X, Cassius Clay, Sam Cooke e Jim Brown. Ecco, dunque, la recensione di One Night in Miami
TITOLO ORIGINALE: One Night in Miami. GENERE: drammatico. NAZIONE: Stati Uniti. REGIA: Regina King. CAST: Kingsley Ben-Adir, Aldis Hodge, Leslie Odom Jr., Eli Goree, Lance Reddick. DURATA: 110 min. PRESENTATO: 7/09/2020
Regina King passa dietro la macchina da presa, dopo aver giĆ diretto diverse puntate di serie tv, con One Night in Miami, fuori concorso a Venezia 77 arriva il battesimo per il grande cinema. Un film che parla di temi mai quanto adesso attuali e che simboleggia un’immaginario dialogo che cambiò per sempre il mondo e la comunitĆ afro-americana.
La trama | Recensione One Night in Miami
Adattamento dell’omonima opera teatrale di Kemp Powers, One Night in Miami ĆØ appunto interamente ambientato in una notte. Malcolm X sta per fondare il suo nuovo movimento musulmano e vuole che Clay lo segua. Clay ha solo 22 anni ĆØ giĆ un affermato campione e vede in Malcom la sua guida spiriturale ed ĆØ molto tentato dalla sua proposta di conversione all’islam, conversione che lo porterĆ a diventare Mohammed AlƬ. Jim Brown ĆØ un famoso giocatore della NFL che si trova ad essere lusingato dal mondo del cinema, per il quale deciderĆ di rinunciare allo sport e Sam Cooke sta cercando il modo per far apprezzare la sua musica dai bianchi americani ed entrare nelle top 100 discografiche. Il dialogo che ne scaturisce ĆØ un confronto, a tratti molto acceso, fra quattro figure fondamentali per l’emancipazione e l’affermazione dei diritti civili negli Stati Uniti della comunitĆ afro americana.
Teatro al cinema | Recensione One Night in Miami
Essendo, appunto, l’adattamento di un testo teatrale, la quasi totalitĆ del film si svolge all’interno di una stanza di albergo. La regia ĆØ dunque molto statica, niente di nuovo o eccezionale. La sceneggiatura ĆØ serrata, pochissime sono le pause o i silenzi, ma anzi i dialoghi sono incalzanti. Ogni personaggio ha il proprio approfondimento psicologico, anche se i più “presenti” in scena sono senza dubbio Malcom X e Cassius Clay. Tutti e quattro sono alla ricerca di qualcosa: successo, rispetto, amore e ciò viene sottolineato da alcune battute ripetute in modo quasi ridondante dagli attori.Ā
La fotografia ĆØ nella media, cosƬ come la scenografia e i costumi, niente di particolarmente interessante da questo punto di vista. Il cast ĆØ buono, seppur molto acerbo, l’unico che forse riesce a spiccare nei confronti degli altri ĆØ Kingsley Ben-Adir che interpreta Malcom X, essendo quest’ultimo anche il personaggio più controverso dei quattro. A differenza di ciò che ci si potrebbe aspettare la questione dei diritti civili rimane ampiamente sullo sfondo di un dialogo molto più personalista che ampio. L’unico che fa menzione della condizione della comunitĆ afro americana ĆØ Malcom X che sottolinea il fatto che loro quattro siano di fatto molto fortunati perchĆØ per quanto vengano discriminati non manca loro niente e tentare di sottomettersi al “gusto” dei bianchi altro non fa che umiliare ulteriormente tutte le vittime dell’odio razziale dilagante.Ā
Tristemente attuale | Recensione One Night in Miami
L’idea di questa notte fondamentale in cui tutti e quattro i protagonisti trovano di fatto la loro strada, ĆØ estremamente suggestiva anche se la realizzazione lascia molto perplessi. In un momento storico come quello che stiamo vivendo ĆØ facile cadere nella retorica e nel moralismo, ma One Night in Miami non lo fa, lasciando modo allo spettatore di seguire l’evoluzione degli eventi. La sensazione di pericolo vissuta da Malcom X ĆØ palpabile e si trascina per tutto il film, cosƬ come l’enorme fragilitĆ di Cassius Clay nascosta dietro un muro di egocentrismo e vanitĆ . Il punto veramente più significativo del film ĆØ posto quasi all’inizio, quando Jim Brown va a visitare un vecchio conoscente. Viene riconosciuto, accolto nel portico, trattato come un ospite, finchĆØ alla sua offerta di aiutare il vecchio amico a spostare un mobile in casa quest’ultimo si gira e gli dice “Andiamo Jim, sai che non facciamo entrare negri in casa, stammi bene eh!“, una brutale e netta contestualizzazione sia storica che dell’atteggiamento sprezzante dei bianchi nei confronti degli afro americani che non vuole, tutt’oggi, sradicarsi.Ā
Ne sentiremo molto parlare
Nonostante One Night in Miami non sia assolutamente niente di eccezionale a livello tecnico, ĆØ sicuramente un film che farĆ molto parlare di sĆØ e che ha la strada praticamente spianata per le prossime nomination agli Oscar. Un film che non banalizza una tematica importante, delicata e in continuo evolversi e che sorprende nella propria impostazione narrativa, tanto statica quanto piena di informazioni. Chi si aspetta un film dinamico e pieno di avvenimenti potrebbe rimanerne deluso, One Night in Miami ĆØ esattamente ciò che dichiara: una sola fatidica notte a Miami, quattro amici e una camera d’albergo che cambieranno il corso della storia.Ā
Menzione particolare va alle strepitose musiche di Terry Blanchard storico compositore jazz che ha spesso lavorato con Spike Lee, come in BlackKlansman.Ā
Non dimenticate di continuare a seguirci per tutte le recensioni direttamente da Venezia 77 comeĀ The World to Come di Mona Fastvold!
Punti a favore
- Sceneggiatura
- Tematiche
- Musiche
- Montaggio
Punti a sfavore
- Attori un po' acerbi
- Regia piatta
- Fotografia banale
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