In occasione del 50esimo anniversario dal primo sbarco sulla luna abbiamo deciso di rivedere Il Primo Uomo di Damien Chazelle. Se ve lo eravate perso è il momento giusto per recuperarlo e leggere la nostra recensione
TITOLO ORIGINALE: First Man. REGIA: Damien Chazelle. PAESE: USA. CAST: Ryan Gosling, Claire Foy, Corey Stoll, Pablo Schreiber. DURATA: 141 min. DISTRIBUZIONE: Universal Pictures. DATA DI USCITA: 31/10/2018.
Presentato come film d’apertura a Venezia 75, lascia il posto a La vérité quest’anno.
Il primo uomo è il secondo film in collaborazione fra il regista Damien Chazelle e l’attore Ryan Gosling dopo il successo di La La Land. Avrà ottenuto lo stesso consenso? Nel giorno del 50esimo anniversario dell’allunaggio vogliamo parlarvi di questa pellicola, apprezzata dal pubblico ma snobbata dall’Academy. Scopriamo di più nella nostra recensione.
Il primo uomo: trailer e sinossi | Recensione
Neil Armstrong, ingegnere aereonautico e aviatore americano, conduce una vita ritirata con la famiglia. La morte prematura della sua bambina lo spinge a partecipare al programma Gemini, il secondo programma di volo umano intrapreso dagli Stati Uniti il cui scopo era sviluppare le tecniche necessarie ad affrontare viaggi spaziali avanzati e successivamente impiegati nella missione Apollo. Selezionato e assoldato come comandante della missione Gemini 8, Neil è il primo civile a volare nello spazio ma sulla Terra le ripercussioni sono fatali. Tra incidenti tecnici e lutti in decollo e in atterraggio, tra la guerra in Vietnam e le tensioni sociali del ’68, tra due figli da crescere e una moglie da ritrovare, Armstrong bucherà il silenzio del cosmo prendendosi la Luna. Più che una pellicola sull’allunaggio in sè è una retrospettiva sull’uomo che era nella vita Nei Armstrong, non a caso il film è basato sulla biografia First Man: The Life of Neil A. Armstrong scritta da James R. Hansen e pubblicata nel 2005.
Il primo uomo: Chazelle si riconferma un visionario | Recensione
Dopo il successo planetario di La La Land, le aspettative su questa pellicola erano molto alte soprattutto per la scelta di Ryan Gosling come protagonista. La regia, a tutto tondo, non ha affatto deluso gli spettatori. La CGI è una delle migliori mai viste fra i film ambientati nello spazio. Fotografia e montaggio lasciano spazio all’occhio di chi osserva le scene per poter osservare ogni minimo particolare. Il montaggio sonoro si ispira notevolmente al capostipite dei film nello spazio: 2001 Odissea nello Spazio, costruito con silenzi e musiche ad hoc per dare la sensazione di vuoto e oblio che solo nello spazio si può trovare.
Le performance degli attori sono ottime, in particolare Clare Foy riconferma il proprio talento già da molti apprezzato in The Crown. Quest’ultima infatti nonostante ricopra il ruolo della co-protagonista in molti momenti risalta e scansa il protagonista stesso. Intensità, calore, rabbia, paura ogni emozione si legge in modo limpido nei suoi occhi azzurri.
Ryan Gosling più inespressivo del solito | Recensione
Uno dei pochissimi difetti de Il primo uomo è, purtroppo, il protagonista. Ryan Gosling, nonostante non fosse la prima collaborazione con il regista non è affatto calato nella parte. Le scene di pathos o dolore si perdono nella vacuità del suo sguardo. L’inespressività che nelle commedie romantiche lo rende da sempre il bello e dannato, in questo film proprio non funziona, anzi rende il protagonista a tratti antipatico al pubblico a causa della mancata creazione di empatia con chi sta cercando di entrare nella storia.
Jason Clarke invece si riconferma uno dei talenti emergenti dei film di spessore. Espressioni sempre colme di emozioni, occhi profondi e una capacità interpretativa fuori dagli schemi, risalta con le poche scene riservategli molto di più rispetto al protagonista stesso.
Il primo uomo: la fragilità di un eroe | Recensione
Tutto ciò che questo film racconta è l’uomo dietro l’immagine dell’eroe nazionale costruita dagli Stati uniti d’America durante la Guerra Fredda. Niente di incredibile come molti possono pensare, solo un uomo che alla disperata ricerca dal sollievo del dolore della perdita di una figlia fa della sfida la sua vocazione di vita lasciando indietro tutto il resto. Si accorgerà troppo tardi del dolore che ha lasciato dietro di sè. Unna pellicola destinata ad essere ricordata anche per la sceneggiatura tagliente, che non risparmia critiche ad un uomo da sempre idolatrato, che mette in mano la reale motivazione del suo successo alla donna che per tutta la vita gli è stata a fianco.
Nel silenzio delle riprese nello spazio si percepisce che l’anima dell’astronauta è rimasta sulla terra, a ballare abbracciato alla moglie nel soggiorno della loro umile casa. Il primo uomo è letteralmente un uomo, prima che un astronauta, un uomo con le sue debolezze, con i suoi difetti e con i suoi problemi. La pellicola punta a distruggere l’immagine quasi iconica di Neil Armstrong e ricostruirla in modo più morbido e sentimentale.
L’Academy ha apprezzato la tecnica ma snobbato il cast | Recensione
Il primo uomo ha ottenuto l’oscar per i migliori effetti speciali, è stato candidato per la miglior sceneggiatura, il miglior montaggio sonoro e il miglior sonoro. Certo è che è un film molto più tecnico che sentimentalmente coinvolgente, un piacere per gli occhi, ma una volta usciti dalla sala non si è sconvolti come ci si aspetterebbe andando a vederlo. Fra i film ambientati nello spazio è probabilmente il meno coinvolgente a livello umano, basti pensare al capolavoro di Nolan: Interstellar che coniuga virtuosismi tecnici a una sceneggiatura a dir poco perfetta.
Sicuramente Il primo uomo sarà però ricordato per molto tempo, anche per il tentativo di Ryan Gosling di cimentarsi in film molto più impegnativi del solito, tentativo non pienamente riuscito, ma comunque encomiabile.
Se non lo avete ancora visto Il primo uomo domenica 21 luglio sarà trasmesso su Sky Cinema alle 21.10 in occasione dell’anniversario del primo allunaggio. Fateci sapere cosa ne pensate della nostra recensione de Il primo uomo nei commenti!
Punti a favore
- Sceneggiatura interessante
- Fotografia perfetta
- Sonoro e montaggio sonoro coinvolgenti
- CGI utilizzata al massimo delle potenzialità
Punti a sfavore
- Ryan Gosling decisamente inespressivo
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