Vorrei raccontare la storia di Kyo-kun, giovane giapponese con la passione per il mondo dei videogiochi affetto da una subdola malattia che è la depressione e di come si è convinto a superarla
I videogiochi salgono spesso alla ribalta nelle testate nazionali ai fini di una critica aspra e senza scampo. Non posso negare che esistano patologie legate alla dipendenza da videogiochi o disturbi comportamentali derivati dall’uso intensivo di essi, tuttavia questo sarà argomento di discussione in altra sede – dopo aver interpellato magari qualche psicologo o sociologo e non le associazione delle mamme annoiate.
La depressione e la cura videoludica
Oggi voglio parlare del lato bello dei videogiochi, che da puro intrattenimento ed evasione dalle giornate noiose diventa una cura anti-depressione. Un’indagine ISTAT in collaborazione con l’Unione Europea ha stimato che il 6,7% della popolazione europea soffre di almeno un tipo di disturbo legato alla depressione. In Giappone la situazione è ancora più grave: i ritmi di vita frenetici del giapponese medio non lasciano scampo e danno origine a fenomeni come l’hikikomori. Anche il nostro Kyo-kun è rimasto imbrigliato in questa trappola, ma grazie alla sua passione per i videogiochi ha saputo reagire.
La depressione è un disturbo sempre più diffuso e che ha costretto gli esperti a prenderlo seriamente in discussione.
Tutti noi ormai abbiamo familiarità con il meccanismo delle quest periodiche e dei reward, un meccanismo ideato dall’industria videoludica per spingerci ad utilizzare i giochi con costanza – ad esempio le sfide settimanali di Fortnite. Rielaborando questo modello per la vita reale, il ragazzo giapponese ha ideato un sistema di ricompense per aiutarsi ad affrontare la depressione. Le quest più gettonate dalla casa di produzione “Kyo-entertainment”? Avere la forza di alzarsi dal letto ogni mattino. Arrivare a fine giornata. Superare la settimana.
È bastato un calendario a tasche, adeguatamente predisposto dal ragazzo con tante piccole ricompense: 500 yen (circa 4 euro) per ogni “log-in” mattutino; una particolare attenzione per il lunedì con una banconota da 1000 yen (circa 7 euro) per aiutarsi a cominciare la settimana e ovviamente una ricompensa speciale mensile per gratificare l’impegno delle quattro settimane precedenti. E così ogni giorno Kyo-kun si alza per ricevere la sua reward, combattendo i sintomi tipici dei soggetti depressi come l’isolamento o l’ipersonnia – ovvero il desiderio continuo di dormire. La sua vita diventa molto simile ad un videogioco basato sulle quest giornaliere e questo lo aiuta a guarire.
Un dovuto ringraziamento ai videogiochi
Dopo tante ingiurie è giusto che qualcuno dica «Grazie» ai videogiochi e questa mi pare l’occasione più adatta. Molto spesso torniamo da scuola o da lavoro pieni di stress e di preoccupazioni, ma sapendo che abbiamo una piccola pallina di zucchero che ci aspetta. Senza accorgercene, probabilmente tutti noi ci comportiamo come Kyo-kun quando stanchi un po’ di tutto ci avviciniamo ai nostri terminali videoludici per ricevere la nostra piccola reward. Sono piccole cose, come una cena in compagnia, un bel film o un giro in bicicletta che ci aiutano a ricaricare le batteria.
Alcuni videogiochi, anche molto banali come Candy Crash, possono aiutarci ad evadere per qualche attimo dallo stress e a rilassare la mente.
Innegabilmente si può discutere sulla nocività dei videogiochi, potete parlarmi della disumanizzazione dell’omicidio o dell’incitazione alla violenza come mi parlate del rischio cancerogeno legato ai salumi. Ma chi davvero rinuncia ad un bel panino col salame? Qualsiasi cosa avrà aspetti positivi e negativi. Ma è giusto parlare di entrambi. Ed oggi io voglio dirvi che i videogiochi fanno bene. Sfogano lo stress, tengono allenato il cervello e possono prevenire l’invecchiamento cerebrale. Ma soprattutto ci danno quella piccola soddisfazione quotidiana, quella dolce caramella che ci spinge ad arrivare con entusiasmo fino a sera.
E così la storia di come Kyo-kun sta provando a superare la depressione grazie alla sua passione per i videogiochi ha molto da dire a tutti noi, appassionati o meno. Tutti noi, almeno quest’oggi, dovremmo ringraziare i videogiochi per la loro funzione sociale e umana. Grazie.
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