Detroit: Become Human nell’occhio del ciclone nel Regno Unito. Il gioco è stato accusato di induzione all’abuso di minore e violenza domestica, e ora rischia il bando
Il giornale inglese The Mail ha pubblicato un articolo su Detroit: Become Human e sullo scandalo scoppiato recentemente nel Regno Unito. Qui potete leggere l’articolo integrale (dove sul gioco sono stati usati termini ben più pesanti di quelli che riporteremo qui), ma vi faremo un riassunto dettagliato.
Le accuse a Detroit: Become Human
Il giornale ha raccolto le dichiarazioni di Childline, di NSPCC (National Society for the Prevention of Cruelty to Children) e del Presidente del Comitato per Cultura, Media e Sport: questi tre enti hanno definito Detroit: Become Human per PlayStation 4 della Quantic Dream “repellente”. Inoltre, avrebbero chiesto al Parlamento di bandire il gioco dal Regno Unito, a causa della presenza (o meglio, della rappresentazione) di violenza domestica nella storia.
I tre sembrano ignorare il fatto che i temi della violenza domestica e degli abusi su minori non siano una novità nel mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento: esistono centinaia di film sulla violenza perpetrata ai bambini, sia fisica che psicologica, e alcuni sono anche piuttosto forti. Però un film ha un valore artistico che un videogioco, a quanto pare, non possiede. Perciò nel cinema va bene, nei videogiochi no. Dame Esther ha dichiarato al Mail:
La violenza sui minori non è intrattenimento. Non è un gioco. È un vero incubo per migliaia di bambini che hanno vissuto scenari di questo tipo. Gli sviluppatori di questo gioco dovrebbero veramente vergognarsi. Penso che sia perverso. Chi pensa che picchiare un bambino sia intrattenimento?
Andy Burrows, capo dipartimento per la sicurezza dei minori online dell’NSPCC, aggiunge:
Qualunque videogioco che banalizza o normalizza l’abuso sui minori, l’abbandono o la violenza domestica per intrattenimento è inaccettabile.
La sua dichiarazione nasce dall’aver preso in visione il trailer di gioco uscito in ottobre, che seguiva lo scontro tra la IA Kara e un padre violento: a seconda di quale scelta il giocatore compie si assicura o meno la sopravvivenza di un terzo personaggio, una bambina.
Il conservatore Damian Collins, Presidente del Comitato per Cultura, Media e Sport del Parlamento britannico ha dichiarato:
È assolutamente sbagliato inserire il tema della violenza domestica in un videogioco, qualunque sia la motivazione di questa scelta. La violenza domestica non è un gioco, e questo la banalizzerà. Mi preoccupa il fatto che chi lo giocherà e che magari ha sofferto di persona abusi e violenze userà questo gioco per trovare un modo con cui vendicarsi dei propri aguzzini. È pericoloso instillare nelle persone l’idea che l’unico modo per neutralizzare i violenti sia rispondere con la violenza. È controproducente e può mettere le persone in un pericolo ancora maggiore.
David Cage, fondatore di Quantic Dream e scrittore per videogiochi, difende l’operato del suo team e ribatte:
Non si decide di parlare di vienza domestica. Non è che mi son detto «oh, facciamo una scena sulla violenza domestica». Non è così che funziona. Quando sei uno scrittore parli delle cose che ti commuovono, che senti dentro di te in modo così profondo che speri che commuoveranno anche gli altri. Hai due modi per farlo. Uno è «oh facciamo qualcosa di fico e facciamo menare qualcuno», questo è un modo.
L’altro è concentrarsi e lavorare su qualcosa di importante, qualcosa che abbia un significato, che smuova le coscienze. C’è un significato dietro tutto questo, una storia forte che ho bisogno di raccontare. Si passa per momenti bui, ma credo che la storia che devo raccontare è importante anche per me. E penso che quando lo fai, quando lavori come autore, fai il tuo lavoro da scrittore. Finisci in quei posti bui nel tentativo di creare qualcosa di positivo. Non è mai una decisione razionale quando dici “facciamo qualcosa di fico e violento” – no, io voglio parlare di qualcosa di commovente e profondo, questo è il mio lavoro di scrittore. Sono io il primo giudice di me stesso, e spero che il pubblico sentirà le stesse cose che ho provato io.
Detroit: Become Human, violenza domestica e abuso minorile
Credo che nessuno, nessuno possa veramente giustificare la violenza domestica e gli abusi su minori. Sono temi che fanno male, in primo luogo alle vittime, in secondo luogo alla società. La violenza non è una risposta, ed è vero che non è qualcosa che si debba fare per diletto o leggerezza. Ma qui non si sta parlando di giustificare un episodio, si sta parlando di censurare un’opera d’arte. Il vero problema, in questo caso specifico, è che implicitamente si afferma che i videogiochi sono cose da gente stupida. Si insinua che i videogiocatori siano gente abietta, incapace di distinguere il bene dal male, realtà e fantasia. Come se i videogiocatori fossero tutti ugualmente depravati, accomunati da una sorta di smania. Non è così.
È sacrosanto ribadire che la violenza e gli abusi su minori non debbano essere giustificati, minimizzati o banalizzati. Così come non deve succedere per l’olocausto, i movimenti nazi-fascisti, i gulag comunisti, gli episodi di pulizia etnica, le guerre religiose, e tutto ciò che esiste di malvagio, ingiusto e sporco in questo mondo. È sacrosanto voler eliminare il male, e proteggere i più deboli dalle violenze fisiche e psicologiche. Ma le accuse rivolte a questo gioco suonano deboli.
Il male esiste, le persone malvagie e malate esistono, e non sarà certo la presenza di un videogioco o meno a fermarle. Non è necessario che un violento veda la violenza per sentire il bisogno di farla agli altri. Inoltre, si torna al problema del valore artistico che si attribuisce alle cose. Se fossero stati un libro o un film a trattare lo stesso tema, sarebbero stati bersagliati così come è successo con Detroit: Become Human? Quasi sicuramento no. Anzi, sarebbero stati acclamati come opere coraggiose, libere, di attualità. Detroit: Become Human ha il difetto di essere un gioco. E per molti, evidentemente, un gioco non deve trattare di temi del genere. Temi che, sottolineamo, esistono nel reale e, banalmente, capitano tutti i giorni e davanti ai quali a volte giriamo le spall, e facciamo finta di non vedere. Adesso che però si vedono eccome, che li vedono milioni di potenziali giocatori, tutto questo fa paura.
Speriamo fermamente che il Parlamento britannico non voti per il bando di questo gioco, che non è solo bellissimo e tecnicamente innovativo, ma può veramente portare un messaggio forte alla comunità: un messaggio difficile da mandar giù, ma necessario. Anzi, due messaggi. Il primo è che della violenza si deve parlare sempre, ovunque, non solo nelle istituzioni e davanti alle telecamere pur di chiacchierare un po’, ma anche nei salotti di casa; e secondo, che i videogiochi possono essere forme d’arte intelligenti e sensibili tanto e quanto libri e film; che gli AUTORI di videogiochi sono artisti come gli altri.
Se il Parlamento inglese deciderà di rinunciare a Detroit: Become Human, ci saranno sicuramente molti altri a giocarlo e a capirne il vero messaggio.
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