Torniamo a dare fiducia ai ragazzi di Deck 13, con la nostra recensione di The Surge 2, neonato che cerca di riportare a nuova vita uno sfortunato primo capitolo
Quando due anni fa, in un 2017 piuttosto ricco di titoloni altisonanti (basti pensare a The Legend of Zelda: Breath of the Wild, Nier Automata, Super Mario Odissey o Prey) Deck 13 si fece avanti con il suo The Surge, titolo ampiamente e platealmente ispirato alla Miyazakiana saga dei Dark Souls, tutti rimanemmo col fiato sospeso per capire quanto effettivamente ci fosse di qualità , e fummo delusi. Due anni dopo, ecco The Surge 2.
Arrivato da qualche giorno su PlayStation 4, Xbox One e PC, The Surge 2, riprendendo gli stilemi e anche le basi narrative del primo capitolo, cerca di risollevarne le sorti migliorandone gli aspetti fondanti e ampliandolo. Ci sarà davvero riuscito? Scopritelo con noi nella nostra recensione.
But then, there was fire… – The Surge 2: Recensione
Lasciamoci alle spalle il protagonista del primo capitolo ed entriamo in un mondo di gioco completamente nuovo ed inedito, Jericho City. Stavolta il personaggio potremo crearlo noi stessi, scegliendo sesso, origine (fattore che non cambia le caratteristiche, ma solo un generale aspetto del volto) e varie componenti estetiche in un editor piuttosto scialbo e sicuramente ben poco sviluppato.
Il pretesto narrativo di The Surge 2 è piuttosto semplice, così come tutta la sceneggiatura che ne consegue: il nostro protagonista è stato vittima, due mesi prima dell’inizio del gioco, di un terribile incidente aereo di cui risulta essere l’unico sopravvissuto… o quasi. Si risveglia all’interno di un centro di detenzione sotto attacco e, armato di una coppia di defibrillatori, dovrà farsi strada attraverso robot e altri detenuti per arrivare a vedere la luce del sole.
Come già detto, il titolo dello studio tedesco non brilla sicuramente per sceneggiatura, che risulterà anzi appena tratteggiata. La lore del mondo, invece, è come sempre narrata a livello ambientale con dialoghi dei vari NPC e registrazioni sparse all’interno delle mappe di gioco. In un’epoca in cui le macchine hanno preso il sopravvento sugli esseri umani, che hanno iniziato addirittura ad innestarsi parti meccaniche e robotiche per innalzare le proprie potenzialità , di cose da scoprire ce ne sono sicuramente molte. Di interessanti forse un po’ meno.
L’obiettivo sarà dunque scoprire cos’è successo due mesi prima, chi sia quella bambina che infesta i nostri sogni e soprattutto sopravvivere a una Jericho City che pullula di guardie corazzate e molto, molto arrabbiate con chiunque osi gironzolare per le strade della città andata in rovina. La presenza di molti NPC e delle già citate registrazioni non riesce comunque ad innalzare il livello di interesse per una storia che, come nel caso del primo capitolo, risulterà comunque banale e poco ispirata.
… and with fire came disparity – The Surge 2: Recensione
Veniamo alla parte centrale di tutto The Surge 2: il gameplay. Ripartendo dalle ceneri del suo predecessore, il titolo di Deck 13 ne riprende le meccaniche basilari e le ampia in modo non troppo azzardato. Ritorna ovviamente il letterale “smembramento” degli avversari. Tramite il sistema di puntamento del nemico è possibile selezionare le varie parti del corpo dello stesso e decidere quale colpire. Se riusciremo a portare a rottura quelle con armatura, potremo reciderle con una potente finisher che permetterà di ottenere i “diagrammi”, le “ricette” se così possiamo definirle, per ricostruire quel determinato pezzo di equipaggiamento.
Sconfiggere i nemici ci porterà ovviamente ad ottenere punti esperienza, spendibili in tre diverse caratteristiche: la salute, la resistenza (o la stamina) e la batteria. Le prime due hanno una valenza piuttosto chiara e ci permetteranno, rispettivamente, di aumentare i Punti Salute e la barra della Stamina, che ci permette di attaccare, schivare, parare o scattare. La Batteria, invece, è la statistica che regola l’utilizzo, per l’appunto, delle batterie, ottenibili colpendo i nemici e che ci consentiranno di utilizzare le finisher già citate prima o varie tipologie di iniettabili. Questi ultimi consentiranno di ottenere diversi tipi di effetti, dal basilare recupero dell’energia a molti altri effetti positivi.
È anche possibile parare con una parata direzionale che, se portata a termine con successo, consente di effettuare un vero e proprio “Parry”, ma non abbiamo trovato questa meccanica poi così utile. Più che parare, in The Surge 2 conviene schivare e imparare per bene i pattern di attacco dei vari nemici. Arrischiarsi a parare non comporta particolari benefici e, anzi, spesso porta a morte prematura.
Alla nostra morte verremo riportati all’ultima Medbay (il Falò di Deck13) utilizzata. Attraverso queste stazioni è possibile salire di livello e scomporre i vari scarti metallici che abbiamo ottenuto per creare nuovi equipaggiamenti attraverso i diagrammi e i materiali ottenuti combattendo. Esistono diversi set di armature ed armi, tutti abbastanza variegati e con moveset e caratteristiche uniche. Saranno soddisfatti sia gli amanti della schivata sia quelli della parata. Un punto a favore della personalizzazione, che sicuramente non poteva essere ottenuta con la sola presenza di tre caratteristiche.
Ultimi, ma non per importanza, tornano gli Impianti già presenti nel primo capitolo. Questi ultimi apporteranno una variegata gamma di effetti positivi al nostro protagonista, consumando l’Energia Nucleare che andrà aumentando man mano che saliremo di livello. Torna anche il Drone, provvisto di munizioni limitate, ma potenzialmente letali se utilizzate accuratamente.
Insomma, dal punto di vista puramente di “gioco”, The Surge 2 offre una buona varietà di situazioni potenzialmente divertenti e diversificate, lasciando spazio a un ottimo livello di personalizzazione e spunti particolarmente interessanti da cui proseguire. Anche il livello di difficoltà non è esageratamente puntato verso l’alto. Sicuramente non stiamo parlando di un titolo facile, ma con una buona dose di pazienza e riflessi sarete in grado di padroneggiare il gioco piuttosto in fretta. Una menzione speciale va ai bossi, piuttosto diversi tra loro e che offrono un livello di sfida abbastanza piacevole.
… o forse no.Â
Il lato dolente di The Surge 2 è sicuramente quello tecnico. Abbiamo avuto la possibilità di giocare il titolo su PlayStation 4 Pro che, come per molti altri recentemente, offre la possibilità di switchare fra una modalità “Prestazioni” e una “Qualità ”. Se quest’ultima ci permette di avere un balzo verso l’alto per quel che riguarda antialiasing e superfici, va purtroppo però a minare la fluidità e la reattività del titolo, dovendo quindi per forza ripiegare sulla prima.
I 60fps piuttosto stabili, però, non bastano a sopperire il terribile downgrade tecnico a cui si deve far fronte: texture che si caricano tardi (o forse mai), pop-up a distanza ravvicinatissima e scalettature fin troppo visibili sono solo alcune delle mancanze tecniche a cui dovrete fare l’abitudine se volete giocare in modo “fluido”. Non possiamo sapere come gira sulle console standard, ma se si presentano problemi del genere sulle loro versioni potenziate non osiamo immaginare sulle standard. Molti videogiocatori non si accorgeranno nemmeno di queste forti mancanze tecniche, ma è comunque qualcosa che mina alla fruizione di The Surge 2 e che dobbiamo far presente in sede di recensione.
Le animazioni continuano ad essere quelle utilizzate anche in Lords of the Fallen, altro titolo di Deck 13, e avrebbero decisamente bisogno di una miglioria e… perché no, di qualche cambiamento. La mappa di gioco è sì aperta e sicuramente dà un maggior senso di libertà rispetto al primo capitolo, ma è spoglia e piena di oggetti completamente inutili, con pochi anfratti nascosti e segreti da scoprire. Ovviamente, come potrete immaginare, non stiamo parlando di un vero e proprio open-world, ma di una serie di livelli tutti interconnessi fra loro attraverso porte, ascensori gravitazionali e quant’altro.
The Surge 2 prende e amplifica tutto quello che il primo capitolo aveva da offrire in termini di gameplay e spirito, migliorandone alcune meccaniche e aggiustando il tiro sul lato meramente “giocoso”. Peccato che a livello tecnico siamo ancora molto, molto indietro rispetto ad alcuni suoi “coeatanei” in questa generazione e la mancanza di una sceneggiatura incisiva inizia davvero a farsi sentire.
- Nuovo sistema di puntamento per gli arti – per personalizzare il combattimento secondo il proprio stile
- Nuovo sistema di puntamento per gli arti – per personalizzare il combattimento secondo il proprio stile
Punti a favore
- Gameplay variegato e divertente
- Buon livello di personalizzazione
Punti a sfavore
- Sceneggiatura banale e poco ispirata
- Tecnicamente mediocre
- Le animazioni di Lords of the Fallen
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