Vediamo insieme, in questa recensione, se e quanto valga la pena acquistare Trek to Yomi, il viaggio di un samurai narrato da un giovane Game Designer, Leonard Menchiari, e da Flying Wild Hog
“Non ho bisogno che tu mi protegga. Ho bisogno che tu mi stia accanto. Promettimelo”.
Amore e vendetta. Due topoi fortemente usati, o sarebbe meglio dire “abusati”, nelle produzioni di qualsiasi medium di intrattenimento. Il videogioco più recente che ci viene in mente così, su due piedi, è The Last of Us Parte 2 e, tornando invece più indietro nel tempo e nelle generazioni, God of War. Se ci spostiamo nel campo della cinematografia, anche qui troverete decine di pellicole che si basano su un “viaggio in cerca di vendetta” di un protagonista che ha perso qualcosa, in un modo o nell’altro. John Wick, Black Mamba, chi più ne ha più ne metta. C’è ancora davvero qualcosa da poter raccontare, partendo da questi presupposti?
Quando ci siamo messi di fronte a Trek to Yomi per la prima volta, pad in mano, ci siamo subito accorti che il piccolo titolo targato Leonard Menchiari e Flying Wild Hog (la pubblicazione è invece di Devolver Digital) sicuramente non brillava per originalità in merito a tematiche trattate. Traspariva, però, sin dai primi fotogrammi, un “qualcosa” che lo rendeva drammaticamente interessante, in maniera quasi viscerale. Una sensazione che avevamo avuto sin dai primi trailer e che non è scemata nel corso delle 7-8 ore che abbiamo impiegato per portare a termine il primo viaggio nello Yomi di Hiroki. Ed ora, a mente fredda, siamo qui a parlarvene. Benvenuti nella nostra recensione di Trek to Yomi.
The Path That Lies Ahead
Trek to Yomi è un viaggio, così come si potrebbe intuire dal nome. Un viaggio in parte reale, in parte metaforico, che Hiroki, il nostro protagonista, si trova costretto a fare nel momento in cui la sua vita viene stravolta. E in realtà ciò non avviene in una sola occasione, ma in ben due: la prima, narrata nel prologo, che dona anche piuttosto bene le basi del gameplay, e che coincide con la morte del suo mentore e maestro, nonché padre dell’amore della sua vita, Aiko. La seconda, diversi anni dopo, quando a seguito dell’attacco al suo villaggio si ritrova costretto ad intraprendere un viaggio onirico, disconnesso e terribilmente surreale, per poter ritrovare se stesso.
Come potrete ben capire, in realtà, la narrativa di Trek to Yomi non è nulla di particolarmente originale e si rifà pesantemente a tutta la cinematografia giapponese di metà Novecento, così come da stessa ammissione del Game Designer. I trope sono quindi sempre quelli: samurai, onore, amore, vendetta, viaggio. Non c’è nulla di veramente innovativo od interessante e la sensazione di già visto permea tutta la storia di Hiroki, con colpi di scena praticamente inesistenti e dialoghi terribilmente prevedibili. Ammazza, ma è così male?
In realtà, no. Sebbene effettivamente la narrativa di Trek to Yomi non abbia nulla di più interessante del solito, quel che deve fare lo fa piuttosto bene: accompagnare il gameplay. Non riusciamo quindi troppo a demonizzare questa scelta, un po’ perché è proprio alla base dell’idea creativa e del suo voler essere un omaggio a un determinato tipo di cinematrografia, un po’ perché, alla fine dei conti, non è una brutta storia. È solo molto classica e prevedibile.
Like Water Blood Flows | Recensione Trek to Yomi
Trek to Yomi è suddiviso in sei capitoli, o sarebbe meglio chiamarli effettivamente “livelli”, di durata tendenzialmente variabile, ma che in totale vi terranno impegnati, come dicevamo in apertura, 7-8 ore a difficoltà normale. Sebbene il gioco sia stato presentato principalmente come bidimensionale, in realtà questo è vero soltanto per la parte degli scontri. Una volta rinfoderata la katana, Hiroki è libero di esplorare le porzioni di mappe di gioco in tre dimensioni, senza soluzioni di continuità con le fasi di combattimento.
L’esplorazione delle mappe di gioco serve principalmente allo scovare tutti i piccoli anfratti e le strade secondarie contenenti potenziamenti e collezionabili. Andiamo con ordine. In Trek to Yomi non esistono punti esperienza o alberi delle abilità particolari e il nostro Samurai si potenzierà col proseguire dei capitoli o scovando pergamene specifiche atte a migliorare skill già imparate o sbloccarne delle nuove. A questi power up si affiancano quelli che aumentano i Punti Vita e l’Energia, la Stamina del gioco.
The Promises We Can’t Keep | Recensione Trek to Yomi
Per quel che riguarda i collezionabili, invece, ce ne sono una decina per ogni capitolo e sono tutti molto ben rappresentati e con descrizioni interessanti, utili a scoprire qualche curiosità sulla cultura giapponese dell’epoca e sul mondo di gioco. Tutto molto bello, direte, ed effettivamente è così. Il problema è soltanto uno: in Trek to Yomi non è possibile, una volta finito il gioco, selezionare un capitolo per rigiocarlo e completarlo. Questo vuol dire che, se per pura distrazione perderete una strada secondaria, contenente magari un collezionabile specifico, questo sarà quasi sicuramente perso per sempre.
Il sistema dei checkpoint molto ferreo non aiuta e non è possibile creare salvataggi separati, rendendo quindi impossibile poter tornare sui propri passi una volta avanzata la narrativa. Se vorrete quindi completare tutti i collezionabili, dovrete farlo in una sola run. Se consideriamo, infine, che Trek to Yomi ha in totale la bellezza di tre differenti finali, selezionabili con delle scelte nell’arco dell’avventura, ci ritroviamo davvero interdetti davanti alla scelta di design di non includere la selezione del capitolo. Peccato.
Love Everlasting | Recensione Trek to Yomi
Gli scontri in Trek to Yomi sono stati creati con una prospettiva bidimensionale in side-scrolling, ed hanno un pacing che ci ha ricordato molto gli incontri di scherma. Hiroki si ritroverà infatti ad affrontare orde di nemici, ma sempre massimo due per volta, così come richiede (circa) l’onore dei Samurai. Un semplice sistema di parata e parry spezza le guardie nemici e permette al nostro protagonista di colpire con attacchi leggeri e pesanti, i cui effetti variano in base all’avversario che ci ritroviamo di fronte. Alcuni briganti, ad esempio, sono dotati di armatura e “prediligono” quindi attacchi perforanti, che ne destabilizzano la poise e li rende suscettibili alle mosse finali del giovane Hiroki.
Alcuni abitanti dello Yomi, invece, avranno poteri particolari e potranno ad esempio far volare la propria Katana o evocare minion, nonché svuotare completamente la barra dell’energia di Hiroki in caso di colpo sbagliato. Se questo accade, il Samurai si trova completamente scoperto alle combo nemiche e, quasi sicuramente, morto. Trek to Yomi non è infatti un gioco difficile, questo è certo, ma alcune piccole sbavature tecniche lo rendono piuttosto scorretto, in alcuni frangenti. Partendo dal leggero input lag che abbiamo notato nella nostra versione di prova (Xbox Series S), che ha spesso ritardato il nostro parry quel millisecondo che basta per renderlo inefficace, e che, soprattutto nelle fasi più avanzate di gioco, può realmente risultare letale.
Father Belongs to Yomi | Recensione Trek to Yomi
A questo si va ad aggiungere l’amara consapevolezza, dopo alcune ore di gioco, che la vera meccanica game breaking di tutto Trek to Yomi sono le combo che rompono l’equilibrio del nemici e permettono di effettuare le mosse finali. Ce ne sono un paio di esecuzione piuttosto semplice e, considerando che salvo rarissime eccezioni tutti i nemici possono essere storditi… capirete come proseguirete nel gioco. I boss non sono molti, né particolarmente ostici da abbattere, se si presta un po’ di attenzione ai loro pattern di attacco e curiosamente sono gli unici nemici dotati di una barra della vita.
Hiroki, oltre che sulla sua katana, può fare affidamento su un armamentario di armi a distanza piuttosto tipiche per l’epoca: i Bo Shuriken, l’Arco e l’Osutsu, una sorta di archibugio tanto potente quanto estremamente lento da caricare. Queste soluzioni ci hanno permesso di ripulire zone particolarmente dense di nemici posizionati in modo ingiusto e difficilmente sistemabili in tempi brevi, ma sono comunque secondari rispetto all’utilizzo della katana.
Sun and Moon | Recensione Trek to Yomi
Quel che vince, in modo totale ed incondizionato, in Trek to Yomi è la sua direzione artistica. I limiti tecnici della produzione, che sicuramente non ha un conteggio di texture così elevato da essere spaccamascella, sono completamente oscurati dalla sua capacità di farci venire i brividi per ogni angolazione di telecamera. Ci siamo spesso ritrovati a fermarci a contemplare i vari scenari di gioco, sia quando bidimensionali sia tridimensionali, e l’ottimo gioco di luci ed ombre che ne sottolinea ancora di più l’atmosfera.
Tutto ciò che caratterizza la cifra stilistica di Trek to Yomi emana “ispirazione”. Dall’architettura, ai paesaggi fino a tutti i piccoli dettagli inseriti nella caratterizzazione dei villaggi, dello Yomi, o della natura incontaminata. Il tutto è accompagnato da una colonna sonora d’atmosfera, sempre azzeccata in ogni situazione e mai veramente scontata. Ottimo anche il doppiaggio giapponese, anche se, immaginiamo per qualche bug audio, nelle fasi finali di gioco sono saltati alcune linee di doppiaggio. Nulla che non possa essere risolto con una patch, insomma.
The Perfect Light
Concludiamo questa recensione riprendendo la domanda che ci siamo posti in apertura: c’è davvero qualcosa di innovativo che Trek to Yomi può raccontare? La risposta è semplicemente no. Questo però non vuol dire che il titolo di Leonard Menchiari non sia valido, tutt’altro: la direzione artistica eccellente, un sistema di combattimento divertente e collaudato (seppur rompibile e non così profondo come sembra inizialmente) e una narrativa gradevole, seppur non da Oscar, rendono Trek to Yomi un ottimo punto di partenza per un Game Designer che ha saputo dimostrare le sue capacità al mondo intero con classe, stile e un onore da vero Samurai. E voi? Che strada prenderete: Uomo o Samurai?
Trek to Yomi è attualmente disponibile su PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X | S e PC e fa anche parte del catalogo Xbox Game Pass. Fateci sapere se lo avete provato qua sotto nei commenti, noi continueremo a tenervi aggiornati con tutte le news, le guide e le recensioni a tema videoludico e tech! E se siete interessati a chiavi di gioco a prezzi vantaggiosi, vi consigliamo di dare un’occhiata al catalogo di InstantGaming!
Punti a favore
- Gameplay divertente e facile da padroneggiare...
- Ambientazioni aperte ed esplorabili
- Direzione artistica eccellente sotto ogni punto di vista
Punti a sfavore
- ... altrettanto facile da rompere
- Narrativa banalotta
- Rigiocabilità vessata dalla mancanza di selezione del capitolo
- Qualche imperizia tecnica
Lascia un commento