LL‘ultimo titolo di Supermassive è sbarcato sulle console in multipiattaforma, rimarcando la scia horror che contraddistingue lo studio inglese. The Quarry è finalmente disponibile e noi vogliamo parlarvene nella nostra recensione
Come molti dei giochi precedenti di Supermassive, The Quarry è chiaramente realizzato da e per persone che amano i film horror. Fin dall’inizio, il gioco costruisce lentamente l’atmosfera, coinvolgendo l’utente e chiedendogli costantemente di prendere piccole decisioni che guideranno il cast di adolescenti verso la sopravvivenza o verso la morte. Quando il sangue inizia a scorrere, mettere giù il pad diventa davvero difficile. Ma ci avrà convinto del tutto? Scopriamo insieme The Quarrry nella nostra recensione!
Welcome to Hackett’s Quarry
La location di The Quarry è un campo estivo a nord di New York, Hackett’s Quarry, che sta lentamente cadendo a pezzi. Inizialmente è stato progettato per apparire come la versione più degna di una cartolina di se stesso,un po’ la versione hollywoodiana dell’esperienza estiva perfetta. Ma quando il sole tramonta, il bosco diventa pericolosamente silenzioso e il marciume emerge dalle tenebre.
In The Quarry Si gioca nei panni di ciascuno dei nove consiglieri del campo, controllandone uno alla volta in vari momenti della campagna (di circa 10 ore totali). È possibile influenzare lo svolgimento degli eventi attraverso scene di esplorazione, scelte di conversazione, quick time events e furtività. In The Quarry sono presenti numerose opzioni di accessibilità che permettono di regolare la difficoltà di tutte queste azioni, o addirittura di cambiare alcune di esse in modo che riescano sempre automaticamente. C’è anche una modalità “filmato” che permette alla storia di svolgersi senza alcuna interattività, verso una delle diverse conclusioni preimpostate.
Sebbene la modalità filmato permetta di vedere la maggior parte di ciò che c’è da vedere, si perderanno un paio di eventi importanti, molti eventi opzionali e un sacco di contesto della storia che si può ottenere solo giocando manualmente. Insomma, meno gioco di quanto il gioco già non sia.
Film o videogioco? – Recensione The Quarry: benvenuti ad Hackett
La prima (evidentissima) cosa che ci salta all’attenzione dopo poche ora dio goco, è che The Quarry non è tanto un gioco quanto un film interattivo per la maggior parte del tempo. Si può andare avanti per periodi sorprendentemente lunghi senza dover fare una scelta significativa o prendere il controllo diretto di un personaggio. Tutto ciò che vi viene chiesto è di guardare. In generale, la parte che ho preferito di Until Dawn, così come dei giochi dell’antologia Dark Pictures di Supermassive, è stata quella di essere un mistero almeno quanto un film horror. Durante le sequenze di esplorazione in stile gioco d’avventura, si aveva la possibilità di cercare di scoprire dettagli cruciali su ciò che stava accadendo scoprendo indizi, leggendo file, risolvendo enigmi e occasionalmente cadendo in quella che (con il senno di poi) era una trappola davvero ovvia.
Purtroppo, in The Quarry non c’è nulla di tutto questo. Si ha la possibilità di svelare la strana storia dell’accampamento e dell’area circostante, ma la questione lascia davvero poco spazio alle sorprese. Inoltre, in The Quarry non è possibile saltare le cutscene o i dialoghi già visti durante le ripetizioni. È molto divertente invece tornare indietro e prendere deliberatamente decisioni diverse, o addirittura fallire di proposito solo per vedere cosa succede. Il problema, resta sempre il non poter saltare o velocizzare le scene, lasciando un leggero alone di frustrazione. Così com’è, ogni tentativo di rigiocare The Quarry comporta vere e proprie ore di tempo morto, in cui tutto ciò che si può fare è stare seduti a guardare il gioco che si ripete.
Quasi alla maturità – Recensione The Quarry: benvenuti ad Hackett
Rispetto ai precedenti titoli di Supermassive, The Quarry è deliberatamente pensato per avere un tono più leggero. Non per nulla, il direttore artistico lo ha paragonato a Scream (il casting di David Arquette come capo consulente di Hackett Quarry è chiaramente un tributo alla saga). Nonostante qualche problemino di gestione temporale, la trama di The Quarry dà l’impressione che Supermassive abbia imparato molto dai suoi progetti precedenti e che stia mettendo a frutto questa esperienza. Il prodotto sembra più sicuro, con una struttura della trama più solida e coerente. Ci sono ancora molti colpi di scena, ma sono attentamente calcolati e alcuni colgono anche di sorpresa.
Il tutto è arricchito da un eccellente uso delle mo-cap e dall’animazione in generale. Il cast di attori in motion-capture è un punto di forza particolare, così come la caratterizzazione dei personaggi e lo spazio dedicato ad ognuno di loro. Avremmo sperato di vedere di più l’inquietante cacciatore di boschi di Lance Hendriksen, ma va bene così. Ariel Winter, Siobhan Williams e Justice Smith, rispettivamente nei ruoli di Abigail, Laura e Ryan, sono tutti particolarmente apprezzabili. Menzione d’onore a Brenda Song, nel ruolo di Kaitlyn, che riesce in qualche modo a diventare la “cattiva” di cui il cast aveva bisogno.
Priorità – Recensione The Quarry: benvenuti ad Hackett
La nota più stonata del gioco, purtroppo, riguarda l’atteggiamento del cast nei confronti dei pericoli mortali del camp. I personaggi di The Quarry non si comportano come se fossero in un film horror. Molti di loro operano con un livello di distacco ironico che a volte sfiora l’auto-parodia, soprattutto considerando l’altissimo livello di pericolo delle situazioni in cui si ritrovano. Ci siamo imbattuti in diverse sequenze in cui i personaggi stavano ancora parlando dei loro piccoli drammi relazionali nonostante fossero ricoperti dal sangue di qualcun altro. Nessuna scena è abbastanza drammatica da non poter essere rovinata da una mezza battuta, e l’atmosfera finisce spesso per venir smorzata brutalmente.
In termini di horror, se Supermassive Games mirava a Scream, ha esagerato e si è ritrovata con The Cabin in the Woods. Capiamo di aver a che fare con un gruppo di ragazzi, alcuni di essi anche armati e quindi sicuri dei loro mezzi abbastanza da sottovalutare la situazione, ma passare dal prendere qualcosa sottogamba ad uno spettacolo di cabaret è davvero eccessivo.
Tiriamo le somme
AL netto di questa recensione di The Quarry, ci troviamo come sempre a tirare le somme. Il titolo merita di essere giocato almeno una volta, ma rispetto ad Until Dawn o altre esperienze pregresse di Supermassive è un passo avanti e uno indietro. Da un lato, il gioco è caratterizzato da una solida sceneggiatura interpretata da un ottimo cast, con una storia a fuoco lento che si può guidare fino a diverse conclusioni soddisfacenti (o anticlimatiche). Dall’altro, tuttavia, non è interattivo quanto avremmo voluto e questo rende difficile rigiocarlo come previsto. È comunque un’esperienza divertente, soprattutto al primo tentativo, ma la formula di Supermassive Games potrebbe essere migliorata in termini di “qualità della vita”. Se siete fan del genere horror, comunque, vi consigliamo di dargli una chance.
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Punti a favore
- Buoni la trama e il contesto
- Cast ben articolato
- Personaggi ben caratterizzati
- Buon comparto tecnico
Punti a sfavore
- Davvero poco interattivo
- Impossibilità di saltare le cutscene
- Reazioni agli eventi surreali
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