Eventide 2: Sorcerer’s Mirror arriva su PS4 con il suo mix di puzzle e ricerca di oggetti nascosti; scopriamo se nella mitologia slava c’è un po’ di qualità
Quello di Artifex Mundi, editore polacco, è un curriculum bello lungo. Anche solo andando a guardare il suo sito possiamo notare che negli ultimi anni ha rilasciato almeno un gioco al mese. Questo editore raduna, in buona sostanza, vari sviluppatori che si concentrano sui cosiddetti Hidden object games (HO games), ovvero giochi a oggetti nascosti. The House of Fables è uno di questi sviluppatori.
Fondato nel 2014, la SH ha dato i natali a Eventide: Slavic Fable nel novembre del 2015. Eventide 2: Sorcerer’s Mirror ne è chiaramente il seguito. Nati entrambi in versione mobile, arrivano quest’anno anche su PS4 (ad aprile il primo, il 26 settembre il secondo) dopo una sosta su PC e Mac.
Eventide 2: Sorcerer’s Mirror, cultura slava
Questo secondo capitolo vede di nuovo al centro dell’attenzione la botanica Mary, alla ricerca della nipote rapita dallo stregone immortale Tvardovsky. La donna dovrà esplorare un villaggio sperduto in mezzo ai monti e riuscire a raggiungere la villa dell’incantatore. Tra noi e il nostro obbiettivo troveremo folletti e enigmi pronti a fermarci.
Iniziamo dicendo che non è assolutamente necessario aver giocato al primo titolo per poter affrontare Eventide 2. Location e storia sono completamente separati. Io stesso non conosco in maniera diretta il primo gioco.
La protagonista è, inoltre, pressappoco inesistente. Per l’impostazione degli HO games, il personaggio da noi controllato non apparirà mai in scena e si limiterà a dire qualche frase in punti specifici. Sinceramente, ho il dubbio che nel gioco sia stato effettivamente detto il nome della botanica (Mary, appunto). Lo conosco solo tramite le solite ricerche pre-stesura della recensione. Già solo questo può darvi un’idea di quanto la narrazione sia “personale”.
In generale la vicenda raccontata ha il proprio perché, senza raggiungere alcun picco di qualità. Diciamo che fa da giusto sfondo. Ritengo però che l’ambientazione slava sia stata poco sfruttata. Ci saranno sì accenni a divinità e sono sì presenti folletti, ma in generale sembra molto più un generico angolo di mondo che si è fossilizzato in una cultura nordica simil-medievale. Stilisticamente, quindi, l’impatto non è particolarmente interessante, per quanto mai negativo.
Trovare l’oggetto giusto al momento giusto
Veniamo però al gioco vero e proprio. Come abbiamo detto stiamo parlando di un HO games, ovvero di un titolo che propone schermate colme di oggetti vari tra cui trovare quelli elencati nella parte bassa dello schermo. A questo si sommano piccoli puzzle, abbastanza semplici, e una struttura da avventura grafica all’acqua di rose. Dovremo, ovvero, recuperare oggetti, combinarli tra loro dall’inventario e capire dove usarli. L’interazione con l’ambiente avviene attraverso un puntatore a schermo che muoveremo con le levette. Il gioco propone anche degli aiuti, che saranno però utili solo nel caso in cui ci spazientissimo nel trovare quell’ultimo oggetto nascosto all’interno di una scena HO: a seconda del livello di difficoltà gli aiuti si ricaricheranno più o meno velocemente, ma anche a “Esperto” ci vorrà veramente poco.
Un’avventura da un pomeriggio
Ogni area del gioco è composta da una manciata di schermate: dovremo sostanzialmente andare avanti e indietro per trovare e usare ogni oggetto. In generale, si tratta di un gioco molto semplice e rapido: alla prima partita non impiegherete di tre ore per arrivare ai titoli di coda. Se doveste rigiocarlo, potrete ripercorrerlo in meno di un’ora. La rigiocabilità è garantita solo da alcuni collezionabili piazzati nelle ambientazioni e dalla possibilità di fare alcune scelte che dovrebbero cambiare la storia. Dico “dovrebbero” poiché le scelte non hanno alcun impatto sull’immediato: nel finale accadranno alcune cose in maniera diversa, ma il gioco si concluderà con lo stesso identico filmato per qualsiasi combinazione.
Mediamente il gioco è di buona fattura, sapremo sempre a cosa stiamo puntando e, trovato un nuovo oggetto, arriveremo alla soluzione con un minimo di colpo d’occhio e intuito. Ripeto, si tratta di un gioco molto casual, anche a causa della sua natura mobile d’origine.
La natura mobile si nota anche nell’impostazione grafica. Il gioco si compone principalmente di scene bidimensionali: queste fanno la loro bella figura anche su PS4 grazie all’alta qualità dei disegni, carichi di dettagli e colori. Nel momento in cui, però, il gioco tenta qualche animazione poligonale 3D si capirà che il tutto è nato su un hardware molto meno potente. Non è però un problema vero e proprio.
Parlando invece del sonoro, dobbiamo aspettarci un doppiaggio inglese senza particolare carattere e una serie di musichette ed effetti ambientali adeguati al tipo di gioco. Un classico “né bene né male”.
Eventide 2: Sorcerer’s Mirror, chi dovrebbe comprarlo?
Eventide 2: Sorcerer’s Mirror è un gioco casual dall’impostazione chiara che non lascia adito a dubbi: è adatto agli amanti dei puzzle games/HO games semplici e brevi, che non si preoccupano troppo di avere una narrazione profonda o un impianto tecnico all’avanguardia. Nel momento in cui scrivo questa recensione non mi è possibile sapere il costo del gioco in versione PS4, ma il primo titolo viene venduto a 9.99€ (lo stesso prezzo di entrambi i capitolo su PC): mi ritrovo a supporre sarà lo stesso per Eventide 2. Il punto quindi è perché mai uno dovrebbe prendere questa versione quando a metà prezzo è possibile recuperare quella mobile? Le uniche risposte sono mancanza di un telefono o di un tablet, oppure i trofei semplicissimi che in un solo pomeriggio ci doneranno 6 oro e un platino con uno sforzo minimo. Il gioco presenta i testi in italiano.
Si ringrazia Artifex Mundi per averci concesso una copia per la recensione.
Punti a favore
- Semplice ma non banale
Punti a sfavore
- Si poteva osare di più stilisticamente
- Solito prezzo raddoppiato
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