Sono stati ricreati degli embrioni ibridi uomo-scimmia in Cina e uomo-topo in Giappone per ottenere nuovi organi
In Cina e in Giappone sono stati creati rispettivamente degli embrioni ibridi uomo-scimmia e uomo-topo. Andiamo a vedere tutti i dettagli delle rispettive ricerche su embrioni ibridi.
Embrioni ibridi uomo-scimmia prodotti in Cina | Biologia
L’obiettivo era quello di utilizzare animali come vere e proprie fabbriche di organi umani per i trapianti. Nonostante l’esperimento è ancora avvolto nel mistero è stato anticipato al quotidiano spagnolo El Pais dalla biologa Estrella Nunez dell’Università Cattolica Sant’Antonio di Murcia (Ucam), che ha collaborato alla ricerca condotta da Juan Carlos Izpisua Belmonte, biologo al Salk Institute in California, già noto per aver lavorato due anni fa al primo embrione uomo-maiale. L’esperimento, allora, non portò ai risultati sperati, perché le cellule staminali umane iniettate negli embrioni di maiale non attecchirono come previsto.
Proprio per i risultati fallimentari ottenuti in precedenza i ricercatori hanno successivamente fatto nuovi tentativi usando specie più vicine fra loro, come topi e ratti e, adesso, umani e scimmie. Gli embrioni di scimmia sarebbero stati geneticamente modificati per disattivare alcuni geni essenziali per la formazione degli organi. Successivamente sarebbero state iniettate delle cellule staminali umane capaci di generare qualsiasi tipo di tessuto. Si sarebbero così formati embrioni chimera il cui sviluppo sarebbe stato interrotto dopo pochi giorni, impedendo alla gravidanza di giungere a termine. In attesa di conferme ufficiali dalla Cina, gli esperti si dividono sull’utilità della sperimentazione che solleva dubbi di carattere etico.
Embrioni ibridi uomo-topo prodotti in Giappone| Biologia
Spostiamoci ora in Giappone per vedere gli studi effettuati su eventuali embrioni uomo-topo. L’obiettivo è quello di farli sviluppare in altri animali surrogati, come i maiali, per ottenere organi per i trapianti. La ricerca, condotta da Hiromitsu Nakauchi, che lavora fra le Università di Tokyo e Stanford, è la prima a ottenere l’approvazione da quando, nel marzo 2019, il divieto su questo tipo di test è stato eliminato dal governo giapponese. Cesare Galli, fondatore e direttore di Avantea, laboratorio per la riproduzione animale e la ricerca biotecnologica spiega all’ANSA quanto segue:
I dati presentati non sono una novità, ma è senz’altro una strada interessante da percorrere. Tuttavia le applicazioni sono ancora molto lontane, più degli xenotrapianti (trapianti di tessuti o organi provenienti da una specie diversa): c’è parecchio lavoro da fare prima di poter passare da animali relativamente semplici a quelli più complessi e utili per l’uomo, come il maiale.
Come riportato sul sito della rivista Nature, l’obiettivo dei ricercatori sarà quello di ottenere un embrione animale che manca di un gene necessario per lo sviluppo di un determinato organo, ad esempio il pancreas. Successivamente, nell’embrione animale verranno iniettate cellule staminali umane (iPS) (cellule riprogrammate per dare vita a qualsiasi tipo di cellula adulta). In questo modo, i ricercatori sperano che l’embrione, durante lo sviluppo, utilizzi le cellule staminali umane per costruire l’organo mancante. Nakauchi e colleghi hanno già condotto un esperimento di questo tipo nel 2017, andando ad iniettare le cellule staminali di topo in un embrione di ratto, che le ha utilizzate per produrre il pancreas. Sempre il professor. Galli conclude dicendo:
Evitare che le cellule arrivino al cervello, richiederà ulteriori modifiche genetiche.
E voi cosa ne pensate a riguardo? Fatecelo sapere. Ma per non perdervi nessuna novità sull’universo scientifico, anche in questa caldissima estate, continuate a seguire le pagine di tuttoteK.
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