Di recente il motore diesel ha subito continui attacchi mediatici tra scandali, minacce di blocchi alla circolazione e dichiarazioni contrastanti da parte dei principali costruttori. Facciamo chiarezza insieme su quello che sta succedendo e che succederà al motore più gettonato degli ultimi anni
Il motore diesel può vantare una storia lunga e nobile, una reputazione costruita sull’affidabilità, sulla versatilità e sull’economia di utilizzo. E forse quest’ultima di recente è stata la motivazione che ha maggiormente favorito la diffusione a macchia d’olio di questo tipo di motore, vista anche l’incerta situazione economica europea. Non dimentichiamoci però che chi sceglie il diesel, oltre che per il consumo lo fa anche per altri motivi.
Infatti il motore diesel a parità di cilindrata fornisce molta più coppia rispetto a un benzina, risultando quindi molto più reattivo, specialmente ai bassi regimi. In particolar modo sulle piccole cilindrate, il tutto si converte in un’esperienza di guida più gradevole e rilassata, con una resa migliore e percorrenze al litro più elevate. E ormai anche la classica rumorosità del diesel è stata da tempo molto attenuata da tutti i costruttori e in qualche caso si fatica perfino a capire che tipo di motore monti un’auto, diesel o benzina, ascoltandone il rumore. Ma questa è solamente una faccia della medaglia: infatti tutte queste caratteristiche estremamente positive nascondono un tasso di inquinamento estremamente elevato e difficilmente controllabile anche con l’aiuto del famoso filtro antiparticolato.
Purtroppo ciò è stato un ottimo pretesto per alcuni costruttori, che hanno letteralmente “barato” sui test delle emissioni, provocando degli scandali che hanno contribuito a mettere il motore diesel sempre più in cattiva luce. Inutile dire che, sebbene i parametri a livello europeo siano molto restrittivi, non esiste una giustificazione a tentativi di falsificazione dei test o peggio ancora all’esecuzione di test su cavie viventi. Inutile anche ricordare che l’inquinamento, specie quello cittadino, è un problema sempre più grave e non si può continuare a far finta di niente.
Le emissioni: da sempre il punto debole dei motori diesel, ottimi nel rendimento ma poco “puliti”
Diesel: la soluzione? Ogni costruttore ha la propria “ricetta”
Che fare quindi per risolvere il problema? FCA per esempio, secondo alcune indiscrezioni, dovrebbe abbandonare completamente la produzione di motori diesel a partire dal 2022. Un progetto sicuramente molto ambizioso che però lascia in sospeso molti interrogativi, specialmente riguardo la produzione di veicoli commerciali.
Volkswagen invece avrebbe in mente di rilanciare il diesel con nuovi investimenti e nuovi progetti per renderlo finalmente “pulito”. Anche in questo caso un progetto ambizioso, per il quale servirà molto tempo e lavoro. Stupisce poi Mazda che con la sua inedita tecnologia Skyactiv-X sta sperimentando un particolare tipo di motore a benzina a combustione istantanea, come avviene nel diesel, per risolvere il problema dei consumi ed accantonare la produzione dei motori a gasolio.
Non è ancora chiaro quale soluzione si rivelerà vincente e sarà universalmente applicata, ma possiamo stare tranquilli che il motore a gasolio ci farà compagnia, con il suo roco borbottio, ancora per diverso tempo. Certo, i blocchi del traffico potrebbero penalizzarlo in maniera sempre più aggressiva, ma pensare ad uno stop totale per il momento, visto il numero di veicoli a gasolio circolanti, non è una soluzione nemmeno lontanamente realistica. Inoltre ricordiamoci che il trasporto pubblico e quello di merci fanno un utilizzo quasi esclusivo di veicoli diesel, e naturalmente costituiscono servizi di vitale importanza.
Perciò nell’immediato futuro possiamo ragionevolmente prevedere che il diesel continuerà semplicemente ad essere sviluppato sempre di più per inquinare di meno e al suo fianco potrebbero progressivamente farsi strada altre soluzioni di mobilità, migliori per economia e prestazioni. Quindi il vero dilemma tra qualche anno potrebbe non essere più diesel o benzina, ma motore a combustione o motore elettrico. Ma questa è un’altra storia…
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