Andiamo avanti nella nostra rubrica dedicata al maestro Alfred Hitchcock e in questo appuntamento approfondiamo Il club dei 39, altro popolare film del periodo inglese
Dopo il precedente speciale dedicato a Il pensionante (1927), passiamo al 1935, anno in cui esce Il club dei 39, altro popolare film del periodo inglese di Hitchcock. Se Il pensionante era a tinte ed atmosfere dark/noir, The 39 Steps (titolo originale de “Il club dei 39”) si dedica alla spy-story. Con quest’opera, girata interamente in studio, Hitchcock va anche a sviluppare la sua componente umoristica, lasciando in disparte la fotografia tenebrosa del “pensionante”. Di conseguenza tralascia anche l’amore più drammatico, per concedere maggiore spazio alla componente comica del rapporto di coppia. Andiamo quindi ad analizzare quest’opera, ancora oggi molto popolare. Essenziale, però, è un piccolo riassunto della trama.
Spy story e leggerezza | Alfred Hitchcock, Il club dei 39
Trama
Richard Hanney (Robert Donat), simpatico giovanotto canadese, mentre si trova a Londra per affari, s’imbatte in una donna misteriosa che gli chiede ospitalità per la notte. L’elegante signora si rivela una spia e mette Richard a conoscenza di un importante segreto. La stessa notte, la misteriosa donna, che si era coricata nell’appartamento di Mr. Hanney, viene assassinata da un nemico non bene identificato. Ovviamente Richard è il primo sospettato dell’omicidio, per questo si darà alla fuga e ben presto scoprirà di avere alle calcagna non solo la polizia ma anche una losca congrega chiamata “I trentanove scalini”.
Alfred e lo humour
Come per Il Pensionante e come per tanti altri suoi film, Hitchcock rielabora uno scritto già precedentemente pubblicato. Il risultato è una delle opere più famose del periodo inglese hitchcockiano. La spy-story, che tanto successo darà al regista con film come Notorious (1946) o Intrigo internazionale (1959), viene qui utilizzata per dare vita a un’opera dal ritmo moderno e caratterizzata dalla presenza leggera ma costante di un certo british humour. Uno humour che ovviamente non potevamo trovare ne “Il pensionante” ma che qui diventa parte essenziale dalla storia. Simpatiche e memorabili sono le varie sequenze in cui Richard e Pamela (Madeleine Carroll) si trovano legati l’uno all’altro a causa delle manette messe dalle spie nemiche. In particolare, spesso ricordato è il “quadretto” in cui Richard, con la scusa che Pamela si deve togliere le calze infradiciate, si mette a fare “la mano morta” sulle cosce della bella attrice Madeleine Carroll.
L’importanza della figura femminile
Il romanticismo è quindi letto in questa chiave umoristica ma anche scontrosa. La coppia infatti nasce a causa delle necessità delle circostanze, ed è quindi caratterizzata da un continuo battibecco. Un romanticismo che ovviamente si riflette sulla figura femminile. Tra le tematiche tipiche del cinema hitchcockiano troviamo infatti, oltre alla presenza di un certo humour, l’enfatizzazione della figura femminile. Pamela può essere considerata un prototipo della “bellissima bionda” che Hitchcock tanto cercherà per i film successivi, in territorio americano. Una figura femminile che Alfred, con i suoi film, ha esplorato in tanti ed infiniti modi. In questo caso Pamela, di cui non ci viene svelato nulla rispetto al passato, sembra una donna indipendente ed energica, che si contrappone fortemente alla delicata Daisy (June Howard Tripp) del pensionante. Ma come abbiamo appena detto, Hitchcock, con i suoi film, ha esplorato tanti tipi di amore ma soprattutto tanti tipi di donne.
Narrazione moderna in chiave hitchcockiana | Alfred Hitchcock, Il club dei 39
Parlavamo di un ritmo moderno e di fatto l’opera, soprattutto nella prima parte, è caratterizzata da una successione di eventi veloce e frenetica. La fuga dal treno del povero e incolpevole Richard sembra esattamente un prototipo dei film d’azione che verranno nei decenni successivi. Dopo di che la pellicola tende a calare un po’ di ritmo, dando maggiore risalto alla suspense, tanto cara al regista, e al rapporto di coppia tra il protagonista e Pamela. Nei vari eventi che si susseguono e che compongono il film è importante notare un aspetto alla base del cinema hitchcockiano. Oltre alla regia precisa ed elegante, il regista ha sempre optato per una certa semplificazione degli eventi in scena. Di fatto tutto ciò che riguarda la componente spionistica viene soltanto accennato, senza mai farci addentrare più di tanto. Ad Alfred infatti, come a tanti grandi registi, interessa più l’azione, l’immagine piuttosto che la “verbosità”.
Verosimile, non reale
Ovviamente questa semplificazione, porta più alla verosimiglianza piuttosto che alla totale verità. Il cinema hitchcockiano è sia autoriale che commerciale e probabilmente tra gli elementi di successo vi è proprio questa tendenza alla semplificazione degli eventi non particolarmente rilevanti per ciò che il regista vuole comunicarci. Con riferimento a Il club dei 39, non mancano semplificazioni di questo tipo, come la facilità con cui Pamela ritrova Richard. Oppure il “colpo di fortuna”, per cui la fuga dal treno avviene proprio nelle vicinanze del paesino che Richard vuole raggiungere.
Verosimiglianza, quindi, piuttosto che verità. Una tecnica che troveremo spesso nelle opere di Alfred e che nel caso del club dei 39, sfocia anche in piccoli buchi narrativi. Si tratta però di un errore perdonabile, che va anche contestualizzato al periodo storico del cinema e di Hitchcock stesso ( a 35 anni, considerando i film a cui darà vita successivamente, si può dire che è ancora giovanissimo).
Ingiusto colpevole
Tematica che poi ritroveremo in altri fondamentali film della filmografia del maestro, e che già abbiamo ritrovato nel precedente speciale, è la situazione di ingiusta colpevolezza in cui si trova il protagonista. Ingiustamente accusato di un omicidio dalla società, egli si trova braccato anche dalle spie nemiche dei “39 scalini”. L’uomo che viene erroneamente considerato colpevole e, specularmente, il “cattivo” completamente insospettabile, sono alla base dei labili e sfumati confini tra bene e male. Una contrapposizione sfocata e fumosa, che spesso Alfred ci propone nei suoi film.
Non manca poi l’immancabile McGuffin, qui nella veste di un misterioso segreto militare che se svelato, metterebbe in pericolo l’intera sicurezza nazionale.
Conclusione | Alfred Hitchcock, Il club dei 39
The 39 Steps non è un film che è divenuto fondamentale per la storia del cinema come accaduto con Il pensionante. Nonostante ciò, parliamo di un’opera che, all’epoca dell’uscita, fece subito un grande successo. Successo che nel corso dei decenni non è diminuito, come lo dimostrano i ridoppiaggi italiani avvenuti negli anni ’50 e ’70. Ma questo discorso, del successo duraturo, potremmo estenderlo a un po’ tutte le opere del grand cineasta. In ogni caso, Il club dei 39 rappresenta una delle opere migliori del periodo britannico di Hitchcock; una pellicola dove action, mistero, romanticismo e humour si fondono in un mix che ancora oggi è del tutto piacevole e gradevole.
Non ci resta quindi che darvi appuntamento al prossimo sabato, sempre qui su tuttoteK, per un altro speciale dedicato al cinema del grande Alfred Hitchcock.
Cerchi nuovi film e nuove serie tv da vedere?
Scopri il nuovo abbonamento a Disney+, la casa dello streaming di Disney, Marvel, Pixar, Star Wars, National Geographic e ora anche di Star. Abbonati ora a soli 8,99 euro al mese su questa pagina.
Bonus: come avere un abbonamento alle piattaforme streaming e risparmiare
Esistono alcuni servizi che consentono di condividere l’account delle migliori piattaforme streaming (Netflix, Prime Video, Disney Plus, HBO Max, Paramount Plus, ecc.) con altre persone, come GamsGo o GoSplit. Grazie a GamsGo e GoSplit è possibile acquistare, ad un prezzo irrisorio, un abbonamento condiviso con altri utenti della piattaforma in maniera facile, veloce e sicura.
Lascia un commento