Non potevamo non inserire in questa rubrica un regista come Bong Joon-ho, autore del pluripremiato Parasite e di tanti altri film come Okja e Snowpercier
Probabilmente il regista che più ha lasciato il segno nel 2019 e nell’ultimo sfortunato 2020 è Bong Joon-ho, ovvero l’uomo dietro il celebre Parasite (2019), prima opera non in lingua inglese a vincere come miglior film agli Oscar. Una vittoria emozionante e inaspettata che, se da una parte accresce il rammarico per altre opere straniere degli anni passati meritevoli di vincere, dall’altra rende pienamente giustizia a uno dei miglior film del decennio. La mano del “grande regista” la si vedeva già in altre opere, come appunto Snowpercier (2013) o The Host (2006), ma è con il geometrico Parasite che Bong Joon-ho raggiunte vette di cinema purissimo.
Andiamo quindi a cercare di analizzare la figura di questo regista che, con la recente affermazione mondiale, ha praticamente Hollywood ai suoi piedi.
Bong Joon-ho: stile
Prima affermazione da fare è che Bong Joon-ho è un regista preciso. Magari non raggiunge le vette ossessive di autori come Kubrick, tuttavia si evince, dai film e dalle varie interviste, che il suo modo di lavorare è molto meticoloso. Prendiamo come riferimento Parasite. Ogni sequenza, anche dei semplici dialoghi di campo-controcampo, sembrano possedere una regia geometrica. Ogni movimento di camera è funzionale e soprattutto elegante. L’utilizzo della camera a mano è pressoché assente, a dimostrazione del fatto che ogni scena è stata già precedentemente studiata. Si può dire che, in termini di regia, l’autore di Parasite preferisce un cinema fluido ed elegante, piuttosto che ruvido e viscerale; e ciò anche nei contesti più “difficili” come la sequenza dell’inondazione.
Non a caso, Bong Joon-ho ha fatto costruire appositamente il set della lussuosa casa dei Parks. Ciò, proprio per avere un ambiente che fosse già adatto ai movimenti della cinepresa (pensati preventivamente dal regista). Una progettazione, quindi, che richiede non solo una grande ambizione ma anche tanta intelligenza ed impegno. Impegno che poi, giustamente, è stata lodata da tutto il mondo.
L’utilizzo degli spazi
Collegato al concetto di regia “elegante”, vi è l’utilizzo di grandangolari per riprese ampie. Quest’ultimo elemento non è mai evidentissimo nei film del coreano ma qua e la troviamo inquadrature proprio di questo tipo. Gli scopi sono ovviamente differenti, dal semplice “establishing shot” fino a tematiche implicite come il senso di insicurezza data dal laboratorio nella prima scena di The Host. Oppure pensiamo alla Mija di Okja (2017), persa tra la folla della metropoli. Il brulicare delle persone è totalmente a fuoco proprio per evidenziare la sensazione di solitudine e confusione data dal trasferimento in un habitat ostile rispetto a quello nativo. Infine la messa a fuoco totale può essere utilizzata anche per mostrare fatti che avvengono in contemporanea su piani diversi.Â
Capita però anche che Bong Joon Ho utilizzi gli spazi ampi per alternativamente nascondere e svelare ciò che sta davanti o dietro al personaggio, centro dell’inquadratura. Questa tecnica può essere usata ad esempio per accrescere la tensione.
Non guardare in camera!
Infine, una menzione va fatto all’utilizzo degli sguardi in camera, tecnica generalmente non utilizzata nel cinema e che deve essere adeguatamente posizionata. Il cineasta coreano tende, giustamente, ad usarli poco ma in momenti perfetti come l’inquadratura finale di Parasite con Park che guarda verso il pubblico. E’ un espediente che deve appunto essere centellinato, ad esempio posizionandolo in un momento determinante per quanto riguarda lo sviluppo interno/emotivo del personaggio.Â
Bong Joon-ho: tematiche
Bong Joon Ho non sarebbe diventato così famoso con Parasite, se quest’ultimo fosse stato un film “bello” soltanto da un punto di vista tecnico-registico. Parasite è infatti dotato di una sceneggiatura ad orologeria geniale che ha permesso al film di conquistare l’Oscar anche come miglior sceneggiatura. È evidenti quindi che Bong Joon Ho ci sa fare con le tematiche che un film può portare con sé e probabilmente, ad aiuto nel suo lavoro, vi è anche la laurea in sociologia conseguita negli anni ’80.
Tematiche sociali al centro
Praticamente ogni sua opera è impregnata di temi sociali come il classismo o lo sfruttamento dell’ambiente. Merito del regista è però quello di saper trattare questi importanti problemi non solo con la drammaticità ma anche con ironia e cinismo. Non siamo mai di fronte a una satira estrema ma neanche su un piano di assoluto e totale politicamente corretto. Basta guardare alle sequenze di lotta tra poveri in Parasite, per cui è evidente la volontà di non categorizzare i poveri come buoni assoluti del film.Â
Cambi di tono
Parlavamo di ironia ed infatti uno dei pilastri alla base di questo cinema è proprio la capacità di cambiare registro. Diverse volte ci si trova a passare inconsciamente dal comico al tragico oppure dalla commedia all’horror. “Inconsciamente” poiché questi passaggi sono al tempo stesso naturali e stranianti. Lo stesso regista ha dichiarato che la sua capacità di passare facilmente da un tono all’altro, anche all’interno della stessa scena, è una dote innata, mai totalmente voluta (a differenza di quanto detto sopra per la regia). Questa capacità non rende il suo cinema soltanto originale e versatile, ma anche perfettamente satirico rispetto alle tante sfumature sociali presenti nelle storie raccontate.
Ricollegandoci ad un regista già trattato in questa rubrica, potremmo pensare ad Edgar Wright. In questo caso però la mescolanza di toni avviene principalmente all’interno di un discorso legato al rinnovamento del genere; con l’autore coreano, invece, lo scopo è quello di esaltare le questioni sociali insite in opere come Okja, The Host e ovviamente Parasite.
Bong Joon-Ho: conclusione
Concludendo, è evidente che Bong Joon-Ho è un autore lanciatissimo che negli anni, con ogni film, ha “affilato le armi” che il mezzo cinematografico dona al suo demiurgo. Parasite rappresenta l’apice di questo progressivo perfezionamento e anche se il regista non riuscisse più a raggiungere queste vette, siamo sicuri che sarà comunque in grado di dirigere tanti altri bei film, come ha sempre fatto fin’ora.Â
Se avete voglia di scoprire altri registi che hanno segnato il decennio appena trascorso, non vi resta altro che rimanere sintonizzati sempre qui su tuttoteK! Alla prossima settimana!
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