La scena in cui i due supereroi scoprono che le loro madri sono omonime non è passata inosservata: all’ironia dei detrattori si è contrapposta la voce dei fan di Batman v Superman. Analizziamo insieme questo caso, e altri simili, in cui la trama di un film sembra essere andata troppo oltre
Una delle regole non scritte dell’arte cinematografica è che lo spettatore, nel guardare una pellicola, sospenda i propri dubbi (suspension of disbelief). In sostanza si tratta di mettere in stand-by le proprie facoltà critiche per la durata di un film, allo scopo di ignorare le incongruenze secondarie nella trama e godere di un’opera di fantasia.
È possibile però che nella trama ci sia un punto tanto inverosimile, tanto forzato, o addirittura mancante, da scalfire la visione dell’opera nel suo complesso. Il sacrificio del realismo e della logica in favore del divertimento sembra in questi casi inaccettabile.
Partendo dall’esempio di Batman v Superman: Dawn of Justice, analizziamo insieme il peso che queste situazioni hanno all’interno di un film.
Batman v Superman: il “caso Martha”
Nel film distribuito dalla Warner Bros. si può individuare un paradigmatico esempio di questo momento. Ci si riferisce al punto in cui, durante una lotta all’ultimo sangue tra i due protagonisti, il Cavaliere Oscuro sembra avere il sopravvento, finché non scopre che anche la madre dell’Uomo d’Acciaio si chiama Martha: questa rivelazione da sola è sufficiente a far desistere Bruce Wayne dal suo progetto ed a fargli unire le forze con l’ultimo figlio di Krypton.
Tutto chiaro? Per lo staff che ha lavorato al film sì. In più interviste, il regista Zack Snyder, l’attrice Diane Lane (che nel film interpreta Martha Kent) e, da ultimo, il coordinatore delle controfigure Damon Caro, hanno all’unisono difeso questa scelta di sceneggiatura. Per loro Batman, in quell’unico momento, si è reso conto di come Superman fosse soltanto un orfano. In quell’unico momento ha visto l’alieno in una prospettiva diversa, che ha reso chiara la situazione e lo ha fatto considerare non un nemico, ma un alleato. In quell’unico momento ha fatto una scelta compassionevole verso qualcuno che stava rischiando di perdere la madre adottiva.
Non tutti però si sono lasciati convincere dal fatto che un caso di omonimia possa far cambiare idea su qualcuno che un minuto prima si considerava una minaccia per l’umanità. Tra i delusi e gli indispettiti, il plot twist incriminato ha prestato il fianco all’ironia della principale rivale della DC Comics (nel cui ambito si sviluppa la storia di Batman v Superman), la Marvel Comics. Attraverso la bocca dell’irriverente Deadpool, ci si è presi gioco del “caso Martha”, sia nei fumetti (Deadpool vs. The Punisher #5), sia nell’ottima trasposizione cinematografica Deadool 2.
La sottile linea tra il razionale e l’assurdo
Il “caso Martha” non è, ovviamente, l’unico esempio di una trama che ad un certo punto diventa così assurda da non riuscire ad essere credibile, neanche per lo spettatore che ha sospeso ogni dubbio.
Perché puntare un’arma su qualcuno ma, invece di sparargli, farlo attaccare da un dinosauro? Perché un villain in grado di costruire un’armatura superaccessoriata dovrebbe affrontare Iron Man a petto nudo? Perché scalare il Burj Khalifa indugiando davanti a ogni finestra dovrebbe far passare più inosservati che prendere l’ascensore?
Nel cinema moderno, le sceneggiature che sfuggono di mano e perdono razionalità sono molteplici. Il confine tra il credibile e l’incredibile, al netto della sospensione del dubbio, è comunque molto sottile. Per cui è possibile che una piccola crepa nella trama sia assorbita nella totalità della proiezione e non infici, quindi, sul giudizio finale di una pellicola. È inoltre possibile che un prodotto che non riesca a mantenere uno standard di razionalità adeguato abbia, ciononostante, successo. Il botteghino, ad esempio, ha dato ragione a Batman v Superman: Dawn of Justice.
Da un lato la coerenza, dall’altro il successo, che spesso sembrano muoversi indipendentemente l’una dall’altra. Quale peso, quindi, si può dare alle falle nella sceneggiatura?
Un fenomeno del cinema contemporaneo
Le falle nella sceneggiatura certamente rappresentano una rilevante soluzione nella continuità di un film. Quando ci colpiscono, emergiamo forzatamente dalla realtà del film in cui ci eravamo immersi. Eppure, come detto, non sempre hanno un’influenza negativa sul successo di una pellicola. Si potrebbe sostenere, in realtà, che nel cinema contemporaneo per lo più non ne abbia.
Così nella moltitudine di film dedicati ai supereroi, che può essere definita a ragione il genere del millennio, ci si imbatte molto spesso in momenti esageratamente inverosimili. Ma lo stesso poteva dirsi per la quasi totalità dei blockbuster usciti negli anni precedenti. Momenti in cui qualcosa di incredibile sembra avverarsi in maniera estremamente facile, quasi come se fosse un mero contrattempo.
Cosa questo comporti per l’arte cinematografica nel suo complesso è opinabile. Diamo conto delle opinioni di alcuni addetti ai lavori in questo articolo dedicato al fenomeno dei film basati sui fumetti. In ogni caso, si tratta di un fenomeno globale e, forse, inarrestabile. Non tutto è colpa, quindi, di una scena in Batman v Superman.
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