The Prodigy – Il figlio del male è un film horror che, pur presentando una trama piuttosto prevedibile, cattura lo spettatore grazie ad un’atmosfera tesa e disturbante. Eccovi la nostra recensione in anteprima
TITOLO ORIGINALE: The Prodigy. GENERE: Horror. NAZIONE: Hong Kong / USA. REGIA: Nicholas McCarthy. CAST: Taylor Schilling (Sarah Blume), Jackson Robert Scott (Miles Blume), Colm Feore (Arthur Jacobson), Peter Mooney (John Blume), Paul Fauteau (Edward Scarka), Brittany Alleny (Margaret). DURATA: 92 minuti. DISTRIBUTORE: Eagle Pictures. USCITA: 28/03/2019.
Il genere horror è spesso stato considerato di nicchia e non sono molte le pellicole appartenenti a questo genere che vengono ricordate come capolavori del cinema. Più in generale, gli horror hanno visto negli anni ’90 una notevole diminuzione di qualità, con pellicole che si basavano principalmente sui jumpscare, per poi abbracciare, nei primi anni 2000, il filone horror orientale in stile The Ring/The Grudge, con pellicole sempre più uguali tra loro.
Attualmente però il genere sta vivendo una ritrovata giovinezza, con tematiche più variegate e proposte qualitativamente più elevate, che arrivano ad ottenere anche il favore della critica. Su quest’onda arriva The Prodigy – Il figlio del male: horror soprannaturale diretto dal regista Nicholas McCarthy, non nuovo al genere. Eccovi la nostra recensione completa.
The Prodigy – Il figlio del male incentra la sua storia su Miles Blume (Jackson Robert Scott – IT) e su sua madre Sarah Blume (Taylor Schilling – Orange is the new black). Il piccolo Miles nasce, per la gioia dei genitori, nella stessa notte in cui un pericoloso maniaco assassino viene ucciso dalle forze dell’ordine, prima che riesca ad uccidere l’ennesima vittima. Il bambino mostra fin da subito i segni di un’incredibile precocità ed intelligenza, ma, con l’andare del tempo, inizierà a rivelare anche un carattere più oscuro ed inquietante, che spingerà i genitori ad indagare sulla faccenda.
The Prodigy – Il figlio del male: Trailer | Recensione
Trama poco originale ma atmosfera riuscitissima | Recensione
The Prodigy – Il figlio del male non è un film che brilla particolarmente per originalità o complessità della trama: la scena iniziale del film ci permette già in buona parte di capire dove si andrà a parare. Il finale offre qualche colpo di scena più nascosto, ma in linea generale non è un film che ricorderete per il plot. Quello che vi rimarrà impresso di The Prodigy – Il figlio del male è sicuramente l’atmosfera tesa, angosciante e spesso disturbante, che il film riesce a trasmettere in maniera assolutamente efficace.
Il piccolo Miles passa rapidamente da fonte di gioia a motivo di angoscia e disagio per i genitori Sarah e Peter. I due attraversano diverse fasi: inizialmente prendono coscienza che il figlio abbia qualcosa di strano, poi sono costretti ad accettare la ragione soprannaturale ed oscura di questa stranezza ed infine sono mossi all’azione per risolvere in qualche modo il problema. Ogni sguardo, gesto od azione di Miles diviene tesa ed angosciosa per lo spettatore; ed ogni scena del film in cui egli è presente restituisce, di pari grado, una sensazione di disagio.
Il rapporto conflittuale è vissuto in maniera molto più marcata dalla madre, su cui il film si concentra in maniera preponderante, lasciando al padre una parte marginale del tempo. Il regista stesso, influenzato dai suoi horror preferiti Rosemary’s Baby e L’esorcista, ammette di aver girato un film “tutto incentrato sulle donne”. Sarah vive un dramma interiore: è lacerata dal conflitto tra l’amore, che come madre prova per il figlio, e la repulsione che la nuova natura di Miles le provoca.
The Prodigy – Il figlio del male: tecnicamente e stilisticamente classico | Recensione
Dal punto di vista tecnico/stilistico siamo di fronte ad un film horror assolutamente classico. Tutti gli stilemi tipici del genere sono qui presenti ed usati, ma non abusati. Inquadrature strette che limitano il campo visivo e scene buie la fanno da padrone. Nota di merito all’idea di rappresentare la dualità di Miles tramite l’eterocromia degli occhi. Non manca poi una colonna sonora assolutamente adeguata e ben riuscita, dominata da una nenia ricorrente, composta da Joseph Bishara: veterano degli horror da The Conjuring ad Insidious.
In conclusione, The Prodigy – Il figlio del male è un buon horror, non brilla per originalità o complessità della trama, non adotta soluzioni tecnico-stilistiche innovative del genere, ma restituisce un’atmosfera tesa e disturbante e propone un conflitto madre-figlio credibile e convincente. Promosso.
E voi cosa ne pensate di The Prodigy – Il figlio del male? E del genere horror in generale? Fatecelo sapere nei commenti e non dimenticate di continuare a seguire la nostra sezione Cinema e Serie TV per essere sempre aggiornati.
Punti a favore
- Atmosfera tesa e disturbante
- Conflitto interiore della madre
Punti a sfavore
- Trama scontata
- Marginalizzazione del padre
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