Il 27 dicembre 1997 usciva “Tre uomini e una gamba” di Aldo, Giovanni e Giacomo: ventidue anni dopo è un film che ancora ci fa ridere e riflettere
TITOLO ORIGINALE: Tre uomini e una gamba GENERE: Commedia. NAZIONE: Italia. REGIA: Aldo, Giovanni e Giacomo, Massimo Venier CAST: Aldo, Giovanni e Giacomo, Marina Massironi DURATA: 98 min. DISTRIBUTORE: Medusa Distribuzione. USCITA CINEMA: 1997.
Dall’esperienza di Mai dire gol, de Il Circo di Paolo Rossi e del loro primo spettacolo teatrale, I corti, il trio comico formato da Cataldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomino Poretti si cimenta nella regia della sua prima pellicola, rimasta negli annali della storia del cinema italiano. Uscito il 27 dicembre 1997, Tre uomini e una gamba ancora ci fa ridere ed è impossibile non averlo visto, se non 22 anni fa al cinema almeno in videocassetta, DVD o alla televisione.
La trama
Aldo e Giovanni sono i generi del cavalier Eros Cecconi (Carlo Croccolo, scomparso lo scorso 12 ottobre), e assieme al loro amico Giacomo sono i commessi di un negozio di ferramenta il cui nome è impossibile da dimenticare: Il paradiso della brugola. I tre devono scendere “nelle Puglie” per il matrimonio di Giacomo con Giuliana (Luciana Littizzetto), terza figlia del cavaliere, portando con sé il bulldog Ringhio e una tanto preziosa quanto orrenda opera d’arte: La gamba, di Garpez.
I tre, nonostante la sicurezza di un lavoro onesto, vivono vite scialbe e piatte. Complice una deviazione dall’autostrada per colpa di Giovanni, il pignolo, i tre si scontrano con l’auto di Chiara (Marina Massironi), che con la sua dolcezza e genuinità li farà riflettere sulle bellezze della vita. Assieme a Chiara vivranno un’avventura dopo l’altra, ritardando il loro arrivo per il matrimonio che, come ben sappiamo, non avverrà .
Le origini degli sketch in Tre uomini e una gamba
Come ben sappiamo, gli sketch presenti nel film prendono a piene mani dai pezzi teatrali che il trio ha portato ne I corti (1995): a cappello di tutta la storia vi è il viaggio in auto, ripreso poi in Tel chi el telùn (1999) col Viaggio in Subaru Baracca: il viaggio, peraltro, è un topos presente in altri film del trio. Il sogno di Aldo altro non è che una rivisitazione dello sketch del conte Dracula, mentre il tentativo di salvare Giacomo, allontanatosi per riflettere, riprende l’inizio del pezzo La montagna. Ajeje Brazorf è un personaggio ancora più vecchio, la cui prima apparizione è nel programma Su la testa! (1992), in cui Giacomo interpretava una persona qualunque, trasformata successivamente in un fastidioso vecchietto.
Riflessioni sulla vita in Tre uomini e una gamba
La pellicola è certamente di genere comico, ma possiamo vederla anche con una chiave esistenzialista.
La situazione di partenza
Dopo le scene dei tre mafiosi, che in realtà sono di un film che sta vedendo Giacomo, costui viene contattato da Giovanni per gli ultimi dettagli per le nozze: lo sposo ha dimenticato di ritirare le scarpe, ma è talmente poco interessato alla cosa da chiedere all’amico di lasciarlo vedere come finisce il film.
Il viaggio parte, e appena dopo la prima sosta all’autogrill, perdono, in una scena tragicomica, il cane Ringhio, simbolo delle angherie subite dal suocero.
Invece di tirar dritto verso l’obiettivo, il matrimonio, Giovanni sceglie una strada più rilassante, anche per via di un rumorino nell’auto. Questo li farà scontrare con Chiara, punto cardine della loro ribellione.
A pranzo, Chiara espone loro il mito delle due metà di Platone, narrazione che fa direttamente invaghire Giacomo della bella sconosciuta. Quando poi i quattro devono fermarsi all’ospedale per le coliche renali di Giacomo, l’ennesima litigata tra Giovanni e Cecconi lo fa riflettere assieme ad Aldo sulla possibilità che si è parata loro incontro: fuggire da questa vita d’inferno, per andare chissà dove.
Assaporare la libertÃ
Il viaggio riparte, e durante una seconda rottura dell’automezzo, Aldo trova un cagnetto abbandonato, facendone il nuovo Ringhio: brutto e sperduto, un po’ come loro, è il simbolo di una nuova vita che loro si sono scelti, al contrario del bulldog, affibbiato a loro sempre dal suocero. Riparato il danno e ripartiti, Chiara nuovamente distoglie l’attenzione del gruppo dall’obiettivo proponendo un bagnetto in un lago e da lì è un attimo arrivare alla catena di avventure che li portano ad essere arrestati, ma finalmente felici, liberi e divertiti (anche se sconfitti 10-3 a calcio).
Il viaggio sta per terminare, ma Chiara, con la stessa velocità con cui è entrata nelle loro vite, stravolgendole, se ne va con una scusa (avendo intuito i sentimenti di Giacomo nei suoi confronti). È fatta: Giacomo non vuole più sposarsi, e anche Aldo e Giovanni hanno capito che scappare è la soluzione migliore. A riprova di ciò, l’attesa del cavalier Cecconi, lupara alla mano, viene ripagata con la Gamba abbandonata nella sabbia mentre i tre sgommano via.
A sottolineare le motivazioni dell’addio alla vecchia vita, le parole di “Ho imparato a sognare”, dei Negrita.
Perché vedere Tre uomini e una gamba?
La pellicola diverte: le battute sono ormai diventate storiche e usate nel parlar comune, chi di noi non ha commentato un oggetto brutto con “Il mio falegname con trentamila lire lo faceva meglio”? Molti frame di Tre uomini e una gamba sono usati come meme sui social.
La pellicola emoziona e fa riflettere: è assolutamente attuale perché le emozioni sono senza tempo e ci fa capire che spesso la nostra strada non è per forza segnata da qualche parte, ma abbiamo la possibilità di deviare a nostra scelta percorrendo strade diverse e incontrando persone speciali, sempre, anche se sentiamo solo un rumorino nella nostra vita, dovremmo scendere e controllare cosa non va.
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Punti a favore
- Divertente
- Riflessivo
- Epico
Punti a sfavore
- ?
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