Il 15 dicembre 2000 usciva “Chiedimi se sono felice” di Aldo, Giovanni e Giacomo: vent’anni dopo è il film di maggiore incasso del trio
TITOLO ORIGINALE: Chiedimi se sono felice GENERE: Commedia. NAZIONE: Italia. REGIA: Aldo, Giovanni e Giacomo, Massimo Venier CAST: Aldo, Giovanni e Giacomo, Marina Massironi DURATA: 97 min. DISTRIBUTORE: Medusa Distribuzione. USCITA CINEMA: 2000.
Chiedimi se sono felice, terza pellicola del trio Aldo, Giovanni e Giacomo parla di un tema a me molto caro: l’amicizia. Un’amicizia spezzata da un tradimento male interpretato, un progetto di vita ripreso appena in tempo: “Abbracciami, guascone!”
La trama
Aldo, voce fuori campo, introduce il dramma che ha colpito la sua amicizia con Giovanni e Giacomo nel 1997, e il rancore che aleggia ancora tra i tre. Racconta tutto ciò perché “anche se sto per morire, sono felice!”.
Anno 2000, notte piovosa, Giacomo fa visita a Giovanni, che prima gli sbatte la porta in faccia e poi lo ascolta: “Aldo sta male.”. Questa frase farà muovere i due in treno verso la Sicilia assieme a Marina (Massironi). Il viaggio in treno è alternato alle vicende del 1997.
Una grande amicizia e la voglia di emergere
In quell’anno, Aldo fa la comparsa a teatro, è fidanzato con Silvana (Fallisi, reale moglie di Aldo) che però tradisce con Dalia (Paola Cortellesi). Legatissimo ai tre amici tanto da confidarsi a una foto che tiene nel portafoglio, è senza casa e viene ospitato da Giovanni in un vecchio magazzino dei suoi genitori. Giacomo fa il doppiatore di comparse, o meno, visto che presta i propri colpi di tosse a Mister Quaggott. Giovanni fa il manichino vivente ai grandi magazzini, in pratica deve rimanere immobile per ore e ore.
Da sempre appassionati di teatro, i tre vogliono dare la svolta alla propria vita mettendo in scena il Cyrano de Bergerac, con pochi soldi ma tanta buona volontà.
Aldo non sopporta più la relazione con Silvana e chiede a Giovanni di lasciarla per suo conto, ma l’amico (che non conosce Silvana) sbaglia campanello e parla ore e ore con Marina, la hostess. Prima di rendersi conto dell’errore è troppo tardi: Silvana incontra Aldo, trova l’anello destinato a Dalia e, pensando che sia per lei, gli si accolla.
Aldo allora si affida al re degli scarricatori Giacomino, ma anch’egli desiste dal proprio intento perché ha conosciuto la coinquilina di Silvana, Daniela (Cristofori, reale moglie di Giacomo) per la quale ha organizzato una cena in doppia coppia con Aldo e Silvana. “Ma non è proprio doppia-coppia doppia-coppia”: a quanto pare c’è una terza amica per cui bisogna trovare un accompagnatore, e la scelta cade su Giovanni. Caso vuole che la terza amica sia proprio Marina, di cui Giovanni rimane estremamente colpito, nonostante l’abbia già conosciuta. Giacomino risulta noiosissimo a Daniela, ma la cena ha un effetto positivo: dopo un’improbabile partita a basket notturna con tre vigili urbani, Giovanni e Marina si incontrano per caso si baciano: repentinamente, decidono di mettersi insieme.
Schematismo contro emotività
Come canta Samuele Bersani, Giovanni è “troppo cerebrale per capire che si può star bene senza complicare il pane”. Lui vuole andare a convivere, e ha già tutto in mente, mentre lei è spaventata dalla velocità con cui si svolgono gli eventi (esemplare lo scambio di battute “in differita” in auto tra i due).
La donna decide di andare a Francoforte, approfittando di un servizio, per stare sola qualche giorno a pensare. Giovanni, innamoratissimo, sfida la sua paura del volo per raggiungerla, ma non la trova: ha cambiato idea all’ultimo minuto. Marina invece va ai grandi magazzini dove trova Giacomo, che ha sostituito Giovanni a lavoro (facendosi cacciare). I due parlano tantissimo, si sfogano e il tutto culmina in un castissimo bacio, che però mette in crisi Giacomo.
Proprio durante una delle ultime prove del Cyrano, Giacomo confessa la verità, facendo esplodere di rabbia Giovanni, che rompe la loro fraterna amicizia, pensandoli entrambi in combutta per allontanarlo da Marina. Aldo, affranto, allontana Giacomo mentre raccoglie i pezzi della scenografia divelta.
La soluzione
La narrazione passa all’anno 2000, quando Giovanni, Giacomo e Marina raggiungono la casa di una zia di Aldo presso cui lui vive. L’uomo è costretto a letto, delirante, ma è felice di rivedere i tre tornati amici. Chiede quindi a Giovanni e Giacomo di andare a comprare gli arancini di zio Totò e, al ritorno dalla commissione, i due vedono la casa aprirsi e mostrare la sua reale facciata: uno splendido teatro nel quale è già presente un pubblico in attesa del narratore Aldo, che esordendo con “No, non disturbatevi, restate sulla sedia, signori mi presento, sono la commedia.” invita i due a proseguire la loro amicizia esattamente dal punto in cui si era interrotta: prima Giacomo, poi Giovanni, iniziano a recitare.
Aldo spiega di essere in realtà sanissimo, e la storia finisce qui: chissà come continueranno le loro tre vite.
Riflessioni sulla vita in Chiedimi se sono felice
Sin dalle prime scene, spettatori e spettatrici sono informati della rottura dell’amicizia che lega i tre protagonisti a causa della gelosia, sentimento che abbiamo provato almeno una volta tutti noi: una ragazza, o un ragazzo che è piaciuto, anche se per poco, a più di uno o una nel gruppo.
Certo, qua non si parla di adolescenti, ma di tre persone adulte e un casto bacio. Ma sono tre persone adulte fragili, disastrate da lavoretti insoddisfacenti, vite sentimentali vuote, che cercano di remare in qualche modo supportandosi e reggendosi a vicenda. Nel momento in cui la fiducia di uno dei tre viene meno, ecco che crolla il castello di carte, o meglio, ecco che la metafora della pallina sul piano inclinato di Aldo acquista un senso.
Giovanni accusa Giacomo di tradimento e Aldo di averlo aiutato, “mi hai mandato a Francoforte per lasciare questo qui”, così lo caccia di casa e distrugge la scenografia: raffazzonata e semplice, certo, ma unico tentativo di uscita dei tre dalle loro vite. Giacomo cerca poi di aiutare a raccogliere i pezzi della scenografia, della loro amicizia, ma Aldo lo allontana, vuole stare solo. E soli, i tre, rimangono per anni.
Le prove vengono interrotte sulla presentazione, e proprio da quel punto ricomincia la storia della loro amicizia, in una veste rinnovata, più spettacolare e con un grande pubblico. Tutti lì, in attesa della riconciliazione tra Giacomo e Giovanni, in attesa che “Cristiano, amico mio, abbracciami guascone” ottenga finalmente, dopo anni, una risposta.
Felicità
Ecco un ultimo appunto. Durante la narrazione, la frase “Chiedimi se sono felice” viene posta in due occasioni: la prima volta la risposta “Tantissimo” è sarcastica (quando Dalia lascia Aldo); la seconda volta è una domanda retorica che genera rabbia (quando Giacomo annuncia di aver conosciuto Daniela). I tre, infatti, non sono felici. Solo alla fine Aldo lo ammette.
Nella vita spesso scambiamo contentezza, allegria, gioia con felicità, l’emozione di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri, in questo caso il desiderio di riconciliazione.
Perché vedere Chiedimi se sono felice?
Come i due precedenti capitoli, questo film è una commedia allegra, ovvio, che racconta di una grande amicizia, interrotta e ricostruita per una cazzata. Spettatori e spettatrici vedono cosa succede a reagire in modo impulsivo, esageratamente impulsivo. L’ira ci sta, è una emozione umana, ma l’errore di Giovanni è stato andarsene via, buttare tutto alle ortiche senza ascoltare le ragioni degli altri tre: un affranto Giacomo, con il marcio dentro, pronto a prostrarsi; Aldo, innocente per la questione del bacio; e Marina, che ha ceduto all’empatia di Giacomo a fronte dello schematismo di Giovanni.
Da Chiedimi se sono felice sono tratte alcune delle battute più divertenti ancora in circolo. La pellicola alterna scambi di battute fenomenali, come la ricerca del terzo amico per la cena a sei, a riflessioni sulla vita e sull’amore indimenticabili:
Giacomo: “Fuori dal letto?” Signora: “…Nessuna pietà.”
Punti a favore
- Tema dell'amicizia
- Riflessivo
- Divertente
Punti a sfavore
- ?
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