Presentato nella neonata sezione Encounters de La Berlinale 2020, il film diretto da Sandra Wollner arriva in Italia al Trieste Science+Fiction Festival 2020. Ecco la recensione di The Trouble with Being Born
TITOLO ORIGINALE: The Trouble with Being Born. GENERE: fantascienza. NAZIONE: Austria/Germania. REGIA: Sandra Wollner. CAST: Lena Watson, Dominik Warta, Ingrid Burkhard, Jana McKinnon. DURATA: 94 min. DISTRIBUTORE: Cercamon. DATA DI PRESENTAZIONE: 25/02/2020.
Sandra Wollner, dopo quattro anni dal successo ottenuto con The Impossible Picture al Torino Film Festival, torna con un lungometraggio dal sapore esistenzialista. Presentato in prima battura alla Berlinale 2020, estromesso dal Melbourne International Film Festival, The Trouble with Being Born è arrivato in anteprima nazionale al Trieste Science+Fiction Festival 2020, tratto dall’omonimo romanzo filosofico del 1976.
La trama | Recensione The Trouble with Being Born
Il tempo è un futuro non precisato ma non troppo lontano, Elli è una bambina droide che vive con Georg, un uomo adulto che le ha insegnato a chiamarlo papà. Passano insieme l’estate: di giorno nuotano nella piscina, mentre la notte Georg intrattiene rapporti sessuali con l’androide. Elli condivide con lui i ricordi e tutto quello che lui le programma di ricordare: memorie che significano tutto per lui, ma niente per lei. Tuttavia, una notte Elli si dirige verso il bosco spinta dall’eco di un vago ricordo.
Esistenzialismo e temi difficili| Recensione The Trouble with Being Born
The Trouble with Being Born è tutto tranne che un film semplice da vedere. La prima caratteristica che si palesa di fronte allo spettatore è l’estremo silenzio che c’è in scena. La quasi totale assenza di soundtrack o lunghi dialoghi rendono il film estremamente introspettivo e silenzioso. Il tempo è percepito come lento e palpabile, ogni secondo si sente reale nonostante il film copra un lasso temporale non brevissimo.
Le tematiche affrontate non sono per niente semplici e vengono presentate in modo molto lineare e semplice, tanto da far sentire lo spettatore a disagio per la normalità di certe azioni. La sceneggiatura è estremamente scarna ma perchè sono i silenzi e le frasi ripetute in loop dall’androide a dare il messaggio più potente. La regista ha definito Elli come un “anti-Pinocchio” ossia un vero e proprio replicante che non sviluppa alcun pensiero autonomo e non ha coscienza, ma è costretto a dire, fare e ricordare solo ciò che il suo “padrone” gli programma nella scheda informazioni. Si trascende Asimov e Philip Dick per arrivare ad una sorta di etica della robotica al contrario, non tanto “in che modo i droidi potrebbero danneggiare noi?” ma più un “quanto la nostra etica ci permette di spingerci oltre con queste macchine?“.
Tecnica ineccepibile | Recensione The Trouble with Being Born
Il tema della sostanziale solitudine umana è trasmesso in modo incredibilmente limpido attraverso una regia e una fotografia di altissimo livello. Le inquadrature vuote, colmate solo da una o due figure silenziose, le atmosfere cupe e nebulose, rendono palpabile il freddo dell’animo umano e l’aridità dei sentimenti che le persone provano a replicare attraverso macchine programmabili. I ricordi diventano coltelli pronti a squarciare gli animi fragili. Viene persino affrontata la tematica del cambio di genere, in questo caso forzato. Elli non viene riprogrammata viene solo fisicamente cambiata in modo da essere “utile” a superare una perdita avvenuta ormai 40 anni prima.
La mercificazione dell’infanzia resa tollerabile dal fatto che la bambina in questione sia un androide mette di fronte il pubblico alla crudeltà dell’essere umano, che si sente legittimato ad avere certi comportamenti solo perchè la protagonista è un androide e non dunque perchè moralmente ed eticamente sbagliati da ogni punto di vista.
Un lento e silenzioso pugno allo stomaco
Se da un lato troviamo una tecnica indiscutibile sia dal punto di vista registico che della scrittura scarna ed essenziale, dall’altro troviamo una profondità tematica difficilmente affrontata in precedenza. A tratti potrebbe ricordare l’intenzione dietro alla serie HBO Westworld, ma vi si discosta dato che l’androide viene più volte mostrato come assolutamente primo di coscienza e pensiero autonomo. I ricordi, quelle armi spietate che tutti usano per farsi del male, l’androide li assimila come suoi solo grazie ai continui rimaneggiamenti al programma di Georg.
Insomma The Trouble with Being Born non è un film semplice e nemmeno immediato, sicuramente non adatto ai più sensibili a tematiche tanto delicate, ma è un film che lascia un peso allo stomaco, la voglia di riflettere e confrontarsi su ciò che si è visto. Speriamo ottenga il successo meritato e che non venga etichettato come scomodo solo perchè si ha paura di affrontare temi pesanti e spinosi.
Rimanete collegati con tuttoteK per tutte le recensioni dal Trieste Science+Fiction Festival 2020.
Punti a favore
- Tematiche importanti e delicate
- Sceneggiatura essenziale
- Regia
- Fotografia
Punti a sfavore
- Molto lento
Cerchi nuovi film e nuove serie tv da vedere? Scopri il nuovo abbonamento a Disney+, la casa dello streaming di Disney, Marvel, Pixar, Star Wars, National Geographic e ora anche di Star. Abbonati ora a soli 8,99 euro al mese su questa pagina.
dkfjdkljf
13 Ottobre 2022 alle 9:36Un filme indegno, schifoso, non accetteremo mai la pedofilia maledetti, mai i pedofili sono dei maiali perversi