La competizione è entrata nel vivo a Venezia 77 e Jasmila Žbanić, già Orso d’Oro con Il segreto di Esma nel 2006, torna a parlare di Srebrenica con una prospettiva nuova, affidando l’intera narrazione al punto di vista femminile di Aida. Ecco la nostra recensione di Quo vadis, Aida?
TITOLO ORIGINALE: Quo vadis Aida? GENERE: drammatico. NAZIONE: Bosnia ed Erzegovina, Romania, Austria, Paesi Bassi, Germania, Polonia, Francia. REGIA: Jasmila Žbanić. CAST: Jasna Đuričić, Izudin Bajrović. DURATA: 101 min. PRESENTATO: 3/09/2020
Presentato nel pomeriggio del 3 settembre in Sala Grande durante la Mostra internazionale d’arte cinematografica subito dopo il mediometraggio di Almodovar The Human Voice, ha riportato il pubblico alla realtà e alla storia, in uno straziante racconto ambientato in Srebrenica durante la dissoluzione della Jugoslavia.
La trama | Recensione Quo vadis Aida?
Nel 1995, durante le guerre di dissoluzione della Jugoslavia, l’esercito serbo conquista la città bosniaca di Srebrenica, dove Aida, una traduttrice dell’ONU, vive col marito e i suoi due figli. Aida pensa che il suo ruolo all’interno della base ONU la tenga al sicuro insieme alla sua famiglia e alle migliaia di rifugiati che vi hanno trovato protezione, ma man mano che l’esercito serbo preme sul perimetro il timore che qualcosa di terribile stia per accadere si fa sempre più intenso. Aida vorrà proteggere la sua famiglia ad ogni costo.
L’urlo straziante di una madre | Recensione Quo vadis Aida?
Jasmila Žbanić scrive e dirige un drammatico film con al centro una donna forte, indipendente, che farebbe di tutto per aiutare il prossimo ma che nel momento in cui teme che la sua famiglia possa essere massacrata diventa una vera e propria furia. Jasna Đuričić è splendida interprete di Aida e regala una performance assolutamente incredibile. La protagonista è bravissima nel dinamismo continuo del suo personaggio, e la regia è altrettanto ottima nel seguirla con la macchina da presa dentro la base NATO, nel tentativo di districarsi fra le varie stanze, uffici e nel bunker sottostante per nascondere la propria famiglia.
Quo vadis Aida? è un film dalla potente prospettiva femminile, ma che non scade mai nella banale retorica di madre affranta. Aida reagisce, lotta, urla, pur mantenendo sempre la propria dignità. Nel film troviamo anche un importante critica politica alla NATO, descritta come incapace di proteggere i civili, con i caschi blu di stanza alla base completamente lasciati a loro stessi da mesi. Tutto ha contribuito poi all’effettivo genocidio perpetrato nei confronti dei musulmani bosniaci.
La brutalità della guerra civile | Recensione Quo vadis Aida?
Verso la fine del film c’è un’immagine feroce e cinica, di pochissimi secondi che racconta l’orrore di una guerra civile. Poco prima di uno dei massacri la regista inserisce l’inquadratura di un balcone su cui una famiglia sta pranzando come se niente fosse, minimamente sconvolta da cosa sta accadendo proprio di fronte a loro.
La chiarezza espositiva e descrittiva sono da film hollywoodiano, non a caso viene citato esplicitamente anche Schindler’s List di Steven Spielberg nella scena più drammatica dell’intero film. Siamo di fronte ad un grande film, dalla sceneggiatura ottima, esaltata soprattutto dal cast capace di trasmettere la paura, la disperazione e anche purtroppo l’impotenza di fronte ad atti contro l’umanità di tale portata.
Qualche difetto | Recensione Quo vadis Aida?
Il film non annoia, anzi mantiene alta l’attenzione dello spettatore per gran parte della sua durata, il ritmo è buono e anche il montaggio sonoro aiuta a catturare lo spettatore, ma il film, soprattutto sul finale tende a spegnersi, risultando probabilmente troppo lungo di almeno 15 minuti. I finali sembrano essere molti, per certi versi ancora più drammatici del resto del film, ma potevano essere condensati molto più velocemente.
Nonostante questo Quo vadis Aida? è un film impressionante, che non può non toccare le corde più profonde della nostra anima. Il dolore, la paura e il bisogno di proteggere chi si ama accomuna noi e la protagonista in questa lotta contro i mulini a vento che sappiamo già non finirà bene.
Punti a favore
- Protagonista bravissima
- Sceneggiatura
- Regia
- Montaggio sonoro
- Intera messa in scena credibile e straziante
Punti a sfavore
- Finale poco centrato
- Troppo lungo
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