Tratta dall’omonimo romanzo di Celeste Ng, eccovi la recensione di Little Fires Everywhere, una miniserie che porta sul piccolo schermo il dramma dell’essere madre (e figli)
TITOLO ORIGINALE: Little Fires Everywhere. GENERE: Drama. NAZIONE: Stati Uniti. IDEATORE: Liz Tigelaar. CAST: Reese Witherspoon, Kerry Washington, Joshua Jackson, Rosemarie DeWitt, Jade Pettyjohn, Lexi Underwood, Megan Stott, Gavin Lewis, Jordan Elsass. DURATA: 50 – 60 min. per episodio. DISTRIBUTORE: Hulu.
Little Fires Everywhere è il nuovo gioiello del panorama televisivo. La miniserie prodotta da Hulu e tratta dall’omonimo romanzo di Celeste Ng, affronta diverse tematiche fortemente attuali. Una storia intensa, articolata in otto episodi, ognuno dei quali ci fornirà degli indizi, come pezzi di un puzzle, per ricostruire il passato delle due donne protagoniste.
Trama e trailer | Recensione Little Fires Everywhere
Ambientata negli anni ‘90 nel sobborgo di Shaker Heights, Little Fires Everywhere segue i destini incrociati di due madri, Elena Richardson (Reese Witherspoon) e Mia Warren (Kerry Washington), le quali si ritroveranno inevitabilmente coinvolte in una serie di eventi che sconvolgeranno le loro vite. La quiete della ridente cittadina viene, infatti, sconvolta dall’arrivo di Mia e della figlia adolescente Pearl. La donna, dal passato lacunoso e apparentemente a corto di soldi, prende in affitto proprio l’appartamento di Elena, il che porterà le due a legare inevitabilmente. La storia esplora molti temi caldi e fortemente attuali, come la scoperta della propria identità, il peso dei segreti e le difficoltà che spesso accompagnano la maternità. L’arrivo di Mia sconvolgerà la vita di tante persone e molti segreti verranno a galla. Gli screzi tra Mia ed Elena si trasformeranno in una vera e propria guerra e alla fine tutto cambierà.
I personaggi | Recensione Little Fires Everywhere
Elena e Mia non potrebbero essere più diverse; la prima cerca a tutti di costi di essere una madre e una moglie perfetta e per farlo ha rinunciato alla sua carriera (un peso che si porterà dentro per anni), la seconda è invece un’artista che ha deciso di portare avanti il suo sogno e la sua arte, trascinando con sé la figlia, spesso incurante dei bisogni di quest’ultima. Le due donne sono accomunate da un unico denominatore: l’essere madri. Ma entrambe interpretano la maternità in due modi diversi: Elena, una donna benestante e “perbene”, è madre di quattro figli; è iperprotettiva e cerca in tutti i modi di farli crescere in maniera impeccabile e ciò spesso significa metterli eccessivamente sotto pressione. Elena ignora l’insofferenza dei suoi figli, i quali cercano di celarla il più possibile, a differenza dell’ultima arrivata, Isabelle/Izzy che invece cerca in tutti i modi di ribellarsi al controllo asfissiante della madre. Elena ha rinunciato alla sua carriera per poter essere una buona madre, ma questi risentimenti avranno un peso enorme sulla sua vita e ciò influenzerà il rapporto con i suoi stessi figli.
Dall’altra parte c’è Mia, una donna che ha deciso di vivere la sua vita senza rinunciare alla sua vocazione: l’arte. Si sposta da una città all’altra, seguita dalla figlia adolescente che internamente soffre molto per la mancanza di una stabilità e di una vera famiglia. Ma l’arte sembra non essere l’unico motivo che spinge Mia a spostarsi così frequentemente. La donna, infatti, nasconde un grande segreto, un segreto che ha tenuto nascosto alla sua stessa figlia e che l’ha portata ad allontanarsi dalla sua famiglia. Peal è fortemente desiderosa di avere un padre e una vita “normale”, ma Mia sembra incurante dei suoi bisogni. Mantenere il segreto è più importante della felicità della propria figlia?
I temi e le interpretazioni | Recensione Little Fires Everywhere
Risentimento, sensi di colpa, segreti seguono le due donne come ombre, che prima o poi le travolgeranno con la loro forza inarrestabile. Elena e Mia: due madri, due donne, due facce della stessa medaglia. Si giudicheranno a vicenda, entrambe convinte di essere delle ottime madri per i loro figli, ma saranno proprio questi ultimi a dimostrare alle due che si sbagliano. Le ribellioni dei loro figli metteranno le due donne con le spalle al muro, mettendo in discussione la loro stessa capacità di essere madri.
E se da una parte viene affrontata la maternità in quanto capacità di crescere i figli, la serie ne affronta anche un’altra sfaccettatura, forse ancora più complicata: a chi appartiene il diritto di essere madre. Può essere considerata una “vera” madre solo la madre biologica? O lo è, a pari diritto, anche una madre adottiva? Chi delle due sarebbe in grado di crescere al meglio un figlio? Tutti questi interrogativi frulleranno nella testa dello spettatore, che spesso non sarà in grado di prendere una posizione univoca su questo controverso argomento.
Nonostante i temi trattati siano di notevole spessore, la serie è stata accolta con grande successo e acclamata anche da un pubblico giovane. E ciò è anche merito della magistrale interpretazione di Reese Witherspoon e Kerry Washington, che sono state in grado di portare sul piccolo schermo lo spessore e le contraddizioni di due personaggi molto controversi e complicati. E un’attenzione particolare va data anche alle due attrici che hanno interpretato le adolescenti Elena e Mia, ovvero Anna Sophia Robb e Tiffany Boone. Le due giovani attrici hanno colto ogni sfaccettatura data al loro personaggio dalla Witherspoon e dalla Washington, cogliendone movenze ed espressioni,e facendoci addirittura dimenticare di stare assistendo ad un cambio di attrici.
Considerazioni finali
Piccoli fuochi ovunque, piccoli focolai che alimentano quello che diventerà un vasto incendio, dalla portata enorme e che distruggerà ogni cosa. È questo quello che il titolo della serie ci vuole suggerire. Ognuno degli otto episodi ci mostra uno dei tanti piccoli fuochi che covano segretamente dietro quelle che sembrano delle semplici dinamiche familiari. Ma alla fine ci si renderà conto di come ognuno di quei piccoli focolai sia la miccia del vasto incendio che alla fine coinvolgerà tutti i protagonisti della serie. Il primo episodio ci mostra proprio una casa in fiamme, la casa dei Richardson, simbolo di benessere e stabilità economica. La casa è in fiamme, come un idolo caduto che rappresenta forse il fallimento della “perfetta famiglia americana”. E, in fondo, quello che la serie forse vuole insegnarci è proprio questo: non esistono famiglie perfette, madri perfette e figli perfetti. Esistono tante storie familiari, ognuna con i suoi segreti e i suoi drammi, e ognuna giusta nella sua imperfezione.
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Punti a favore
- Eccezionale interpretazione delle attrici protagoniste
- Fotografia impeccabile
- Ottima caratterizzazione dei personaggi
Punti a sfavore
- Nessuno di rilevante
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