Gli anni più belli, l’ultimo film diretto da Gabriele Muccino, è tornato al cinema dopo aver interrotto le proiezioni causa emergenza sanitaria. Non potevamo certo farcelo scappare, ecco, dunque, la nostra recensione de Gli anni più belli
TITOLO ORIGINALE: Gli anni più belli. GENERE: drammatico, sentimentale. NAZIONE: Italia. REGIA: Gabriele Muccino. CAST: Pierfrancesco Favino, Claudio Santamaria, Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart, Emma Marrone. DURATA: 129 min. DISTRIBUTORE: 01 Distribution. USCITA: 13/02/2020-15/07/2020.
Gli anni più belli è stato nominato a 9 Nastri d’Argento 2020, non riuscendo ad aggiudicarsene nessuno, ma vista la dura concorrenza di Pinocchio e Favolacce non pensate che non valga la pena vederlo.
La trama | Recensione Gli anni più belli
Siamo a Roma nel 1982, Giulio, Riccardo, Paolo e Gemma sono quattro adolescenti alle porte dei 18 anni. Amici fraterni i primi tre che hanno stretto un legame indissolubile quando Riccardo è stato ferito da un proiettile fuori da un locale e la quarta, primo amore di Paolo. I quattro vivono anni di spensieratezza nonostante famiglie complicate, violente o poco presenti. Quando i problemi iniziano a diventare grandi come loro, iniziano anche i primi litigi e le prime incomprensioni. Quelli che una volta erano i pregi di chi avevano accanto, come intraprendenza, ambizione o leggerezza adesso pesano come macigni sulle vite di chi deve iniziare a mettere la testa a posto e trovare la propria strada. Le tappe obbligatorie di chiunque sia nato negli anni ’70 e adesso si guarda indietro vengono ripercorse tutte: il muro di Berlino, Italia ’90, le Torri Gemelle, l’avvento di internet e Muccino ce le fa rivivere come fossimo anche noi parte di quell’album dei ricordi.
Reale e credibile | Recensione Gli anni più belli
Per parlare de Gli anni più belli bisogna iniziare dal cast, o meglio, dal casting, dato che per tutta la prima parte del film i protagonisti sono molto giovani, sono stati scelti attori dell’età in questione. Ebbene i “piccoli” attori sono di una bravura e una somiglianza al cast adulto da far quasi impressione. In particolare Alma Noce, che interpreta la giovane Gemma, ha fatto un lavoro di imitazione sulle caratteristiche fisiche di Micaela Ramazzotti veramente ottimo.
Passando a quella che è l’anima del film, la sceneggiatura, a parte qualche lungaggine tipica dello stile dei film di Muccino, è molto credibile, reale, intensa. Qualche stonatura sorge soprattutto sul personaggio di Gemma, con battute poco plausibili e decisioni difficili da comprendere, ma nel complesso tutto l’evolversi dei personaggi non crea nessuna discrepanza con l’andamento del film stesso. La caratterizzazione dei protagonisti è ottima e si plasma fin dai primi minuti: Giulio è l’intraprendente del gruppo, quello che se vuole qualcosa la ottiene, Paolo è il riflessivo, l’eterno innamorato che si danna l’anima per raggiungere i propri obiettivi finché non li raggiunge, Riccardo, detto Sopravvissù è un figlio degli anni ’70, tanti ideali poca concretezza e Gemma è una ragazza sola e confusa che da sempre ha saputo usare la propria femminilità per sconvolgere la propria vita e quella degli altri, ma in fondo cerca solo l’amore quello vero.
Effetto Muccino | Recensione Gli anni più belli
Gabriele Muccino è un regista che ormai ha vissuto esperienze di altissimo livello anche in ambito internazionale, dunque la regia ne risente in positivo, evitando di stagnare nella banalità di un film piatto e ripetitivo. Per tutto il film viene abbattuta la quarta parete, ossia sono i protagonisti stessi a fare da “narratori” alle loro storie guardando in camera e rivolgendosi direttamente al pubblico. Ci sono notevoli salti temporali che si focalizzano solo sugli eventi chiave delle loro storie, ma Muccino oltre allo stile oltre oceanico rimane comunque italiano e prende il meglio del cinema nostrano, come le scene da commedia all’italiana con i tre amici in trattoria o la rappresentazione di una Roma mutevole ma eterna che fa da sfondo al film, diventando a tratti protagonista con i suoi monumenti simbolici.
Il film racconta quattro storie eccezionalmente comuni, non c’è niente di incredibile eppure sembra che il destino si sia concentrato proprio sui protagonisti del film facendo sì che tutto fosse già inevitabilmente scritto sin dal giorno in cui si sono incontrati.
Comparto tecnico eccezionale | Recensione Gli anni più belli
Essendo un film che attraversa ben quattro decadi, Gli anni più belli, doveva anche essere credibile dal punto di vista di costumi, trucco e musiche scelte. Ebbene è tutto praticamente perfetto, il lavoro di ricerca è stato ottimo, il personaggio sul quale si nota di più è sicuramente Gemma che crescendo e cambiando cambia stile, taglio di capelli, trucco in base alle decadi che sta vivendo. Anche le musiche, partendo da Il tempo delle mele in poi tutto è accurato nel dettaglio e questo non può che essere uno dei pregi di questo film.
Punti a sfavore
Non solo lati positivi. Gli anni più belli è sicuramente un film da vedere per tutti i nostalgici e coloro che amano questo tipo di cinema che punta a far riflettere e rivivere scelte del passato. Ma uno dei punti a sfavore più evidenti è la lunghezza del film. Moltissime delle scene proposte si dilungano in inquadrature superflue, dialoghi fini a se stessi. C’è un eccesso di montato che probabilmente ha regalato al film un’abbondante mezz’ora in cui lo spettatore tende a perdersi o annoiarsi. Ciò non significa che il film sia noioso, solo che avrebbero potuto tagliare diverse lungaggini e andare condensare il film.
In conclusione l’ultima pellicola di Muccino è sicuramente da vedere, prima di tutto per il fantastico cast che riesce a stabilire una chimica unica e quasi familiare, Favino e Santamaria sono in completo equilibrio riuscendo a trascinare anche lo spettatore all’interno del film, quasi come un quinto silenzioso amico che osserva tutto ciò che accade.
Voi lo avete visto? Cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti e non dimenticate di continuare a seguirci per recensioni, speciali e guide del mondo del cinema e non solo!
Punti a favore
- Casting perfetto
- Sceneggiatura credibile
- Trucco e costumi molto curati
- Scenografia
Punti a sfavore
- Troppo lungo
- Personaggio di Gemma a tratti poco credibile
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