La giornata dedicata ai corti italiani del Trieste Science+Fiction Festival 2020 ha visto anche la partecipazione di Anemone, ed ecco a voi la nostra recensione
TITOLO ORIGINALE: Anemone . GENERE: fantascienza. NAZIONE: Italia. REGIA: Alessandro Marcon. CAST: Erica Bianco, Gianmarco Fabbris, Helga Greggio. DURATA: 16 min. DATA DI PRESENTAZIONE: 2 novembre 2020.
Andiamo a scoprire Anemone, opera diretta da Alessandro Marcon e presentato all’interno della sezione Spazio Corto del Trieste Science+Fiction Festival 2020. Ricordiamo come la suddetta sezione è interamente dedicata ai cortometraggi italiani e si propone quindi come un trampolino di lancio per i diversi cineasti del nostro paese. Prima di iniziare con la recensione, come al solito un breve paragrafo dedicato alla sinossi.
Trama | Recensione Anemone
In un futuro in cui l’umanità è obbligata a lasciare la Terra, Jane (Helga Greggio) deve prendere una decisione difficile: abbandonare il suo unico amico vivo (Gianmarco Fabbris) o andare a cercarlo, rischiando così di perdere la sua unica opportunità di fuggire dal pianeta morente?
Freddo e neve ovunque… | Recensione Anemone
Ambientata tra cime innevate, Anenome non mostra nulla di questa futura Terra distrutta. Il regista, Alessandro Marcon, riesce però a farci intendere l’irreparabile situazione con poche, semplici ma buonissime idee. Lo capiamo dalle colorazioni anomale dal cielo, dai visi disperati, dai dialoghi freddi, netti, così come l’ambientazione esterna. L’obbiettivo è uno soltanto: scappare il prima possibile dal nostro pianeta. Il problema è che i posti per l’astronave sono pochi e i “superstiti” sono disposti a tutto per accaparrarseli.
…ma anche croci ovunque | Recensione Anemone
Ecco quindi che troviamo croci sparse immerse nella neve, esplicito simbolo di un territorio apparentemente calmo ma in realtà molto pericoloso. Come dicevamo, Alessandro Marcon è bravissimo a renderci questa sensazione di calamità senza però esplicitarla completamente. Ovviamente si tratta anche di una soluzione necessaria, dovuta ai generalmente bassi budget di queste produzioni. Ciò comunque non inficia sul contesto distopico, accennato e forse per questo motivo ancora più pauroso.
Un corto di sopravvivenza | Recensione Anemone
Gli attori in scena riescono poi a trasmettere bene le sensazioni dei classici “survival movie”, facendoci sentire tutta la loro solitudine, rabbia e disperazione, amplificata dal contesto freddo e aspro. Ciò detto, non mancano alcuni difetti come un montaggio a volte fin troppo frenetico che rende le azioni inutilmente più confusionarie. Oppure alcune battute di sceneggiatura, probabilmente fin troppo tipiche di questo genere, risultando perciò scontate. In ogni caso sicuramente parliamo di un buon corto e quindi un’ottimo “manifesto” per il regista veneto.
Conclusione
Anemone è un’opera capace di trasmettere il suo messaggio anche dalla sola messa in scena. Alcuni piccoli difetti e una certa lentezza di ritmo possono abbassare il suo valore, ma ciò non toglie nulla alla compattezza e coerenza del corto. Il finale nostalgico e struggente potrebbe non far contenti tutti ma è indubbia la poesia intrinseca all’opera. In particolare, bellissima e coerente la metafora floreale.
Punti a favore
- ambientazione
- Interpretazioni
- Poetico
Punti a sfavore
- Montaggio a volte confusionario
- Certe battute non proprio originali
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