Nuovo Cinema Paradiso, uscito poco più di trent’anni fa, è un film sul cinema e ciò che esso rappresenta: la magistrale mano di Giuseppe Tornatore lo rende un’opera che non teme l’invecchiamento
TITOLO ORIGINALE: Nuovo Cinema Paradiso. GENERE: Drammatico. NAZIONE: Italia, Francia. REGIA: Giuseppe Tornatore. CAST: Jacques Perrin, Salvatore Cascio, Marco Leonardi, Philippe Noiret, Enzo Cannavale, Isa Danieli, Leo Gullotta. DURATA: 173 minuti. DISTRIBUTORE: Cristaldifilm. USCITA CINEMA: 1988.
Totò è un bambino di Giancaldo, un piccolo paesino della Sicilia, con una grande passione per la settima arte. Il Cinema Paradiso è la sua seconda casa grazie anche all’amicizia con il proiezionista Alfredo. Dopo un incendio che acceca Alfredo, nel cinema restaurato, Totò ne prenderà il posto. Il suo futuro però è nel fare cinema a Roma, non nel proiettarlo a Giancaldo. E per inseguirlo partirà senza guardarsi alle spalle. Solo un tragico evento lo farà tornare al natio borgo selvaggio, dove ormai niente è più come prima.
Il capolavoro di Giuseppe Tornatore ha da poco compiuto trent’anni. In una sua versione ridotta fu premiato con l’Oscar al miglior film straniero nel 1990 e il Golden Globe, lo stesso anno e per la stessa categoria. La pellicola originale, invece, dura quasi tre ore. Tornatore è un regista giovane, alla sua opera seconda dopo un bell’esordio con Il camorrista. Eppure riesce a confezionare un’opera d’arte, che senza alcuno sforzo è entrata nei cuori di molti italiani, di chi si è riconosciuto nelle numerose generazioni descritte e di chi, vedendo per la prima volta questo film trent’anni dopo, ancora non riesce a evitare di emozionarsi.
Nuovo Cinema Paradiso non parla solamente della storia di una persona, ma parla della stessa essenza del cinema, di ciò che gli permette di arrivare al cuore e alla testa di tutti, indipendentemente dal ceto sociale, dalle convinzioni politiche o dall’età. La passione per la settima arte cristallizza un’amicizia salvifica tra l’appassionato bambino Totò (Salvatore Cascio) e il burbero e anziano Alfredo (un colossale Philippe Noiret, credibilissimo nei panni di un proiezionista siciliano). La sala del cinematografo è il crocevia in cui si incontra un’Italia che affronta il mutamento dei costumi, dal periodo degli inflessibili parroci censori a quella della televisione popolare. Osservando la sua evoluzione si può quasi avvertire, in un rovesciato istinto proustiano, l’odore del fumo in una sala affollata.
Nuovo Cinema Paradiso: la lunga storia di Totò
Tra poster di Via col vento, profondi sguardi tra innamorati come nei film di una volta, smorfie di Totò e gag di Charlie Chaplin, Nuovo Cinema Paradiso ti prende per mano e ti invita a sederti dentro un cinema grande quanto un paese intero. Sognante, dopo le ferite aperte dalla Seconda Guerra Mondiale, ma modesto. Troppo stretto per Salvatore Di Vita.
Il film ruota intorno alla sua vita, con un flashback di circa due ore. Lo si vede inizialmente quale regista affermato di Cinecittà, per poi scoprirne le origini. Dal bambino ribelle che si intrufola all’interno della sala di proiezione del cinema locale, all’adolescente innamorato che in quello stesso cinema lavora. In ogni svolta della sua vita è presente Alfredo, che in ultimo lo spinge ad abbandonare quel paesino e a non voltarsi. La fortuna lo porta in qualche modo a dimenticare le proprie origini, che tuttavia tornano a bussare prepotentemente alla porta. Anche qui c’è lo zampino di Alfredo, che si scopre una volta di più capace di amare Totò come un padre che anche da cieco sarà l’incarnazione della lungimiranza e che non mancherà mai di impartire lezioni di vita, anche dopo la propria morte.
Intorno a Totò e Alfredo gravitano comuni ma emblematici i cittadini: il prete censore, il pazzo che vanta diritti di proprietà sulla piazza del paese, la prostituta, la madre vedova, i genitori prevenuti. Passano sullo schermo in sordina, ma la tutta la loro umana importanza si mostra nella scena della demolizione del cinema, in cui i ricordi inondano dolorosamente tanto il protagonista quanto loro.
Un capolavoro di Tornatore e Morricone
In Nuovo Cinema Paradiso si incontrano due maestri della settima arte. Da una parte Giuseppe Tornatore, che gestisce in maniera magistrale il ritmo del film alternando il sorriso alla commozione. L’unico momento in cui sembra perdere il senso della misura è nella storia d’amore tra il Totò affermato regista e la matura ma sempre bella Elena, non a caso travolta dalle forbici del montaggio per la versione da Oscar.
D’altro canto, a contribuire a rendere Nuovo Cinema Paradiso un prezioso film sulla memoria ci ha pensato anche Ennio Morricone, insieme al figlio Andrea. La colonna sonora del maestro italiano è evocativa e struggente durante tutta la proiezione, ma diventa qualcosa di sublime nella scena finale. Nulla spiega la magia del cinema meglio di quella sequenza infinita di baci in bianco e nero, rimasti nell’oblio per tanti anni a causa della censura ma che ritrovano la luce in una sorta di testamento.
Il cinema regala sogni, il cinema dona sorrisi e malinconia, felicità e lacrime, ma soprattutto nella sua finzione resta vita autentica. Grazie anche a questi due artisti, tutti hanno guardato Nuovo Cinema Paradiso come a bocca aperta, come avrebbe fatto Totò.
Nuovo Cinema Paradiso: una carriera in un film
La fortuna di Nuovo Cinema Paradiso è ben riassunta da Tornatore:
Questo film mi ha dato tutto. Nell’arco di un anno mi è accaduto tutto quello che può accadere nella carriera di un regista: dall’insuccesso più nero e disperato, fino al successo più roseo e gioioso. È stato come avere fatto dieci film insieme.
Oggi è considerato uno dei migliori film italiani di sempre. L’anteprima fu un successo, ma il debutto nelle sale fu un incubo. Il film uscì infatti registrando un disastro al botteghino. Solo a Messina, al cinema Aurora, Nuovo Cinema Paradiso registrò ottimi incassi. Il regista fu così incuriosito che indagò e scoprì una vicenda piuttosto singolare: il gestore del cinema, Giovanni Parlagreco, lo mantenne ostinatamente in cartellone a lungo, invitando la gente a guardarlo gratis e a pagare solo se il film fosse realmente piaciuto.
Questo curioso aneddoto fa capire la bellezza di questo film sul senso del cinema e di come arrivi dritto al punto. Tutti hanno bisogno di sentirsi uniti, parte di un tutto, e il Nuovo Cinema Paradiso soddisfa questo bisogno. Da questo punto di vista non si può non notare, con una certa malinconia, che la sala era un posto molto più vivo e pulsante di quello che conosciamo oggi. Nel cinema succedeva praticamente di tutto: ci si masturbava, si allattava, si litigava, si commentava ogni cosa. Il cinema era un luogo vitale e chiassoso, a conferma della sua natura più profonda e spesso dimenticata: quella di arte popolare. Il Nuovo Cinema Paradiso, pur nel suo piccolo, è un luogo speciale dove va in onda la vita.
Sono passati trent’anni dalla prima volta sullo schermo di Nuovo Cinema Paradiso, ma il tempo trascorso non ha ancora cancellato l’emozione e la magia che questa opera è capace di trasmettere. Non è errato dire che in molti si sono innamorati del cinema proprio grazie a questa piccola grande storia, che è un omaggio memorabile al cinema e alla sua spettacolare essenza. Il Nuovo Cinema Paradiso è l’unico per cui tutti almeno una volta dovrebbero pagare il biglietto.
Punti a favore
- La gestione del lungo flashback
- L'emozionante colonna sonora
- La toccante scena finale
Punti a sfavore
- La didascalica storia d'amore
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