L‘ultimo film della saga ultraventennale che vede protagonista il 56enne Tom Cruise si rivela un’esperienza unica per gli amanti del genere: Mission: Impossible – Fallout tiene incollato allo schermo lo spettatore per più di due ore e non tradisce le aspettative create dai precedenti capitoli
TITOLO ORIGINALE: Mission: Impossible – Fallout. GENERE: Azione/Spionaggio. NAZIONE: Stati Uniti. REGIA: Christopher McQuarrie. CAST: Tom Cruise, Henry Cavill, Simon Pegg, Rebecca Ferguson, Ving Rhames, Sean Harris. DURATA: 147 min. DISTRIBUTORE: 20th Century Fox. USCITA CINEMA: 29/08/2018.
A Belfast, l’agente Ethan Hunt (Tom Cruise) viene incaricato di compiere una nuova missione impossibile: recuperare una valigia di plutonio e scovare un gruppo di terroristi che vogliono metterci le mani sopra per scatenare un’apocalisse atomica. Sulle tracce di John Lark, misterioso leader della cellula, Hunt ritrova a Berlino i compagni di sempre: Benji (Simon Pegg) e Luther (Ving Rhames). Gli agenti dell’IMF si trovano però ad essere vittime di un’imboscata nella quale Hunt, per salvare la vita dei compagni, compromette la missione perdendo il plutonio. Per recuperarlo il team, sotto esame da parte dall’agente della CIA August Walker (Henry Cavill), chiamato a valutarne l’affidabilità, vola alla volta di Parigi. Ma niente andrà come previsto.
Il sesto film della saga di Mission: Impossible ritrova il regista del precedente (Christopher McQuarrie) e conferma un trend che sembra incontrovertibile: Fallout vuole essere più colossale, più ambizioso, più folle dei precedenti. E, a nostro avviso, ci riesce. Vediamo insieme perché.
Mission: Impossible – Falout: tra spy story e action movie | Recensione
Tutto comincia con un sogno che si trasforma in un incubo: in un angolo di paradiso, Ethan e la moglie Julia (Michelle Monaghan) rinnovano i loro voti sotto lo sguardo di un prete che ha il volto di Solomon Lane (Sean Harris), il cattivo schizofrenico di Rogue Nation. Già dai primi minuti si comprendono così il tono cupo che attraverserà il film e lo stretto collegamento con il precedente capitolo della saga: Lane ora ha una folta barba e uno sguardo sempre più determinato a conseguire la vendetta nei confronti dell’agente Hunt.
Questa scena assume nel film lo stesso ruolo della prima, lenta, salita di un ottovolante: predispone le successive vertiginose acrobazie, sia nella trama che nelle sequenze d’azione.
La trama ha tutti i crismi di un film di spionaggio. Lo scambio andato male a Berlino, i tradimenti, le missioni sotto copertura, i doppi (a volte tripli) giochi: c’è tutto. Tra una messinscena e un’arrampicata, ci sono anche tributi alle scene di apertura dei primi due Mission: Impossible. Ciliegina sulla torta, il colpo di scena sull’identità di Lark, moderno Keyser Soze (non può essere una coincidenza che il regista McQuarrie abbia a suo tempo vinto un Oscar per la sceneggiatura de “I Soliti Sospetti“). La rapidità con cui si salta da un’ambientazione all’altra a volte confonde, ma d’altro canto è noto che il punto focale degli ultimi capitoli di Mission: Impossible non è l’articolazione della trama.
Il vero punto di forza di Fallout è rappresentato dalle adrenaliniche scene d’azione. Queste sono meticolosamente eseguite, raramente con l’ausilio della computer grafica, in modo tale da dare un senso di verosimiglianza e da coinvolgere totalmente lo spettatore. Il passaggio repentino da una sequenza all’altra non può che giovare. Si ha l’impressione di vivere in prima persona ogni salto nel vuoto, ogni sparatoria, ogni spericolato inseguimento.
Tom Cruise: cavaliere senza macchia e senza paura, ma non solo | Recensione
Protagonista immancabile di queste acrobazie è l’intramontabile Tom Cruise, che quasi mai usa una controfigura e non si lascia fermare neanche da una caviglia rotta sul set. L’attore americano avrà pure recentemente vinto il Razzie Award ma, diciamocelo francamente, non riusciremmo a immaginare un Mission: Impossible senza di lui: dopo vent’anni c’è perfetta immedesimazione tra l’interprete e il personaggio.
Il più recente agente Hunt ha raggiunto una notevole complessità. La sua morale appare incorruttibile. Il che, tuttavia, è inconciliabile con le ciniche missioni che gli viene chiesto di affrontare. Eppure non riesce a rinunciare né all’una né alle altre. Proprio a causa di questo più volte sperimenta il fallimento.
Ethan Hunt, apparentemente dotato di abilità sovrumane, ritrova così una dimensione di umanità nella sua imperfezione. Significativo è il fatto che spesso ripeta “non vi deluderò” ai suoi compagni, laddove sembra che abbia bisogno di ripeterlo a se stesso.
Chi invece sembra non avere limiti è invece lo stesso Tom Cruise che, dopo oltre trent’anni di carriera, corre, salta, fa a pugni e guida elicotteri come se non ci fosse un domani. Si diverte, fa divertire e promana una dose di energia positiva che non può lasciare insensibile nessuno spettatore. E ci dà l’impressione di poterlo fare in eterno.
Mission: Impossible – Fallout: il migliore della saga? | Recensione
In definitiva, Fallout è un film da antologia. Non tanto per la trama, esagerata e poco credibile: non potrebbe essere diverso in un film che ha nel suo titolo la parola “impossibile”. A fare la fortuna dell’ultimo Mission: Impossible sono le sequenze d’azione, incessanti e coinvolgenti.
Il motivo per cui Fallout può essere considerato il migliore della saga sta proprio in questo: ogni film precedente ha avuto una scena clou (Hunt che rimane appeso a un cavo a un centimetro dal pavimento nel primo, o che scala il Burj Khalifa in Ghost Protocol), mentre qui non c’è una scena d’azione che spicca, perché si passa dall’una all’altra mantenendo un costante senso di crescendo.
Con Fallout sembra di viaggiare sulle montagne russe per più di due ore. Questa sensazione è enfatizzata dalle inquadrature, che ora si allargano per mostrare l’immensità di un ambiente e ora si restringono per raggiungere l’intimità di un primo piano. Nessuna sembra lasciata al caso.
In questo film, inoltre, tutto il cast sembra dare il proprio meglio. Ci si lascia così deliziare da un carismatico Henry Cavill, un farsesco Simon Pegg, un imperscrutabile Sean Harris, una magnetica Vanessa Kirby, una combattuta Rebecca Ferguson.
Per tutti questi motivi, Mission: Impossible – Fallout è un gioiello del suo genere: assolutamente da non perdere!
Punti a favore
- Le scene d'azione, al cardiopalmo
- Tom Cruise, incommensurabile
Punti a sfavore
- La trama, che indulge in esagerati voli pindarici
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