Una squadra di ricercatori ha fatto luce su uno dei misteri che tormenta la medicina moderna ovvero l’accelerazione della crescita dei tumori. Conosciamo la morfologia di centinaia di tumori, ma i meccanismi primi che ne regolano la genesi e la progressione della crescita sono ancora in parte ignoti
Pochi giorni fa avevamo parlato di una molecola che permetteva di comandare e inibire le metastasi dei tumori. Oggi, invece di analizzare il comportamento di questa malattia nei suoi stadi finali, andiamo ad analizzare le fasi iniziali, quelle in cui avviene la trasformazione di una cellula sana in una malata.
La genesi e la progressione dei tumori
I tumori sono causati da una serie mutazioni genetiche delle cellule somatiche – un tratto comune a tutti i tumori è quello di presentare presentare cromosomi alterati in numero e forma, contenenti informazioni aberranti o mancanti – che inibiscono i sistemi di controllo della riproduzione cellulare. Le cause di queste mutazioni possono essere molteplici, naturali o artificiali, e proprio per questo è difficile dire con esattezza a livello macroscopico se una determinata situazione sia cancerogena o meno.
A livello di biologia cellulare invece tutti si gioca su geni e proteine, il compito dei ricercatori è individuarne la composizione chimica e i meccanismi d’azione. Non è affatto semplice perchè tutto il nostro corpo è composto di geni e proteine: in ogni istante sono in atto milioni di processi chimici in contemporanea. Un team di scienziati coordinato da Liliana Attisano all’Università di Toronto è comunque riuscito ad arrivare a capo di questo intricato garbuglio e ha scoperto una molecola capace di accelerare la crescita dei tumori rendendoli più aggressivi e letali. La ricerca è stata pubblicata su Nature Communications e apre a nuovi interessanti scenari per le terapie anti-tumorali.
La molecola che accelera i tumori
La proteina si chiama Nuak2 e permette ad una coppia di molecole sabotatrici di ingannare i sistemi di controllo della cellula, favorendo la mutazione e la progressione dei tumori. Se si riesce a bloccare la molecola allora il meccanismo si interrompe e con esso l’evoluzione del cancro. I primi esperimenti su condotti in Canada sui topi e in vitro sembrano dare conferme positive alla teoria.Â
L’obiettivo è sviluppare molecole da inserire nei farmaci capaci di inibire Nuak2, per impedire che dia inizio a pericolosi processi di mutazione. La proteina agisce favorendo l’ingresso nel nucleo delle proteine sabotatrici Yap e Taz, le vere responsabili della genesi delle neoplasie perchè si legano ai geni che controllano il ciclo cellulare, alterandone il funzionamento. Tra questi c’è lo stesso gene che produce naturalmente Nuak2 che viene reso iperattivo e produce grandi quantità della molecola. Di conseguenza ancor più proteine sabotatrici entrano nel nucleo, dando inizio ad un circolo vizioso senza controllo. Interromperlo è possibile: i ricercatori lo hanno verificato sia nel tumore alla mammela dei topi, sia nelle colture in vitro. È stato possibile disattivare Nuak2 attraverso l’uso di farmaci o manipolazione genetica.
Per passare dai roditori all’uomo ci vorrà del tempo. La dottoressa Attisano dichiara infatti all’agenzia ANSA:
Serviranno almeno dieci anni per poter sviluppare un farmaco: per prima cosa bisognerebbe testarlo sugli animali per verificare se funziona, ma ancora non ci siamo arrivati.
Nuak2 potrebbe essere usato come marcatore, nell’ambito della medicina personalizzata, per identificare i pazienti con tumori aggressivi che possono beneficiare del trattamento con gli inibitori. Al momento sappiamo che Nuak2 gioca un ruolo importante nel tumore della vescica, ma non possiamo escludere che sia coinvolta anche in altri tipi di tumore.
La strada della ricerca è lunga, ma segnata.
Lascia un commento