Clint Eastwood ha firmato e messo il volto ne Il Corriere – The Mule, pellicola in programmazione nei cinema italiani dal 7 febbraio: scopriamo insieme l’ultima pagina del testamento cinematografico dell’inossidabile artista
TITOLO ORIGINALE: The Mule. GENERE: Drammatico. NAZIONE: Stati Uniti. REGIA: Clint Eastwood. CAST: Clint Eastwood, Bradley Cooper, Laurence Fishburne, Michael Peña, Dianne Wiest, Andy Garcia, Alison Eastwood, Taissa Farmiga. DURATA: 116 min. DISTRIBUTORE: Warner Bros. USCITA: 07/02/2019.
Earl Stone (Clint Eastwood) è un floricoltore dell’Illinois, specializzato nella produzione di un fiore che vive un solo giorno. Al suo lavoro ha sacrificato la vita e la famiglia, che di lui adesso non vuole più saperne. Nel Midwest piegato dalla crisi economica Earl perde anche la casa. Il solo bene che gli resta è il pick-up con cui ha raggiunto 41 stati su 50 senza mai prendere una multa. La sua attitudine alla guida attira l’attenzione di uno sconosciuto, che gli propone un lavoro redditizio: trasportare droga per un cartello poco convenzionale di narcotrafficanti messicani. Earl accetta un lavoro con l’intenzione che sia l’unico, ma la sua brama di soldi lo fa assoldare per molte altre commissioni. Da veterano di guerra, Earl dimentica i principi di fiero difensore del Paese per soldi. Ma la DEA è alle sue calcagna e la strada verso la fine è lunga.
Dietro una avvincente caccia al ladro, che non manca di momenti spiritosi e rilassati, si cela una lunga allegoria che vede come protagonista un personaggio che è più bravo con i petali che con le radici. Earl, come i suoi fiori, piace a tutti ma non riesce ad evitare di farsi muovere da una semplice folata di vento e a resistere alla sfida del tempo. Ne Il Corriere – The Mule, Clint Eastwood ci mostra, in modo semplice e intimo, questa contraddizione.
Il tempo che resta
La questione è il tempo che resta. Al protagonista e a Clint Eastwood in persona. Il primo vive una seconda vita sulla soglia dei novant’anni, abbandonando i vecchi schemi e ritrovando le priorità che aveva dimenticato per quasi tutta la vita. Il secondo risorge, inaspettatamente, dopo aver messo in scena la propria fine in Gran Torino e torna a dirigersi, tornando in pista in un road-trip testamentario supplementare.
Il Corriere – The Mule, è una dolente storia di redenzione dal tatto schietto e lucido, tipico dell’infaticabile regista. Una pellicola capace di delineare un ritratto amaro e disinibito dei peccati di un uomo. Un film che sembra raccontare una storia inverosimile, ma che prende spunto per la trama da un fatto realmente accaduto. Il Corriere – The Mule è anche il ritratto di un paese e delle persone che lo popolano, di ogni razza, età e moralità.
Il ritmo, dopo la frenesia di American Sniper, è lento. Proprio come Earl non ha fretta di arrivare a destinazione, preferendo piuttosto godersi il viaggio, Clint Eastwood non teme di poter annoiare gli spettatori più giovani, iperattivi e frementi di bruciare il proprio tempo. In questo senso il film davvero vuole essere un testamento, senza indulgere nell’autoreferenzialità. Al tempo che incalza, come gli scagnozzi del cartello messicano, l’autore risponde rallentando.
Il Corriere – The Mule: l’ennesimo capitolo di Clint Eastwood
Quando Clint Eastwood appare sullo schermo il cuore si ferma, perché il suo corpo, che non nasconde i segni delle numerose primavere viste, proprio sopraffare il suo sguardo, ancora chiaro e pieno di carisma. È difficile persino trovare tracce della vulnerabilità che accompagna la vecchiaia. Il vecchio Earl non è stanco, e vuole ancora macinare chilometri. E speriamo che la persona faccia altrettanto e che Il Corriere – The Mule non sia l’ultima corsa di un artista che non smette mai di avere qualcosa da dire.
Certo, per quanto abbiamo visto in questo film possiamo credere che non sia l’ultima volta di Clint Eastwood. Analogamente a Earl, che spesso ripete: “Un’ultima volta. Un’ultima volta“. Queste strane analogie, d’altronde, fanno diventare Il Corriere – The Mule un film con e su Clint Eastwood, su un uomo e un regista che, alla sua età, si può permettere di fare tutto quello che vuole. Grazie a questo il film non tocca soltanto corde drammatiche e cupe, ma è attraversato da uno spirito divertente e divertito. Per Earl come per Clint, la vecchiaia è un ottimo pretesto per abbandonare freni inibitori e prendersi beffa del socialmente accettabile.
Clint Eastwood, che il 31 maggio prossimo compirà 89 anni, con movimenti sempre più lenti ruba la scena a tutti in un film dalla sceneggiatura essenziale e lineare. Sicché il suo principale antagonista, che risponde al nome da Oscar di Bradley Cooper, finisce col sembrare una comparsa, e altrettanto fa Andy García, nonostante sia splendidamente edonista.
Insomma, nel 2019 Clint Eastwood ci regala un suo assolo, sullo sfondo dell’America dei reduci, dei motel e delle strade infinite che attraversano pianure sterminate. Scenari di altri tempi, eppure mentre vediamo una scena desideriamo l’arrivo della successiva, e tutto avviene in un flusso costante, privo di strappi o accelerazioni, anche nelle poche scene di tensione o di alleggerimento.
Questa sua capacità, unica, che rende il suo cinema classico ed eterno, e non fa mai invecchiare i suoi film fa si che anche Il Corriere – The Mule sia un’opera che valga la pena di vedere.
Punti a favore
- Clint Eastwood
- Ritmo efficace e teso
- Condivisibile messaggio di fondo
Punti a sfavore
- Storia un po' semplice
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