Eccoci tornati con la recensione del porting di The Outer Worlds su Nintendo Switch. Gran successo da parte di Obsidian, o un errore da non ripetere?
The Outer Worlds è appena atterrato su Nintendo Switch, cavalcando l’onda del successo del titolo sulle altre piattaforme. Dopo PlayStation 4, Xbox One e PC Microsoft Windows, l’avventura galattica di casa Obsidian è arrivata anche sull’ammiraglia di Nintendo. Dopo averlo provato per qualche giorno, abbiamo sfornato il verdetto: colpaccio da parte di Obsidian o titolo da evitare? Scopriamolo insieme in questa recensione di The Outer Worlds per Nintendo Switch!
The Outer Worlds, di che stiamo parlando?
The Outer Worlds è un RPG di Obsidian Entertainment uscito a Ottobre dello scorso anno per PlayStation 4, Xbox One e PC. La storia, sebbene non sia poi così originale, si presta alla perfezione per il tipo di gioco nel quale stiamo per avventurarci. Siamo nel 2355, in un futuro cyberpunk che ricorda Borderlands per alcuni versi, e Fallout per altri. L’universo è stato colonizzato dai terrestri, che viaggiando anni luce a bordo delle loro astronavi sono riusciti a raggiungere anche i meandri più sperduti del conosciuto.
Per affrontare questi viaggi infiniti l’equipaggio delle navi viene congelato criogenicamente e scongelato nel momento dell’approdo, ma qualcosa va storto e la Speranza (la nave su cui ha inizio la nostra avventura) si perde nello spazio. La Speranza rimarrà per anni alla deriva nello spazio, senza che qualcuno arrivi a salvare l’equipaggio. Ci riuscirà contro ogni previsione uno scienziato pazzo di nome Phineas Welles, primo personaggio che incontreremo nel gioco nonchè colui che scongelerà il nostro personaggio. Qui troviamo il primo segno distintivo di chi fa RPG da una vita, e li fa bene: l’editor del personaggio.
L’editor, nonostante sia abbastanza semplice, permette di personalizzare a fondo il nostro personaggio sia nell’aspetto fisico che nei segni distintivi, passando per le abilità e persino scegliendo l’impiego prima di salpare per lo spazio. Dopo aver personalizzato il nostro protagonista, scopriamo che la trama del gioco ruota intorno al risvegliare il resto dell’equipaggio, ottenendo i preziosi materiali necessari per l’impresa sparsi per l’universo. Già da questo punto è possibile notare il pesante downscaling del gioco rispetto alle versioni per console casalinga, ma andiamo per gradi.
Parliamo di gameplay – Recensione The Outer Worlds
Già dai primi minuti di The Outer Worlds è possibile riconoscere nitidamente la mano di Obsidian, e veniamo investiti da un’ondata di nostalgia grazie alla somiglianza del gioco con Fallout New Vegas. Tutto ciò che c’era di buono nel capolavoro di Bethesda lo ritroviamo (con somma felicità ), ma con alcune dovute modifiche. Innanzitutto, The Outer Worlds non è open world e va benissimo così: gli ambienti, ampi ma circoscritti, sono ben caratterizzati, ricchi di dettagli e pieni di oggetti e armi di ogni tipo. Inoltre, lo stile grafico e la tavolozza dei colori utilizzati dagli sviluppatori danno un’identità al gioco, rendendolo unico nel suo genere.
Nella piena linea del genere troviamo il sistema di sviluppo del personaggio basato su punti abilità e la possibilità di smontare o potenziare le varie armi che troviamo nel corso del gioco, così come le armature. Ogni volta che si sale di livello si ottengono 10 punti da spendere nelle abilità che variano, in piena linea Fallout, dalle abilità in combattimento alle capacità da hacker, passando per le capacità oratorie.
Anche le diverse alternative di approccio al gioco sono varie e ben strutturate, e ciò ne garantisce una gran rigiocabilità . Il giocatore può scegliere se comportarsi bene, essere un criminale, un ladro o persuadere la gente per raggiungere i propri scopi. Si può arrivare all’obiettivo facendo una strage o giocando stealth, così come si può infangare o meno la propria reputazione. Questa enorme libertà di manovra è evidente fin dai primi minuti di gioco, provocando un piacevole deja-vù al sapore di Dishonored.
Niente di innovativo, ma tanta qualità – Recensione The Outer Worlds
Ciò che rende The Outer Worlds un gran bel gioco, è probabilmente anche il motivo del suo successo al debutto nell’Ottobre 2019. Nonostante il gioco riprenda pesantemente meccaniche e scelte stilistiche da alcune pietre miliari del genere, il tocco di Obsidian è sempre ben tangibile. I personaggi sono ben caratterizzati, i pianeti sono coloratissimi e interessanti da esplorare e le attività secondarie intrattengono. Inoltre, la sfumatura umoristica calza a pennello con il gioco, rendendo i numerosi dialoghi piacevoli da seguire.
Anche la scelta di inserire i personaggi di supporto funziona. Nel corso del gioco potremmo ritrovarci in situazioni particolari o difficili da sbrogliare, e ricorrere all’aiuto del compagno di turno può rivelarsi una strategia vincente. In The Outer Worlds ci sono in tutto sei compagni da sbloccare, ognuno con la sua storia da approfondire per ottenere utili bonus, oggetti o abilità . Scordatevi però le “romance” in stile Mass Effect: qui è possibile solo approfondire il legame tra i personaggi, ma non vederli entrare in intimità .
Il tutto, impacchettato per bene, regala al pubblico un gioco divertente, durevole e altamente rigiocabile anche solo per sbloccare i diversi finali possibili. Fondamentale a questo proposito il viaggio rapido, che permette di saltare tra i punti sbloccati della mappa evitando lunghe e noiose sessioni di viaggio. Unico neo, a questo proposito, i lunghi e tediosi caricamenti di cui il gioco è (ahimè) costellato. Tuttavia, a conti fatti la formula di Obsidian pare funzionare alla grande, a prescindere dal contesto in cui ci ritroviamo. Wastelands o pianeti sconosciuti, non fa differenza.
Ma la resa dei conti arriva per tutti… – Recensione The Outer Worlds
A questo punto passiamo al nocciolo della questione: gli enormi problemi del porting su Nintendo Switch. Prendete il quadro che abbiamo fatto fin’ora del gioco e copritelo con un foglio di carta velina: questo è The Outer Worlds per Nintendo Switch. Tutto ciò che c’è di bello nel gioco viene vanificato in un porting davvero pessimo, mostrando le profonde ferite causate da un downscaling decisamente troppo brutale. Nonostante l’essenza del gioco resti intatta, la mazzata tecnica subita da personaggi, ambientazioni e props restituisce la sensazione di un qualcosa che, in teoria, non avrebbe senso di esistere.
Il gioco dovrebbe girare a 720 con la console connessa alla TV tramite dock e a 540 nella versione portatile, ma non sempre è così. I paesaggi dettagliati e coloratissimi che avevamo tanto apprezzato nella controparte fissa del gioco qui risultano sfocati quando va bene, addirittura incompleti nel peggiore dei casi. Gli oggetti in secondo piano poppano fuori come funghi con diversi secondi di ritardo. Non ci va neanche di parlare del rendering degli oggetti e delle textures. Drop di frame? Ci sono anche quelli, tranquilli.
Numerosi dettagli, inoltre, sono stati rimossi completamente per alleggerire ulteriormente il gioco, spogliando vistosamente gli ambienti. In alcuni punti, addirittura, risulta difficile distinguere i nemici dagli alleati e in men che non si dica vediamo la reputazione su cui abbiamo tanto lavorato venire infangata.
Infine, l’adattamento della camera e del sistema di mira è leggermente macchinoso, ma qui spezziamo una lancia in favore di Obsidian. Ci rendiamo conto che adattare un sistema di controllo da un pad grosso come quello di Xbox o di PS4 alle minuscole levette di Switch, non è per nulla semplice. Dopo svariate ore di gioco e un’emicrania martellante, la frustrazione prevale su tutto ciò che c’è di buono nel gioco lasciando tanto amaro in bocca.
Quindi? Promosso o bocciato?
Giunti alla fine di questa recensione di The Outer Worlds per Nintendo Switch, alla luce di quanto letto fin’ora, vi starete sicuramente chiedendo: lo compro oppure no? La risposta è no, ma con riserva. The Outer Worlds è davvero un gran bel gioco, probabilmente un must per gli amanti del genere. Il nostro consiglio, quindi, è di giocarlo su PlayStation 4, Xbox One o ancora meglio su PC. I problemi tecnici della versione per Switch sono così tanti e così evidenti, che il nostro consiglio (a malincuore) è di girarne alla larghissima. Se proprio non avete altre console e volete assolutamente giocarlo, non dite che non vi avevamo avvertito.
Questa era la recensione di The Outer Worlds per Nintendo Switch. Come sempre speriamo di avervi aiutato nel fare la scelta giusta, e prima di augurarvi un buon gaming vi ricordiamo di restare connessi su tuttoteK per news, aggiornamenti, recensioni e molto altro sul mondo dei videogiochi. Ciao e alla prossima!
Punti a favore
- Stile unico e riconoscibile
- Missioni divertenti e storia longeva
- Alta rigiocabilità e gran possibilità di scelta
- Humor spassoso
Punti a sfavore
- Tutto l'ottimo lavoro è vanificato da un downscaling brutale
- Frame drop
- Blur abusivo e oggetti mancanti
- Tempi di caricamento eccessivamente lenti
- Sistema di controllo non perfettamente ottimizzato
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