Dopo la prima grande prova con I Am Setsuna, Tokyo RPG Factory torna alla carica con Lost Sphear. Il titolo è un tributo agli RPG dei tempi andati, con cui gli attuali trentenni sono cresciuti durante la loro infanzia videoludica. Tra tanta tradizione e qualche innovazione, il gioco ci ha piacevolmente colpito
Un sacco di “giovani adulti” di oggi ricorderanno con nostalgia gli anni Novanta. A quei tempi era facile che un RPG venisse pubblicato a poche settimane di distanze dall’altro. In quegli anni videro la luce un numero di capolavori davvero elevato, mastodonti che ancora oggi non hanno cessato di far parlare di sè, magari riproponendosi in tante (troppe?) remastered. Pensiamo ai Final Fantasy, a Secret of Mana, ma anche a Chrono Trigger e The Legend of Zelda.
Tokyo RPG Factory ha già dato prova, circa un anno fa, di amare quell’epoca e le sue produzioni. Lo ha fatto con I Am Setsuna, del quale Lost Sphear, che esaminiamo oggi, non è altri che il seguito spirituale, il cugino più recente. Non è soltanto il comparto grafico a tradire la parentela, quanto il ritmo, i personaggi, le meccaniche di gioco. Per gli amanti degli RPG non ci sarà praticamente nulla al di fuori di un’apprezzabile formula consolidata, ma i più giovani probabilmente potranno apprezzarlo, anche loro, grazie ad alcune tecniche per rendere più variegate formula estremamente statiche.
Esaminiamo insieme Lost Sphear nella nostra recensione.
Nebbia e ricordi
Alla base della trama di Lost Sphear sta una sapiente mescolanza tra la nebbia e i ricordi degli esseri umani. Si tratta di una simbologia profonda che meriterebbe un articolo a parte, qui ci limiteremo a fornirvi le coordinate generali senza rovinarvi il piacere della sorpresa nel mondo di gioco. Molto semplicemente: il mondo di Lost Sphear è stato invaso da una strana nebbia, che ne ha avvolto luoghi, ambienti e persone. E’ un fenomeno poco naturale e molto pericoloso, dal momento che chi ne viene toccato cessa di esistere sul nostro piano di realtà.
La comparsa della nebbia è legata al destino di Kanata, un orfano che vive nel villaggio pacifico di Elgarthe. Kanata si allontana al di fuori del paese proprio al momento dell’arrivo della nebbia, e al suo ritorno trova tutto privo di vita. L’incantesimo dura poco: il protagonista scopre che il suo tocco, altrettanto mistico del fenomeno naturale, è in grado di riportare allo stato originale ciò che incontra. In questo modo riesce a salvare il villaggio e le persone care. Il suo tocco agisce sui ricordi dei luoghi e delle persone, agganciandoli al nostro piano di realtà e riportandoli indietro. Un’ancora di salvezza nel vero senso della parola, insomma.
Ma di Kanata ce n’è uno solo, e il mondo è vasto: per questo motivo l’eroe decide di mettersi in viaggio con i suoi amici di sempre. Si tratta di Lumina, Locke, e del misterioso ragazzo dai capelli bianchi che è apparso come per magia nel villaggio all’arrivo della nebbia, e osserva affascinato la magia del fenomeno…
La giusta dose di strategia
Il paragone con Chrono Trigger ad inizio articolo non era certo buttato a caso: il combat system di Lost Sphear deve molto ai primi capitoli della serie. I personaggi del party (fissi a quattro) troveranno la loro collocazione all’inizio di ogni battaglia, disponendosi un po’ a caso nella zona attorno al nemico. Il campo assume i contorni indistinti di una bolla di nebbia, proseguendo con una sfumatura costante verso l’esterno. Tutta l’azione, naturalmente, avviene al suo interno, anche con molti nemici nello stesso momento.
Il nostro compito, da buon RPG a turni, sarà dire che cosa fare a chi, e in quale ordine. I personaggi eseguiranno poi i nostri comandi, avendo più o meno successo a seconda di una certa dose di fattori che rendono Lost Sphear estremamente appagante come strategico. Persino la posizione occupata sul campo di battaglia ha un senso: ed è questo il principale fattore di innovazione all’interno di una serie tradizionalista. I colpi inferti al nemico da una certa posizione, più o meno arretrata, saranno in grado di infliggere una dose di danni, appunto, più o meno elevata. Varia da personaggio a personaggio, da luogo a luogo, e da nemico a nemico: immaginate quindi quanto sia importante calcolare tutto meticolosamente nel bel mezzo dello scontro.
Gli eroi sono capaci di eseguire attacchi fisici, a distanza, o magie; oppure possono passare il turno o difendersi dagli attacchi degli avversari. La vostra scelta naturalmente dovrà essere ben ponderata, a seconda della posizione e dei punti salute e abilità di ciascuno di essi. Mediamente non abbiamo trovato Lost Sphear troppo difficile, a voler essere onesti, ma certo proseguendo nell’avventura un grado di sfida sempre più elevato rende le cose interessanti
Il fascino della nebbia
Lost Sphear su PlayStation 4 risulta davvero molto gradevole allo sguardo, con modelli poligonali ben definitivi ma soprattutto panorami mozzafiato. Questo soprattutto nei luoghi con prospettiva dall’alto e immersi della nebbia: sarà qualche residuo del Romanticismo. Abbiamo avuto modo anche di dare un’occhiata alla versione per Nintendo Switch, e soprattutto in tablet mode non se la cava affatto male. Immaginiamo che i limiti tecnici della produzione si avvertano maggiormente su PC, dove un’utenza sempre più esigente si aspetta per qualche ragione quasi un esasperato fotorealismo. Ma soprattutto, su PC sembra ci sia qualche lamentela di troppo per via dei comandi di gioco: pratici ed efficaci con controller alla mano, meno intuitivi con tastiera e mouse.
Lost Sphear, il giudizio finale
Lost Sphear è un ottimo RPG, e dimostra ancora una volta come un pubblico sempre più vasto sia pronto ad accogliere un genere disdegnato anche sulle console casalinghe. Erede spirituale di I Am Setsuna, amplia le meccaniche con qualche timida introduzione, ma senza stravolgere una formula ormai collaudata e funzionante. Ci aspettiamo entro qualche mese un altro annuncio, un titolo in grado di chiudere questa interessante trilogia spirituale. Nel frattempo Lost Sphear ci donerà un bel po’ di ore aggiuntive di divertimento.
Punti a favore
- Tradizionale ma efficace
- Qualche timida innovazione
- Un mondo affascinante
Punti a sfavore
- Trama a volte incerta
- Le innovazioni dopotutto sono poche
- Personaggi standard
Lascia un commento