È stato detto più volte che l’azione dell’uomo sull’ambiente potrebbe favorire la diffusione di svariati tipi di malattie. Studi recenti sembrano confermare che varie pandemie potrebbero essersi originate nella foresta amazzonica
Nella foresta pluviale amazzonica, i semi di una nuova malattia potrebbero tranquillamente formarsi. Numerosi ecologi, biologi ed epidemiologi hanno espresso preoccupazione per il fatto che il prossimo significativo focolaio di malattie potrebbe provenire dalla foresta pluviale amazzonica. Anche perché la deforestazione dilagante e lo sviluppo umano ci stanno portando a un crescente contatto con nuovi habitat degli animali e potenziali serbatoi di malattie.
L’ecologo dei cambiamenti globali, David Lapola, dell’Università di Campinas in Brasile, ha dichiarato:
L’Amazzonia è un enorme serbatoio di patogeni. Inoltre potrebbe essere il più grande bacino di coronavirus del mondo, includendo il raffreddore comune, ma anche  SARS, MERS e Covid-19. Questa è un’altra ragione per non usare l’Amazzonia irrazionalmente come stiamo facendo ora. Meglio non tentare troppo la fortuna.
Alcuni patogeni famosi
La maggior parte delle malattie emerse negli ultimi tempi, come HIV, Ebola, SARS e persino Covid-19, sono definite zoonosi, il che significa che sono passate dagli animali all’uomo. Si stima che almeno il 60% delle 335 nuove malattie emerse tra il 1960 e il 2004 abbiano avuto origine dagli animali. I primati sono la fonte di rischio più comune per l’uomo, a causa dei nostri legami evolutivi relativamente stretti. Anche i pipistrelli sono noti come potatori di malattie virali a causa del loro alto metabolismo e del sistema immunitario sovra-stimolato. Per quanto riguarda Covid-19, il candidato più probabile è un pipistrello che vive in Cina, ma sono state suggerite anche altre teorie.
Pandemie: come avviene il “salto interspecie”?
Come, perché e quando questi agenti patogeni “saltano” dall’animale all’umano non è così chiaro. Una recente ricerca pubblicata su Proceedings of the Royal Society B, ha dimostrato che l’interruzione dell’equilibrio ambientale possa aumentare notevolmente il rischio del salto interspecie dei virus. Ciò è particolarmente vero per i cambiamenti ambientali attuati dall’uomo, che stanno diventando sempre più comuni in Amazzonia. Alcuni esempi sono la caccia, il commercio della fauna selvatica, il degrado dell’habitat, la deforestazione e l’urbanizzazione, che stanno portando la fauna selvatica e gli esseri umani a un contatto più stretto.
Christine Kreuder Johnson autrice principale della ricerca e docente di epidemiologia e salute dell’ecosistema presso la UC Davis School of Veterinary Medicin, ha dichiarato:
La diffusione dei virus dagli animali è il risultato diretto delle nostre azioni sulla fauna selvatica e sul loro habitat. Una conseguenza è la condivisione dei loro patogeni con noi. Queste azioni minacciano contemporaneamente la sopravvivenza delle specie e aumentano il rischio di “ricadute”. In una sfortunata convergenza di molti fattori, questo provoca il tipo di pasticcio in cui ci troviamo ora.
Pandemie: conseguenza di azione umane sbagliate
Ma l’aumento del contatto con gli animali vertebrati non è l’unica preoccupazione. Precedenti ricerche hanno dimostrato che la deforestazione possa favorire le condizioni ideali per la prosperità delle zanzare, vettori di malattie come Zika, malaria, dengue e febbre gialla. Gli scienziati hanno scoperto che c’è stato un boom dei casi di malaria nel Borneo malese a seguito di una rapida deforestazione, causata dalla domanda di olio di palma. È stato anche ipotizzato che l’epidemia del virus Zika, che si è diffusa in tutte le Americhe nel 2015-2016, sia stata influenzata dalla maggiore deforestazione della foresta pluviale amazzonica, che ha contribuito a creare condizioni favorevoli per le zanzare. Non è possibile prevedere quando o dove potrebbe verificarsi il prossimo focolaio di una malattia. Tuttavia sta diventando sempre più evidente che la foresta pluviale amazzonica, insieme a molti altri alveari della biodiversità che sono sfruttati eccessivamente dagli esseri umani, come il Sud-est asiatico e l’Africa centrale, stanno diventando una bomba a orologeria quando si tratta di salto virale interspecifico e di pandemie. Se vi piace la scienza continuate a seguire la nostra sezione apposita.
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